A via San Saba in Roma, se la cava con una ferita al piede
"L’artista, colpito una volta ad un piede, è stato immediatamente soccorso. Calvagna aveva appena terminato di recitare in teatro ed era uscito in strada quando, erano le 22,40, gli si sono avvicinate due persone con passamontagna a bordo di uno scooter. Uno dei due ha fatto fuoco con un’arma automatica, sull’asfalto sono stati ritrovati i bossoli. I due poi sono fuggiti. L’attore e regista, colpito ad un piede è stato subito soccorso e portato all’ospedale San Giovanni. Sulla vicenda, ancora misteriosa, si sono messi al lavoro gli esperti della scientifica, per i rilievi, e quelli della Squadra Mobile, che hanno immediatamente avviato le indagini. Per il momento qualunque ipotesi sul movente è impossibile, si attende l’esito delle indagini.
Stefano Calvagna, trentotto anni, è un artista noto per le sua indole ribelle e l’amore per le pellicole «forti». Ieri è stato preso di mira al termine dello spettacolo teatrale che ha in cartellone in questi giorni all’Anfitrione: «Incastrati nella rete», la storia di alcuni giovani che ormai vivono l’intera loro vita attraverso i computer. Lo spettacolo, con Calvagna regista ed attore, che ha preso il via lo scorso 10 febbraio, sarebbe dovuto proseguire fino a domenica prossima.
Molte polemiche sollevò una delle sue regie cinematografiche: «Il lupo», del 2007, con Massimo Bonetti, Enrico Montesano e Antonella Ponziani. Il film si ispira alla storia di Luciano Liboni, latitante ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri. Il protagonista è Franco, un ragazzo timido, la cui adolescenza viene segnata dalla morte del padre.
Solo la sorella riesce a capirlo e sarà lei insieme ad un amico ad aiutarlo durante il periodo di latitanza, in seguito all’omicidio di un giovane carabiniere. Inevitabile il finale tragico dopo una spirale di violenza. Il film fu criticato perché considerato troppo indulgente con un omicida. Calvagna al cinema ha firmato inoltre «L’uomo spezzato», del 2004, il film che gli ha dato notorietà e poi: «E guardo il mondo da un oblò», del 2006 e «Il peso dell’aria». Come regista, ma la sua carriera conta anche molte prove da attore, ha scelto, in prevalenza, storie drammatiche legate ad esistenze difficili."
fonte Il Tempo del 18/02/2009
Capirai x me che sono cresciuto a pane e calvagna movies, è un gran bello spavento però chissà cosa c’è sotto…
…la reazione dello stesso:
ROMA (19 febbraio) - "Debiti e denaro. Forse quel proiettile, che martedì sera ha trapassato la coscia destra del regista Stefano Calvagna potrebbe essere il messaggio di qualche usuraio. Conti non chiusi. Al momento sono solo ipotesi, ma è questa la pista privilegiata dagli investigatori.
Il misterioso uomo con la pistola, che in sella a uno scooter ha inseguito il regista sul marciapiede di via di San Saba, ha premuto più volte il grilletto. Calvagna si è nascosto tra le auto e così è stato colpito “solo” a una gamba. Adesso sono gli uomini della squadra mobile di Vittorio Rizzi a indagare sulla gambizzazione del regista, noto per il film di tre anni fa “Il Lupo”, ispirato alla storia di Luciano Liboni, il bandito che dopo avere ucciso un carabiniere, morì in uno scontro a fuoco al Circo Massimo mentre teneva in ostaggio una donna.
