Da Parigi a Praga a Berlino, di fiera in fiera, lui c’era sempre. Almeno fino a pochi anni fa, per quello che mi è dato di sapere. Lo si trovava stravaccato sul divano di turno, grosso e grasso, con l’immancabile sigaro e il sorriso sarcastico da ‘dopo di me il diluvio’. E tutti sapevano chi era: monsieur Pontello, un uomo larger than life simile al Kane di Orson Welles.
Probabilmente Pontello era l’eroe di tutti quelli che si trovavano al Venus parigino del 2006 come alla fiera erotica di Praga dieci anni dopo, lui lo sapeva bene. E per questo non lesinava risate, saluti e selfie.
Con lui la domanda del ‘whatever happened to’ non ha ragion d’essere, perchè c’è, c’era e probabilmente ci sarà, per lo meno alle fiere.
Un po’ lo hanno premiato (nel 1998 al Venus si prese quello che potrebbe essere definito un ‘riconoscimento alla carriera’), un po’ lo hanno invitato, un po’ ci va comunque, perché non può non esser ben accetto. Non se arriva anche accompagnato dalla famiglia tutta, moglie e figlie ‘classy’, che sanno bene dove si trovano. Pur essendo, chiaro, fuori dal business. Tranne nelle occasioni in cui lui, Supersex, era solito invitare a casa sua alcune delle ‘protette’ per eventi di famiglia, quali il compleanno della moglie. Un pioniere, Gabriel, dotato di grande carisma: se lo assecondavi avevi shooting fotografici, servizi soft, saloni erotici, quindi passavi alle scene hard, molto hard. La trafila era questa, quando lui era ‘il re’.
Molti gli devono tutto: Christopher Clark fu incentivato finanziariamente da Pontello (era il 1981), lo ha ricordato lo stesso Clark in un’intervista del 2009. Di Rocco sappiamo bene (anche se i ben informati precisano: i due non si videro per la prima volta al ‘106’, bensì al ristorante italiano dove Rocco faceva il ‘pizzaiolo’). E le ragazze? O meglio, le attrici? Le Marilyn Jess, le Olinka Hardiman?
Ma non solo. Un Pontello è per sempre: lo era negli anni 70 con Brigitte Lahaie, lo era negli 80 con Moana, s’è dato da fare per restarlo nei 90, dove s’è piazzato dietro alla videocamera, eppoi eccolo a girare shooting speciali per le testate giornalistiche e online di ogni dove: a Praga, nel 2003, i fotografi di un sito italiano, allora leader nell’adult entertainment e sempre ‘sul pezzo’, realizzarono video esclusivi di Supersex con le ‘nostre’ Ursula Cavalcanti e Heidi Cassini…la temperatura era molto alta in quello stand…
Perché Pontello era uno che ‘si dava’, uno disponibile. E diciamolo.
Pur tuttavia, per ogni angioletto spunta sempre un diavoletto, e Gabriel non fa eccezione. Gabriel che di comportamenti sopra le righe ne ha sempre avuti. E si sa, se ci si comporta male - con le attrici, ad esempio - poi le voci girano. Ed il porno è, come diceva un illustre giornalista di settore, ‘come un circolo del cucito’: tutti sanno tutto degli altri. E ne parlano.
Come ad esempio quella volta nel 1984, a Parigi, quando prese a schiaffi Olinka Hardiman. A raccontarcelo è Pierre Woodman, uno dei maggiori registi del settore oggi e talentuoso fotografo fashion prima, hot poi. Vuole la storia che Woodman fosse, all’epoca, ancora appartenente al corpo di polizia parigino in cui s’era trattenuto dopo aver svolto il servizio militare. Era uomo d’ordine, Pierre, con poche ma interessanti conoscenze nel mondo del porno: Brigitte Lahaie, Piotr Stanislas, Michel Ricaud. Era un universo che frequentava, l’hard, ancora come ‘ospite’ occasionale. Fu così in veste di poliziotto che, raggiungendo il set in cui si trovava Olinka, si trovò dapprima sbeffeggiato da Pontello, che lo canzonò per la sua divisa e lo incitò a ‘decidere da quale parte volesse stare’ (conoscendo evidentemente le frequentazioni hot di Pierre), mollando poi un altro ceffone ad Olinka, in lacrime.
Il fatto è, com’ha a avuto ad ammettere Chris Clark, che già allora, negli anni 80, l’hard proposto da Pontello come attore era estremo, più ‘duro’ del consueto. La sua gestualità, il modo di ‘usare’ i corpi delle attrici, quel ghigno sadico che gli si vede stampato in faccia non passavano inosservati. E se uno spettatore poteva, dall’esterno, empatizzare con questa figura ‘maschia’ e impavida, le cose viste dai ‘colleghi’ erano evidentemente diverse.
Un episodio in particolare la dice lunga sulle preferenze sessuali del nostro, tanto per far capire che quel suo modo di performare non era finzione, ma vera e propria ‘rude’ attitudine di vita privata: siamo nel 1987, il film è ‘Capri Vacation’, il regista è Mario Salieri. C’è un problema sul set: Pontello è giù di forma, e, da brava primadonna, esige di rimanere solo per alcuni minuti con Joy Karin’s, incaricando quest’ultima di aiutarlo a raggiungere l’erezione. Di fronte a questa imposizione di blocco delle riprese, Salieri, esasperato, acconsente, non prima di aver dato una sonora botta alla telecamera…Joy viene dunque invitata da Pontello a fargli un fisting, ovviamente anale, onde eccitarlo, e lei esegue con successo ma…perdendo le sue unghie finte proprio là dentro…
A Pontello piaceva il sesso estremo dunque: farlo, riceverlo, farlo fare anche sul set: ecco dunque spiegato quello che era il suo ‘fetish’ autoriale, quando cominciò a realizzare da regista, negli anni 90, video di ‘sesso bizzarro’ per etichette quali DBM (Dino’s Blue Movie) e Videorama, tutte all’insegna di pratiche quali doppia penetrazione, pissing, fisting, bdsm.
Va detto che le attrici erano, ovviamente, selezionare tramite casting forse fin troppo soft rispetto a quello che poi avrebbero dovuto sostenere nei video veri e propri…i nomi delle ragazze che ebbero a lamentarsi di ‘ciò che succedeva nei set di Pontello’ era dunque nutrito, dalle esordienti (Daniella Rush in ‘Faust Fucker’, 1999) alle semplici testimoni dei comportamenti di Gabriel sul posto di lavoro (Zara White, allora moglie di Roberto Malone).
Ad ogni modo ‘le esuberanze’ del nostro non erano riservate solo alle attrici: anche ai maschi capitava di andarci di mezzo. Come quella volta in cui, racconta Raffaela Anderson, un suo partner di scena rischiò di essere preso a sassate perché, non avendo l’erezione, aveva cominciato a perdere la calma, alterandosi. Raffaela aveva conosciuto Pontello tramite un tizio che l’aveva provinata, ‘il suo magnaccia’ come lo chiama lei nel suo libro: tanto per capire l’ambiente in cui si svolgeva il tutto…
Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, come faceva il nostro Supersex ad esercitare liberamente il suo esagerato gusto personale nei film che dirigeva. E’ presto detto: il ‘concept’ che stava alla base di questo tipo di produzioni, all’inizio degli anni 90, era nelle mani del tedesco Harry S. Morgan, vero pioniere nella realizzazione di video a tematica estrema su nastro magnetico. Morgan - autore anche di thriller, tra l’altro - stabilì una partnership ‘produttiva’ con Pontello, delegando a quest’ultimo il ruolo di ‘scrittore’ e operatore di ripresa per determinati titoli, da girare nella più totale libertà creativa. A differenza di Jean-Pierre Armand, che praticò negli anni 90 del sesso bdsm in diversi film parlandone poi con imbarazzo, Gabriel ideò anche un suo marchio personale, la Top Sensations: il logo consisteva, of course, nella sua bella faccia ghignante col sigaro in bocca…
Prendiamo col beneficio del dubbio la notizia per cui, tra i vari eccessi esercitati in questi set, si sia verificata anche l’accidentale e parziale bruciatura delle piccole labbra di un’attrice tramite accendino…autore della dichiarazione è il già citato Pierre Woodman, fonte massimamente autorevole dunque. La gravità della cosa - e l’assenza del nome dell’attrice in questione - per questa volta mi lascia comunque legittimamente scettico, se non altro per scrupolo di coscienza.
A monte di tutto questo, è chiaro il motivo per cui, oggi, il nome del ‘secondo’ Pontello - quello successivo ai bei tempi di Supersex e alla prima parte degli anni 80, per capirci - non venga celebrato su scala mondiale: il nostro ha relegato il proprio catalogo ad un genere di nicchia, che non può fisiologicamente superare il confine dell’hard comunemente inteso.
Va però ricordato che in tutti i saloni erotici celebrati annualmente esiste un settore adibito alle produzioni estreme con relativi premi da assegnare ai migliori registi e performer: riconoscimenti dunque paritari a quelli consegnati a forme di porno più ‘castigate’ o ‘commerciali’ per così dire. Ed è proprio in quest’ambito che Pontello ha mantenuto voce in capitolo, seppur tra continue polemiche che hanno avuto l’effetto di dover rinnovare di volta in volta i cast quasi per intero: sono pochissimi i nomi ricorrenti nei suoi film, a conferma di chi sostiene che, chi ha avuto a che fare una volta col Pontello regista, preferisce generalmente non ripetere l’esperienza.
Ma dove vive oggi Pontello? Provenza, pare…in discrete condizioni economiche.
L’attività di regista può dirsi conclusa, per lo meno quella legata ai marchi bdsm consueti, anch’essi venutisi a logorare col passare degli anni e la mancanza di flessibilità nel convertirsi al mercato digitale. Certi suoi progetti degli ultimi tempi hanno richiesto dei finanziamenti, chiesti un po’ qua un po’ là, con alterne fortune. E così colui che una volta dava i soldi per incentivare l’entrata dei giovanotti nel mondo del porno, in tempi recenti ha avuto lui bisogno di liquidità. Così va il mondo.
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