Mi pare che l’ascrivibilità del delirante urlo al compianto cineasta romano (spesso e volentieri al soldo della famigerata Eurocinè francese provenga da un’intervista ad Adelina Tattilo
Bianchi, come disse in qualche remota intervista, collaborò attivamente assieme a Mathot nelle sue trasferte parigine. Quest’ultimo compare spesso in alcuni capitoli di Supersex in ruoli non-sex e non è escluso, ipotizzavo, possa aver sostituito o aiutato Bianchi in qualche occasione, come del resto facevano dichiaratamente per le pellicole (vedi Altri desideri particolari, 1983).
Tutti finti. Così come non è mai esistito Alan Ferguson (poi Alan G. Ferguson). Il personaggio fu inventato da Francesco Cardella nel 1966. Pontello arrivò ben 10 anni dopo.
Stando al libro scritto da Gianni Passavini non si sa esattamente chi se ne uscì per primo (che in origine era Ifis Cen Cen). È possibile che sia stato ispirato dai futuristi (il celebre Zang Tumb Tumb ad esempio). Si nota altresì che nessuna delle sue partner alla fine chiede conto di questo grido.
Il sempre loquace Pierre Woodman non si sottrae all’evidenziare il quid umano e culturale del nostro Pontello. In un altro passaggio datato ormai dieci anni fa e tutt’oggi reperibile nel suo forum ufficiale, il regista francese racconta un ulteriore episodio della sua personale ‘faida’ con Supersex. Ora, va detto che Woodman non è stato e non è un santo manco lui, dunque l’invocare ‘O Tempora, O Mores!’ a commento delle nefandezze comportamentali di Pontello equivale a quello che in Toscana chiamiamo ‘cencio che dice male di straccio’. Ad ogni modo, scrive Woodman che le riprese di Gabriel per i suoi film erano davvero folli, giravano bruttissime voci in merito nel settore. Così Pierre, tanto per alimentare le polemiche, scrisse alcuni pezzi molto duri in merito sulla rivista ‘Hot Video’. Tutto ciò non passò inosservato a Pontello, che non mancava di provocare Woodman appena se lo ritrovava a tiro. La cosa degenerò a Bruxelles nel 1996 ad un party della produzione Private.
Ecco la scena: Woodman è impegnato a ricevere un pompino da Tania Russof sotto un tavolo (?!) quando gli vengono a riferire che Pontello lo vuole sfidare a braccio di ferro, e se non è il codardo che pensa la cosa da fare per lui è accettare la sfida. L’atmosfera alcolica contribuisce a far alzare la temperatura e a dar luogo alla contesa. ‘Non ero nella mia forma migliore, e Gabriel vinse’ scrive Woodman ‘certo non era niente, però lui e altra gente del nostro business si godettero il momento, e questo mi fece innervosire’
Va precisato, a questo punto, che Woodman non ha mai goduto di affetto incondizionato nel settore e anzi, la fama di certi suoi casting non è immacolata. Ragion per cui è facile pensare che anche una insignificante sconfitta a braccio di ferro potesse essere occasione di prese in giro e umiliazioni compiaciute nei suoi riguardi.
Abbiamo capito che non stiam parlando di Nobel dell’intelligenza, in un settore in cui le vere menti pensanti sono sempre state davvero poche. Non è un caso, dunque, che nel 2009 Woodman si sia ritrovato Pontello a Praga in cerca di denaro per ultimare alcuni suoi progetti…
A mio avviso, la verità di tutto questo è molto banale. Pontello, col suo bdsm estremo dei tempi da regista, è ritenuto da Woodman la prima versione dell’hardcore decisamente esplicito che si gira oggi in quel di Praga. Ora, secondo Pierre tanto Pontello quanto queste attuali produzioni sono fin troppo ’strong’ per la salute dei/delle performer, tanto professionalmente che sul piano umano. Questa convinzione viene ripetuta spesso dal regista francese, che, pur dichiarandosi tutt’altro che santo (e ci mancherebbe), si definisce comunque rispettoso delle modelle nei casting che costituiscono l’attività portante del suo modo di operare nel settore. Chi ha torto e chi ha ragione? Bella domanda. Alla fin fine, insomma, è un fatto di rivalità. E Pontello, come detto, è stato a suo tempo colui che ha sviscerato vari fetish estremi rendendoli un po’ meno di nicchia.
