Giorgio Faletti: un bluff?

Io uccido e Niente di vero tranne gli occhi non erano disprezzabili, a mio avviso. Poi ha preso la via dell’aceto.

Parli del possessore di una grande macchia fotocopiatrice che prende delle pagine a caso di scrittori americani anche abbastanza conosciuti fa un bel collage e scrive qualche pezzetino di collegamento?
Ma poi Faletti chi?
Il comico?..Ah si Vito Catozzo!!..:smiley:

Parlo dello scrittore che in almeno due romanzi suoi è riuscito a coinvolgermi piacevolmente; cosa che tanti autori blasonati d’oltreoceano non riescono a fare. Fotocopiatrice? Pure i film di genere nostrani che tanto adoriamo spesso attingevano a piene mani dal cinema americano; e allora? Non conta tanto quel che racconti, ma come lo racconti. A mio avviso Faletti non scriveva male, pur non avendo 'sto grande talento una certa capacità l’aveva. Ma poi mi fa ridere vederlo disprezzare da lettori che vanno in brodo di giuggiole per tanti imbrattacarte dell’ultima ora autoproclamatisi giallisti e ospitati da locupletatissime antologie di racconti polizieschi e noir (fidati, in giro per i forum si leggono certe cazzate…). A mio modesto avviso, c’è di peggio in giro. Comunque che il nostro avesse esaurito la vena creativa era già palese dal terzo romanzo; questi raccontini appena usciti (che poi sarebbero i suoi primi passi letterari, all’epoca non glieli pubblicarono e li ripropone adesso) sono la triste conferma di quanto il genere fantastico non sia alla portata di tutti, ahimè…

Di Faletti ho letto solo “Io uccido”, e m’è piaciuto.L’ho trovato coinvolgente e scritto in maniera divertente. D’accordo, qualche parte è un po’ tirata via e forse non risulta sempre scorrevole, ma il risultato finale a parer mio è più che apprezzabile.

Io uccido è un buonissimo romanzo giallo,
pieno di ritmo, personaggi ben svillupati, conclusione spiazzante, insomma di ottima fattura

niente di vero… era bene o male sulla stesso lunghezza d’onda ma si iniziava a sentire una fase di stanca

il terzo non me la sono sentita di leggerlo

E hai fatto benissimo, credi a me. Un thriller dai risvolti soprannaturali (si parla di leggende indiane) che per una sceneggiatura da fumetto bonelliano sarebbe pure potuto andare, ma costruirci sopra un romanzo…

bene allora
avendo letto solo i primi due non posso fare altro che giudicare positiva l’avventura di faletti nella letteratura

Come disse Scerba; ma Faletti chi Vito Catozzo?
Dai Faletti sta alla letteratura come io sto ai campionati mondiali di inculate.
Fare un ottimo romanzo a tavolino oggi si può, basta avere i mezzi.
E trovare un coglione che mette la faccia.
Poi io i romanzi li odio.

pure quelli con le figure?

Cazzi tuoi. :smiley:
Comunque trovo emblematico voler legare a tutti i costi Faletti al concetto di “letteratura”, nel bene come nel male. Mica aspira a diventare il nuovo Pavese, scusate! Ha scritto alcuni gialli, disprezzabili quanto volete ma a me come ad altri lettori ha fatto piacere conoscerli. Pura narrativa popolare, senza pretese; e mi andavan bene così, finchè li sapeva scrivere. Quanti ai romanzi scritti a tavolino e le facce “prestate” (suppongo ti riferisca ai ghost writers), non credo sia il caso di Faletti. Insomma è evidente che parliamo di robetta, thrillerozzi da relax sotto l’ombrellone o da lettura ferroviaria che non mi sembra così strano il nostro fosse in grado di elaborare.

C’è piuttosto da dire che, per quanto i primi due romanzi non siano poi male e anzi godibili (giusto un po’ troppo prolissi a mio avviso), se lui non si fosse chiamato Faletti i suoi libri sarebbero stati -forse- pubblicati da qualche piccolo editore indipendente, o nella migliore delle ipotesi su qualche numero del Giallo Mondadori.

Di certo non avrebbero venduto milioni di copie.

Beh, è altrettanto vero che dei molti altri autori che pubblicano con il suo editore, credo che nessuno abbia venduto tanto.
Qualche merito dovrà pure averlo.
Ho letto il primo e non mi è dispiaciuto, un po’ lungo per i miei gusti.
Il terzo me l’hanno regalato e, letta la sinossi, l’ho posato e mai più toccato.
Stamattina alla Fetrinelli ho visto esposti i racconti, relegati in uno scaffalino seminascosto.

Racconti horror/fantastici che, come ho già detto, non gli erano stati pubblicati in passato e adesso che è famoso, ovviamente… ho provato a leggiucchiarne un paio e li ho trovati insipidi, rifrittura di altre cose già lette e onestamente più incisive.

