GORDIANO LUPI - Storia del cinema horror italiano.

Ho ordinato uora uora i tre volumi del Lupi sull’horror italiano, ho deciso di farmi male leggendoli tutti e tre…chissà dopo averli letti ululerò alla luna…

Ho terminato il volume del Gordiano stasera, la lettura mi ha accompagnato per due mesi durante momenti “privati”, che dire, partiamo dai pregi: rapido e non certamente impegnativo…, i difetti: beh volendo qua ci sarebbe da disquisire, sicuramente l’autore è molto ripetitivo, a volte si rilegge una cosa già detta in precedenza sullo stesso film, ma spesso pare di vedere un copia incolla in tutte le trame, occhei…d’accordo…non è che i gotici siano così diversi l’uno dall’altro ma un po di varietà nella scrittura almeno ci starebbe bene.Comunque il prezzo sborsato non è certamente una follia, non hai niente di che in mano ma non hai nemmeno speso molto.
Per me che non sono un fans del genere ho trovato interessanti le trame nella loro ridondante ripetitività, certo che lo spoiler il Gordian non sa nemmeno cosa è.
Carine le interviste.
Vediamo leggendo gli altri che succederà…

Devo dire che due miei amici librai richieste per i tre volumi sul cinema horror ne hanno avute, comunque un certo riscontro di vendite parrebbe esserci. Lui non perde occasione per pubblicizzare/spammare su Facebook, almeno una qualche utilità commerciale i social networks ce l’hanno.

Be è normale, in fondo libri horror sul cinema italiano non è che ve n’è moltissimi, cmq son partito a leggere il secondo volume che tratta di Argento e Fulci e devo dire che andiamo meglio, meno ripetitivo del primo volume ma ho letto solo le prime 50 pagine per cui vedremo.

Boh io piuttosto che acquistare i suoi libri darei i soldi in beneficenza ma questa è una mia opinione personale anche se non sono il solo a pensarla cosi…

Terminato anche il secondo volume, quello dedicato ad Argento e Fulci.Meglio sicuro del primo, non avendo letto molto sul Darione l’ho trovato abbastanza interessante, il problema dell’autore è però il modo di scrivere a volte terribilmente irritante, ripetitivo e soprattutto con continui rimandi a giudizi di altri.Più che un approfondimento su un opera, spesso ci sono lunghissime trame dove svela tutto in maniera minuziosa rovinando la visione a colui che magari voleva farsi un idea del film.
Non ho capito perchè per i suoi commenti personali usa sempre il plurale maestatis, manco fosse il mago Otelma ma cazzo ci vuole tanto a parlare in prima persona?
La parte su Fulci è carina ma ormai un volume dedicato al regista è pressochè superfluo dopo l’uscita del volumone di Albiero.
Altra cosa irritante che ho trovato sia nel primo che nel secondo libro sono gli errori di stampa, ovvero parole monche di lettere e qualche singolare o plurale invertiti, ma cacchio prima di una stesura un controllino no?
Sotto con il terzo volume adesso.

Spostiamo la discussione nel thread dei libri?

Perché mai? Abbiamo stabilito che i threads sui libri dedicati al cinema rimangono nella sezione principale. Semmai andrebbe alla sezione Tutti i colori del buio. Comunque ho dato una sbirciatina alle schede su Fulci: francamente certe osservazioni le ho trovate superficiali e irritanti, vedi quella sul finale di Paura nella città dei morti viventi.

Non sapevo che avevate stabilito sta cosa, secondo me era meglio dall’altra parte ma se è già stata discussa la questione finisce qui.

Per tornare a Gordiano concordo con te su alcune sue osservazioni superficiali, cmq ripeto nel complesso trattasi di una lettura spensierata che alla fine se avvicina gente al genere ben venga.Una cosa che invece trovo grave per uno scrittore che probailmente avrà fatto una scuola classica tipo liceo oppure università è la sua ridondante ripetitività anche nel giro di una facciata di foglio, per esempio: in un passaggio disquisisce sugli horror di Fulci, mi pare l’Aldilà, Paura nella città e Zombi 2; invece di fare un discorso generale parla prima del primo, poi del secondo e poi del terzo definendoli sempre Artaudiani con sto aggettivo caro al regista, per cui mentre leggi ritrovi le stesse frasi e spiegazioni per tutti e tre, allora dico io ma ci pigli per il culo? Scrivi che il regista nei suoi film si ispira al modello di Artaud e falla finita invece di riprendere l’aggettivo e riscriverlo tre volte nel giro di tre frasi ravvicinate…oh forse son io che son particolare però cacchio un po di varietà nello scrivere.

Eh, il vocabolo “artaudiano” ha creato mostri. Fra l’altro non fu manco Fulci, il primo a usarlo: fu Tullio Kezich a utilizzare il termine “crudeltà artaudiana” nel recensire Cane di paglia. A dirla tutta, chiunque legga il saggio di Artaud Il teatro e il suo doppio si renderà conto che la sua concezione di crudeltà non c’entrava nulla col gore e le efferatezze (lo metteva in chiaro lui stesso). Fulci voleva darsi un tono, diciamo così. :smiley: