Graffiti o non graffiti?

Va anche detto che una marea di ragazzi che scrivono non sa nemmeno cosa significhi la parola “calligrafia”. Questo è il motivo per cui in giro il 90% delle tags fa schifo, e una tag brutta vale quanto una scritta politico/ultrà/amorosa su un monumento: MONDEZZA.

http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/esteri/sindaco-graffiti/sindaco-graffiti/sindaco-graffiti.html

[i]Il sindaco assume i graffitari
“Liberi di sporcare per abbellire”
L’idea del sindaco Luzhkov. Coinvolti più di un centinaio di adolescenti
Dal nostro corrispondente GIAMPAOLO VISETTI

MOSCA - Per dire addio allo squallore comunista, Mosca si affida alla creatività dell’Occidente post-industriale. Cacciati e condannati a Londra e Berlino, ma pure in Italia, nella capitale ex sovietica i graffitari vengono invece assunti dal Comune.
L’idea è venuta al sindaco Yuri Luzhkov. Scorrendo gli elenchi interminabili dei giovani moscoviti che ogni settimana venivano multati per aver imbrattato palazzi, autobus e treni, l’ex sfidante del presidente Vladimir Putin ha deciso di usare la loro voglia di esprimersi per cancellare il grigiore che ancora domina gli sterminati e indistinguibili quartieri di una metropoli da oltre 15 milioni di abitanti. È nato così “Progetto Fabbrica”, il primo accordo tra un municipio e la bande dei ragazzi di strada.

Un centinaio di adolescenti, dopo aver sostenuto un test artistico, ogni mattina raggiunge le circoscrizioni e ritira pennelli e barattoli di colore. Poi si mette diligentemente all’opera, seguendo una mappa comunale con gli elenchi di palazzoni, ex industrie, stazioni, ponti e sottopassi da rendere meno angoscianti. Una sola condizione, posta dai graffitari al sindaco: essere liberi di dipingere ciò che vogliono, compresi soggetti che denunciano le disperanti ingiustizie che ancora devastano la Russia post-sovietica. Per il resto, impiegatizia puntualità, paga da fame e dannata fantasia.

Il primo esperimento, nei famosi “stagni del patriarca” dove Bulgakov ha ambientato Il maestro e Margherita, è stato un successo. Il Comune ha chiesto ai graffitari di reinterpretare decine di panchine in rovina, come tutto ciò che nell’ex Urss è affidato ai servizi pubblici. È nata una inedita opera d’arte a tappe, uno straordinario percorso bulgakoviano che, panchina dopo panchina, denuncia il ritorno della mentalità sovietica nel Paese.

Il caso, scoppiato sui giornali più ossequiosi verso il Cremlino, non ha fermato il progetto-graffiti. Forte di un sondaggio secondo il quale l’80% dei moscoviti considera la città “potenzialmente bellissima ma realmente orribile”, Luzhkov ha rilanciato. Altri 200 artisti- murali sono stati assunti nel progetto “Gioco del terzo millennio” e sguinzagliati nelle periferie. Risultato: fine delle scritte scurrili e metamorfosi dell’incubo in sogno. Il muraglione della centrale elettrica è diventato un bosco di betulle, il tunnel autostradale di Syromjatniceskij un cielo che si confonde con l’orizzonte. Sui casermoni del distretto Basmannij sono comparse discoteche hi-tech, scarpe-automobili volanti, giungle tropicali e realtà virtuali vomitate da tivù e computer. Una trentina di sottopassi di cemento sono ormai mostre-stabili di arte contemporanea.

Nei fine settimana la folla di visitatori è tale che già galleristi e pittori delle avanguardie adottano gli spazi affrescati dai graffitari per estemporanee esposizioni. Un’agenzia privata sta per distribuire una guida ai graffiti della capitale, con tanto di percorso e accompagnatori. Pezzo forte, i “khrusciovki” di Cerjomuski. Nel quartiere operaio a sud di Mosca una ventina di palazzoni dell’era Khrusciov, trenta metri quadri per famiglia, sono stati trasformati in altrettanti animali. Chi abitava in luridi cubi di laterizio, è ospite ora della pancia di un ippopotamo, o vive aggrappato al collo di una giraffa, oppure vola sulle ali di una cicogna, o galoppa sul dorso un destriero.
Una visione straordinaria, nell’insieme, e già i taxisti propongono la visita “allo zoo più grande del mondo”.