Gli inquirenti indagano sulla vita di Calvagna. Cercano di stabilire se l’agguato possa rientrare in un regolamento di conti. Il nome di Calvagna risulta iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma con l’ipotesi di appropriazione indebita. Il fascicolo, coordinato dal sostituto Andrea Mosca, era stato aperto alcuni mesi fa, il magistrato sulla base di una denuncia aveva avviato le indagini proprio sulla produzione del film “Il Lupo” e sulle modalità con le quali sarebbero stati impiegati i contributi ricevuti da Calvagna per realizzarlo e soprattutto sulla spartizione dei proventi del lungometraggio. Così gli investigatori dovranno accertare se Calvagna abbia avuto altri problemi con il denaro e non si esclude che possa essere rimasto vittima di un giro di usura. Potrebbe essere questa la chiave per leggere l’agguato. E’ il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo a coordinare le indagini della quinta sezione della Mobile diretta da Andrea Di Giannantonio. Gli investigatori hanno già ascoltato i testimoni, cercando di tracciare un identikit dell’uomo armato che comunque aveva il volto parzialmente coperto da un cappuccio di lana. Il killer è fuggito insieme a un complice che guidava lo scooter, un’ “Honda Sh”. La polizia ha sequestrato i bossoli (sette in tutto) espulsi dall’arma: si tratta di una pistola calibro 9.
Calvagna, intanto si sfoga: «Davvero non capisco chi possa avercela con me - dice il regista che ieri è stato dimesso dal San Giovanni con 20 giorni di prognosi - ma non si tratta di un caso isolato. Già un anno fa, dopo avere ricevuto minacce di morte, avevo chiesto una scorta alle forze dell’ordine, ma ancora non mi è stata concessa». Il regista, che martedì sera al Teatro “Anfitrione” era andato in scena con una commedia, ipotizza che possa essere diventato un obiettivo a causa dei suoi film sul crimine, come L’uomo spezzato", “Il Peso dell’aria” sull’usura”.
«Ero con mio nipote di 17 anni e altri amici all’uscita del teatro - racconta - quando qualcuno mi chiamato per nome. Mi sono girato e ho visto una persona venirmi incontro con la pistola puntata, poi ha fatto fuoco. Ho cercato di schivare i colpi, mi sono nascosto tra le auto in sosta, ma alla fine un proiettile mi ha centrato la gamba destra». Poi Calvagna continua: «Un anno fa circa ho trovato alcuni proiettili nella buca delle lettere. Nel ‘92 sono stato ferito da un rapinatore durante un colpo all’interno della gioielleria di mio padre. Dicono che faccio parte degli “Irriducibili”, ma sono almeno dieci anni che non vado in Curva Nord. Spero comunque che questa volta le autorità si decidano a darmi una scorta. E’ ovvio che ora ho paura."
fonte Il Messaggero del 19/02/2009
…come se fosse un reportage:
“Io continuero’ ad andare avanti e a credere nel ‘mio’ cinema, ma chiedo tutela. Io non ho paura, ma sono arrabbiato. Non usciro’ piu’ da casa se non mi assegnano una scorta”. Lo ha detto all’ADNKRONOS Stafano Calvagna, il regista ferito a colpi di pistola martedi’ sera davanti al teatro Anfitrione di Roma, dove avrebbe dovuto recitare nella sua commedia ‘Incastrati nella rete’, sul mondo di internet e Facebook.
“Mi e’ mancata la tutela, gia’ ero stato minacciato. Avevo ricevuto una busta con 3 proiettili, poi una bomba e’ esplosa al negozio di mio padre . Ho sempre denunciato tutto - spiega il regista - L’allora prefetto Mosca declino’ la mia richiesta di scorta, minimizzando le minacce che avevo ricevuto dopo il film su ‘Lupo’ Liboni. E in questa occasione non ho ricevuto nessuna telefonata ne’ a livello istituzionale ne’ a livello politico”.
Calvagna si dice ‘‘allibito’’ e ‘‘amareggiato’’ per le indiscrezioni sull’indagine relativa a una presunta appropriazione indebita relativa ai fondi del film ‘Il Lupo’, che racconta la storia del rapinatore Luciano Liboni. “Le cose che hanno scritto i giornali sono assurde - spiega Calvagna - Non c’e’ nessuna appropriazione indebita. Quando la pellicola e’ stata tolta dalle sale per le polemiche che aveva suscitato abbiamo registrato un disastro economico. Per questo il coproduttore mi ha querelato, come se la colpa fosse stata la mia. Ma c’e’ un contratto di coproduzione regolarmente stipulato e non c’e’ nessun tipo di appropriazione indebita. Peraltro, per quel film non abbiamo mai ricevuto finanziamenti pubblici di nessun genere.”
fonte Libero del 20/02/2009