Visto stasera per la prima volta il celebre (e da alcuni celebrato) film di Ridley Scott grazie al bd Universal, ovviamente quello con la definizione corretta, dato che alla fine me lo han cambiato “a mano” riconsegnandogli al contempo il vecchio disco.
Innanzittutto ci tengo a dire che almeno due Oscar, quello per la regia e quello per l’attore protagonista, l’Academy ce li poteva risparmiare: Scott ha girato diversi film migliori di questo (li conoscete tutti quindi è inutile che li citi, tanto coincidono più o meno con i suoi primi lavori) e qui non ho trovato particolari motivi di interesse per quanto riguarda la regia. Inoltre Russel Crowe, pur essendo molto bravo ed abbastanza in parte, non mi sembra che in questo frangente la sua interpretazione sia così ricca di sfumature da meritarsi l’Oscar.
Fatte queste premesse il film, che ovviamente è bel lungi da essere quella sorta di capolavoro dipinto da molti, se lo si prende per quello che è, ossia un giocattolone costruito per far baloccare il grande pubblico, ha una sua efficacia spettacolare, nonostante la durata abbastanza spropositata, caratteristica che finora mi aveva sempre scoraggiato dal vederlo. Per fortuna ho optato per la versione cinematografica, ossia quella più breve, evitando l’extended cut: chi ha visto quest’ultima potrebbe dirmi se il film ci guadagna? Così se non vale la pena mi rivedo direttamente qualche altra pellicola più interessante.
La storia, pur essendo modificata a piacimento degli sceneggiatori per allungare la brodaglia, alla fine fa il suo dovere coinvolgendo lo spettatore e cercando anche di commuoverlo con qualche colpo basso assestato qua e là. Come diceva il buon Rocco Smitherson “sopravvolerei” sulle sviste e gli anacronismi storici disseminati un po’ ovunque, benché non si possa tacere sulle ricostruzioni della Roma antica decisamente troppo somiglianti alla forma attuale della basilica di San Pietro (cupola e colonnato compresi).
Efficace il cast molto british, con il grande Oliver Reed (scomparso durante le riprese e “reinserito digitalmente” nelle scene che esigevano la sua presenza), Richard Harris, Derek Jacobi e un irriconoscibile e ciccionissimo David Hemmings: una scelta probabilmente legata ad una visione della romanità volutamente filtrata dai drammi di Shakespeare.
Caduta di stile invece nella scelta dei parenti (moglie e figlio) di Russell Crowe: capisco che Giannina Facio all’epoca era la compagna di Ridley Scott, ma sinceramente vedere una ultracinquantenne come mamma di un bambino piccolo (interpretato dall’attore che fece il figlio di Benigni ne “La Vita è Bella”), per di più con un canotto al posto delle labbra, imho è una scelta risibile oltre che “nepotismo” di pessimo gusto, nonostante la relativa brevità della sua apparizione. Curiosa anche la scelta della poco conosciuta attrice danese Connie Nielsen nei panni di Lucilla, la sorella di Commodo.
Nonostante tutto ritengo che l’errore più grave di Scott, oltre all’incapacità di tagliare materiale piuttosto che aggiungerlo (le discussioni tra Joaquin Phoenix e la Nielsen spezzano davvero il ritmo), sia stato quello di rifarsi più al western invece che rendere omaggio i vecchi peplum hollywoodiani tipo Ben Hur e Quo Vadis: tenere presenti quei modelli secondo me avrebbe giovato al prodotto finale. Va dato atto però al regista di averci risparmiato la piaga del rallenty per le scene di combattimento, benché il suo film sia posteriore a Matrix. Ma nonostante ciò in alcuni frangenti, soprattutto nella battaglia iniziale contro i barbari, la confusione regna sovrana: ma è possibile che per velocizzare tutto nessun regista sappia più fare una scena di azione come quelle che si vedevano nei film spettacolari di una volta? Mah…
Dimenticavo: personale nota negativa anche per la musica, una commistione etno-pomposissima ad opera di Hans Zimmer e della Lisa Gerrard dei Dead Can Dance, che credo tutti noi preferivamo ai tempi di quell’originale gruppo. Certamente il fatto che negli anni successivi il soundtrack del film sia stato riutilizzato in tutte le salse come sottofondo per spot pubblicitari, partite di calcio e servizio pseudogiornalistici non ha certo giovato, anzi…
Bd Universal di buona fattura con una definizione non troppo “razor” e senza l’abuso di filtri. Peccato però per le numerose macchioline bianche durante la visione: per un film non troppo anziano pensavo che almeno quelle venissero eliminate. Sonoro italiano (non ce l’ho fatta a vederlo in originale) in Dts molto spettacolare nelle scene di combattimento e in quelle di massa, mentre l’audio del canale centrale durante i dialoghi risultava un po’ troppo basso. Abbondantissimi gli extra (che non ho visto) con commenti, scene tagliate eccetera presenti sia sul disco con le due versioni del film sia nel disco dedicato agli extra.