Game Change (Jay Roach, 2012)

http://www.imdb.com/title/tt1848902/

Tv Movie della HBO sulla campagna elettorale presidenziale del 2012 che vide contrapposto il ticket McCain/Palin a Obama. Si basa sul libro “Game Change: Obama and the Clintons, McCain and Palin, and the Race of a Lifetime” dei giornalisti John Heilemann e Mark Halperin, affatto tenero nei confronti della Palin. La diretta interessata e McCain hanno dichiarato di non aver visto il film poiché basato su un libro pieno di “falsità” (secondo la Palin) e “inaccuratezze” (McCain). Il capo staff del team di McCain invece, Steve Schimdt, nonché tra i principali responsabili della scelta della Palin, ha sostanzialmente difeso i fatti narrati dicendo che pur avendo condensato giocoforza 10 settimane di campagna elettorale in poco spazio, è veritiero e racconta cosa accadde in quelle settimane. Attestati di credibilità sono venuti anche da altri membri dell’allora staff elettorale repubblicano.

Julianne Moore interpreta una Palin assai inquietante, un misto di candore e spietatezza, ingenuità e horror vacui. Il personaggio ne esce massacrato, anche se più che un atto di aggressione tout court il suo ritratto pare mosso quasi da pietà, quella che si riserva a chi non è stato dotato di mezzi adeguati da Madre Natura. Il film è certamente la versione di una campana, tuttavia risulta comunque interessante intanto perché ben fatto e ben recitato, e poi perché per noi europei il fenomeno Palin è stato a suo tempo abbastanza curioso e relativamente comprensibile.

Comunque il curriculum della donna è impressionante: alle Superiori si è guadagnata il soprannome di “barracuda” per la sua aggressività (diplomata poi in Scienze Politiche), seconda classificata nell’84 alle finali di Miss Alaska, ex reporter sportiva, ex stipendiata da una compagnia petrolifera, mangiatrice di hamburger, pilota di motoslitte, cacciatrice di alci, madre di 5 figli, convinta antiabortista a tal punto da aver accettato consapevolmente di mettere al mondo un bambino con la sindrome di down (nonché contraria alle interruzioni di gravidanza anche in caso di stupri o appunto terribili malattie del feto), con un figlio in Iraq a servire la nazione (all’epoca delle Presidenziali), amante delle armi, ultra cattolica in odore di creazionismo, contro la ricerca sulle cellule staminali, prima sindaco della sua città natale poi governatrice dell’Alaska, infine candidata alla vice Presidenza degli Stati Uniti. Oggi rimane comunque un big dei Repubblicani anche se su posizioni sempre sui generis e invisa alla maggior parte del Partito.

Mi pare sia passato in tv anche da noi. Mi incuriosisce parecchio, vuoi per la storia, vuoi per i 3 attori principali che (Harris in testa) guarderei anche se fossero coinvolti in una gara di rutti e scoregge. Antiabortista, creazionista, divoratrice di hamburger, cacciatrice di alci: una così (personaggio davvero rivoltante, che solo in un paese grande e contraddittorio come gli States poteva nascere e prosperare…) mi aspetto che da un giorno all’altro venga “assunta” da Trump per la sua amministrazione. Prepariamoci, e tremiamo…
P.S. Il figlio mongoloide in un certo senso è fortunato: avendo una madre del genere, non è lui il più deficiente in famiglia. Garantito…