Guarda, il fatto di essere Faletti ha giocato molto a suo svantaggio. Sai quanti m’hanno confessato di aver lasciato i suoi romanzi sugli scaffali con la motivazione “capirai, Vito Catozzo che scrive gialli”? A dirla tutta, la Baldini & Castoldi non credeva minimamente nel successo del primo; un libraio di mia conoscenza mi ha confermato che il loro rappresentante gliene sconsigliava l’acquisto, pur ammettendo di andare contro i propri interessi. Probabile abbia giocato a favore del successo il fatto che il romanzo io uccido sia uscito proprio all’indomani della notizia che l’autore era stato colto da un ictus. Quanto a me, l’ho apprezzato semplicemente perchè era un discreto thriller, e anzi mi son fatto forza di acquistarlo fottendomene dei pregiudizi su Vito Catozzo. E avevo ragione, porco il mondo che ci ho sotto i piedi!

Dai Corrado, non credo proprio…

Tra gli appassionati seri di libri è possibile, anzi probabilissimo che la gente fosse dubbiosa, ma Faletti ha venduto nei supermercati e nelle librerie/megastore, non tra gli appassionati. E in quei casi il nome conta, vai tranquillo.

Cioè, ha venduto più di tre milioni di copie del primo romanzo, vuoi dirmi che in Italia ci sono più di tre milioni di seri appassionati di gialli??
Quando è uscito il libro la stampa/tv ha parlato di Faletti solo perché è Faletti, e la gente lo ha comprato per lo stesso identico motivo.

Detto questo, anch’io lo trovo un autore discreto. Estremamente sopravvalutato, ma godibile.

Guarda che è proprio la gente che fa la coda ai supermercati quella che se ne esce con le cazzate su Vito Catozzo. Gli appassionati seri di norma 'sti pregiudizi non li hanno; e credo, ripeto, che l’incidente di cui è rimasto vittima l’autore abbia influito non poco sulle vendite. Poi c’è stato il passaparola, perchè il romanzo era tutt’altro che malvagio, e anche la gente dei supermarket ha tirato fuori le svanziche. Il secondo libro ha venduto abbastanza, ma non quanto il primo; il terzo credo sia andato ma non ha ottenuto grandi incassi. Il nuovo mi par di capire se lo stiano filando in pochi. Sopravvalutato? Non saprei; qualche critico prezzolato s’è lasciato andare a peana discutibili, ma non mi pare proprio che fra i lettori di gialli lo si paragoni a Thomas Harris o James Ellroy.

Boh, se veramente ha venduto tre milioni di copie grazie a pietà e passaparola e nonostante, come tu dici, un pregiudizio nei suoi confronti allora siamo oltre la sfera del miracolo! E tu sopravvaluti gli appassionati seri… :wink:

Che gli altri libri abbiano venduto meno nonostante il battage pubblicitario è normale, si è perso l’effetto novità del comico che scrive libri gialli.

Comunque il sopravvalutato era inteso in senso puramente commerciale, ovvero riguardo al numero di copie mosse. Vende tante copie e a mio avviso non se lo meriterebbe (non come molti altri) indi lo trovo sopravvalutato.

Massì, che scrittori poco meritvoli vendano più di tanti autori in gamba è cosa comune. Ellroy da noi se lo son cagato in pochi per anni, solo la riuscita al botteghino per la trasposizione cinematografica di LA Confidencial ha risvegliato un blando interesse persso il grande pubblico. E questo perchè? Perchè i noir ellroyani son duri e non consolatori, lontani dai clichè rassicuranti del giallo “per tutti”. Faletti piaceva perchè, come rilevato da Scerba, si rifà agli americani più noti tipo Thomas Harris, Jeffrey Deaver, Patricia Cornwell. Quelli che cioè flirtano col macabro e il mistero senza rimettere in discussione la tua visione del mondo. Gialli innocui, per niente disturbanti; alla massa piacciono così.

Ho finito ieri di leggere “Io Uccido” del Faletti e devo dire che mi è piaciuto abbastanza, non l’ho divorato come faccio solitamente con Crais ma l’ho letto un poco alla volta tutti i giorni a parte il rush finale di ieri dove ho terminato le ultime 150 pagine.Anche per me è stata una piacevole sorpresa, ben scritto in maniera semplice, a volte un po dispersivo e con qualche lungaggine (del resto 680 pagine sono parecchie) ma tutto sommato piuttosto intigrante.

Compri uno, prendi tre! Mi verrebbe proprio da dire così vista la tanta, troppa carnaccia messa sul fuoco in questo romanzo! Comunque tutto sommato è piaciuto anche a me anche se mi si è creato un certo senso di saturazione nei confronti di questo scrittore: del suo secondo romanzo infatti, ricevuto in dono due anni fa, non ne ho ancora letto nemmeno un rigo!

Come dicevo, il secondo mi è piaciuto perfino di più. Sui successivi calo un pietoso velo.