Ma son pur sempre, questioni DI MINCHIA…
P.S. Ennesimo illuminante articolo di Messer Spina, lo ammetto. Lo “sfavillante mondo dell’hard”, anche nei suoi giorni più vispi e attivi, è assai meno “luminoso” di quanto il sottoscritto, e parecchi miei coetanei, pensavano all’epoca. Altro che pippe ed erezioni: sapendo certe faccende “dietro le quinte”, sarebbe stato molto più facile tirar su…il Titanic!! Beata l’ignoranza, sul serio…
Ma sai, come sempre ci sono luci e ombre anche andando a rovistare negli anni d’oro o presunti tali. Belle persone e personaggi assai pià discutibili. Quello che emerge, semmai, è che il settore, quand’era tale, appare oggi come un gigantesco circolo del cucito pieno di invidie, ‘si dice’, meschinità eccetera. Però, come dicevo, parliamo di tempi in cui il settore era di notevole portata e vantava anche persone di maggior spessore
Grazie Alessio, seguo sempre con interesse. Purtroppo trovare notizie inedite o riuscire a fugare qualche dubbio fra le molteplici vicende umane di Pontello è impresa veramente impossibile, essendosi quest’ultimo trincerato dietro a un silenzio di ferro.
beh pure nel libro di rocco ,scritto una 15ina di anni fa credo,tra l altro molto bello x me,ci sono parecchi anedotti divertenti e scenette poco edificanti tra attori,…rocco,senz afarne il nome parla di attore francese a cui stava antipatico che arrivo a minacciarlo tramite una sua guardia del corpo,ex legione straniera…e molte altre cosucce…
i rapporti tra clark e sifredi?
Ti riferisci a ‘Io, Rocco’ giusto?
Quanto ai rapporti con Clark, io non ho mai sentito rumors a riguardo. Anzi, secondo me la serie ‘Supersex’ ha mostrato questo dualismo nello specifico tra Christopher Clark e Rocco in modo un po’ caricaturale. Se pensi al libro, ad esempio, Rocco scrive di episodi antipatici accaduti nei primissimi tempi con Armand, mentre nomina appena Clark o altri. Ne deduciamo che la ‘scuola’ francese era ricca di talenti maschili che andavano per la maggiore, e forse avevan tutta l’intenzione di mettere in difficoltà il nuovo arrivato, questo si. D’altronde, come in altri lavori, i novellini nell’hard non son visti di buon occhio dai colleghi perchè potenzialmente concorrenti - oggi più che mai, e soprattutto tra i maschi.
mi pare di si,il titiolo nn lo ricordo piu…quindi quello con la bodyguard era armand?
ci sono citati cmq comportamenti scorretti diciamo anche da attrici verso gli uomini,tipo una che si divertiva a farlo ammosciare agli attori per farli fare figuracce coi registi
Non ricordo questo passaggio ma no, lo escludo, perchè Rocco parla di screzi e prese in giro ‘virili’ solo sul set da parte di Armand, tutto lì (‘Le proporzioni del mio sesso li infastidivano’, scrive Rocco a pag. 38). Tra l’altro poi le tensioni sono svanite, ed è rimasto un forte rispetto una volta che si sono conosciuti bene. Altro non viene detto, per cui è appunto da escludere.
Bello invece il ritratto fatto su Pontello, definito ‘un fetente, un gran giocatore, un chiacchierone, uno che ama mettersi in mostra e che farebbe qualsiasi cosa per farsi notare, ma io lo adoro’ (pag. 119)
si nel libro rocco scrive chiaramente che pontello x lui era un mito,ed era il suo punto di riferimento
Tutto il contrario di Karin Schubert che lo definì senza mezzi termini un porco.
Per la tua sorpresa, caro Rod, la Schubert viceversa definì Malone “un vero gentiluomo”. L’apparenza, inganna. E un pornodivo, va giudicato per il suo comportamento reale, anziché “l’apparenza”. Pure io, modestamente, sembro un pappone. Tanto per essere sinceri…
Diciamo un’altra cosa. Un Pontello vuole davvero “confessarsi”, davanti a un critico, o giornalista, o appassionato del genere? Subodorando il personaggio, la persona, quel che ha fatto, quello che “ha rappresentato”, non credo proprio…
P.S. Siffredi, davanti alle telecamere, ha ammesso difetti, debolezze, fragilità. Il più anziano Pontello, dubito possa avere lo stesso atteggiamento, e la medesima schiettezza.
Forse è, in maniera molto subliminale, la stessa cosa detta da Rocco, solo col sorriso beffardo sulle labbra
Siffredi ha una spiccata capacità di essere personaggio, creando una narrazione di sè e di chi gli sta intorno che può risultare avvincente o irritante, ma generalmente interessante. Questa è, in sostanza, la strategia mediatica che è mancata a tutti i suoi colleghi. Il solo Franco Trentalance è soggetto intellettualmente valido, ma lì alberga anche della sana intelligenza oltre che capacità di ‘vendita’.
I contemporanei di Rocco mancano clamorosamente di quel carisma necessario a far parlare di sè anche quando non si lavora (e quindi non si scopa). Questo parlando esclusivamente di attori, perchè Schicchi, ad esempio, lo trovo un interessante venditore travestito da ideologo. Invece gli altri sono notevoli solo lì, sul pezzo, questo li rende vulnerabili all’appuntamento con la Storia.