FILM COMPLETO
Una pellicola davvero incredibile, delirante guazzabuglio nel quale Brazzi mescola personaggi delle favole (Cenerentola, Cappuccetto rosso ed il lupo), ambientazioni futuristiche distopiche (nel 2010 il sesso è bandito e una polizia militarizzata randella chi lo pratica), parodie televisive (il Rischiatot), scimmiottamenti petreschi (la caccia all’impiegato parastatale in stile Decima vittima), critiche allo show business, catarsi atomiche. Il tutto condito come sempre da dialoghi al di là di qualsiasi coerenza logica e da una incalzante e psichedelica OST dei Goblin (!)
Il film è discontinuo, si articola in diverse sottotrame che pur incrociandosi vivono di vita propria e portano l’attenzione dello spettatore a seguire diversi punti focali, in certi momenti senza quasi consentirgli di raccapezzarsi di cosa stia succedendo. Non mancano le scene stracult, come il poliziotto che sodomizza il mototciclista che ha avuto un incidente stradale o il concorrente di Rischiatot che viene forzato dal conduttore (una sorta di Mike Bongiorno omosessuale) ad approfondire sempre più ossessivamente la propria materia (le perversioni sessuali) fino a fargli perdere il controllo dei propri istinti, trasformandolo in un maniaco omicida. Tra l’altro Brazzi si concede l’autocitazione, uno dei testi sui quali il concorrente studia per incrementare il suo sapere si chiama infatti “Intimità proibite di una giovane sposa”.
Film che risulta divertente e che, grazie anche alla fotografia molto solare, emana un’aura di positività.
Visione piacevole e leggera che scorre via in fretta, non ti accorgi neppure che il tempo passa, consigliatissimo agli amanti del trash e del bizzarro.
Incredibile come in questo periodo storico ci fosse nel cinema tanta libertà creativa, potevi davvero fare tutto quello che ti saltava per la testa, fregandotene di regole e convenzioni, bastava infilarci qualche nudo ed incrociare le dita che in sala ci venisse abbastanza pubblico (attratto dal titolo pruriginoso e dalla BELLISSIMA locandina) per coprire le spese.
L’ispettore di produzione, manco a dirlo, era l’irriducibile Bruno Vani.
PS Ma a voi la Webley bionda, quando è di profilo, non ricorda maledettamente la Flavia Vento?