Gli artigli dello squartatore (Peter Sasdy, 1971)

http://www.imdb.com/title/tt0067176/
Wikipedia
Titolo originale Hands of the ripper
Anno GBR 1971
Regia Peter Sasdy
Cast Eric Porter, Jane Merrow, Keith Bell

DVD Sinister
Amazon - IBS - Kultvideo
Audio ITA-ENG 2.0
Sottotitoli ITA
Durata 1h21m41s
Video 1.77:1 16/9
Extra Fotogallery, trailer, presentazione di Luigi Cozzi (4min)


Una bambina assiste all’uccisione della propria madre,con il passare del tempo questo ricordo le provocherà dei raptus omicidi. Allo psichiatra Pritchard il compito di curarla.
Prodotto dalla Hammer

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Rispolverato. Visto una 15ina d’anni fa non mi era piaciuto granché, rivisto oggi l’ho rivalutato: la pellicola spinge molto sulla componente psicologica che ne diventa il suo leitmotiv; ad impressionare assieme agli effetti gore (vedasi il secondo omicidio! ) è l’insistenza sul trauma súbito dalla protagonista, vittima innocente di eventi non imputabili, che la condurrà ad una triste epilogo.
Inseribile nel filone dedicato a Jack lo Squartatore, a mio modo di vedere le cose, il film di Sasdy si rivela più drammatico che horror (quest’ultima componente è visibile solo durante i raptus omicidi della protagonista, durante i quali le mani e il volto assumono le fattezze del celeberrimo genitore) al punto che lo spettatore finisce inevitabilmente per commiserare e schierarsi dalla parte della povera malcapitata.
Dvd Sinister (unica label ad averlo distribuito nel 2011) di buona fattura: definizione sufficientemente valida, dai colori granulosi, audio discreto (un pó basso ma intelligibile). Si difende abbastanza bene anche su schermi di grandi dimensioni.

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A me è sempre piaciuto molto. Da sottolineare il doppiaggio italiano del protagonista Eric Porter da parte del bravissimo Alberto Lionello.

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Piace molto anche a me, bella l’idea di lasciare il dubbio sul movente dei delitti: possessione spiritica o trauma psichico freudiano? (“Hanna, quale ossessione ha spinto la tua mano… la mia o la tua?” Molto elegante, sia sul piano estetico che spettacolare, la scena con la resa dei conti finale. “Non chiedere aiuto ai morti, non chiedere aiuto ai vivi!”
ps. Non comprendo le perplessità sull’inserirlo fra gli horror. A blood & gore stava messo bene, considerata anche l’epoca in cui era uscito.

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Rimanendo sempre nel “mio modo di vedere le cose”, per me, non bastano alcuni elementi gore (o scenete splatter) per catalogare un film come horror; indubbiamente qualche momento tipico dell’horror c’è, ma davvero poca roba e totalmente in secondo piano rispetto alle componenti drammatiche e psicologiche, al contrario molto accentuate :wink:.

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All’estero è uscito anche in blu-ray con un formato diverso 1.66:1

Guarda che l’horror british inizio anni 70 insisteva sovente sui risvolti psicologici dei personaggi. Vedi ad esempio Rose rosse per il demonio, tardo-Hammer di Peter Sykes. Comunque non voglio convertiti per forza alle mie idee, ognuno…

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