La febbre del graffito è tale, mentre in città stanno sorgendo 32 grattacieli in vetro di oltre 50 piani e sono in progetto 178 torri alte più di 300 metri, che il Comune ha deciso di concedere ai giovani anche i “muri sacri” della splendida metropolitana realizzata da Stalin. Ogni stazione affronterà un problema di oggi, collegato ai temi di mosaici e dipinti di regime dell’epoca sovietica. Dal socialismo reale al post-capitalismo creativo.

(13 aprile 2006)[/i]

Non diciamo cagate.
Una tag brutta significa tante cose e te lo posso dire io che di tag brutte me ne intendo.
La sola cosa che mi dispiace è che persone che non hanno un cazzo a che fare con questa cultura si arroghino il diritto di giudicare.
Sono certo, perchè lo sono, che non basta un dottorato in belle arti per poter dispensare giudizi.
L’Hip-Hop è una cultura estremamente mutevole e sopratutto abbracciata per le più disparate ragioni da chiunque, pertanto affermare con arroganza che un rapper è bravo o meno che un writer è bravo o meno( e qui è ancora più difficile) o un breaker ancor peggio credo sia un grosso errore.
Nel breaking poi la cosa è ancora più tragica perchè come ben saprà qualcuno c’è chi distingue lo stile puro dalle evoluzioni.
Ma questa è un’altra storia.

D’accordissimo.

Sì, questa era la filosofia di Aelle, poi s’è finito che una marea di incapaci risultavano d’improvviso delle cime. Altri già nascevano con l’umiltà sotto le scarpe e oltre a darsi dei meriti loro gliene venivano pure riconosciuti altri. Io non ho mai sopportato tutto questo e se ben ricordo pure a te dava un certo nervosetto… :smiley: Ma questo è un discorso che mi sento di poter fare solo a chi è stato nel movimento, non sarebbe valido per gli esterni, dato che non avrebbero obiettivamente il know-how per poter dare giudizi in merito.

Per me una tag brutta tale rimane, non discuto i significati che può avere o la passione che ci può essere dietro, ma in molti casi la sostanza è che la gente non ha l’umiltà di stare a casa a studiare prima di agire. E sono convinto che questo lo capisci molto bene pure tu, visto che come me ci sei stato dentro.

29/10/2008
Graffiti, linea dura del governo:
diventa reato imbrattare i muri
Giro di vite nel Cdm di venerdì

reclusione fino a 6 mesi e una multa da 500 a 1.500 euro per gli imbrattatori ’semplicì. Se poi la bomboletta spray si abbatte su edifici di interesse storico o artistico, allora il graffitaro rischia due anni di galera, una multa che può arrivare a 5mila euro e l’obbligo, anche in questo caso, di ripulire a proprie spese quanto deturpato
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200810articoli/37764girata.asp

Il regim… pardon, il governo ha deciso: non graffiti… e adesso possiamo anche lucchettare il topic

Beh ma per far dimenticare al signor Rossi della porcheria chiamata lodo Alfano toccherà pure inventare qualche diversivo…

Contrario ai graffiti in linea di principio. Non dubito che possano anche essere arte (per carità) ma a me fanno cagare…poi se li fanno su dei capannoni industriali in periferia non è come vederli in via Arcivescovado a Milano, ovvio

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La proposta di legge mi sembra largamente condivisibile.

Anche secondo me. Un conto è fare graffiti su spazi concessi da un ente o da un privato (a me non piacciono ma ovviamente nulla in contrario), un altro è imbrattare muri o mezzi pubblici in giro per le varie città.
Comunque penso che a parte qualche sfigato che incapperà nelle maglie della legge nei primi tempi, poi tutto tornerà com’è oggi.

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E’ accusato di danneggiamenti per aver realizzato graffiti in diversi punti della città
Boston, arrestato il ritrattista di Obama
Shepard Fairey era diventato famoso per l’immagine tricolore del presidente. Ora rischia tre anni

http://www.corriere.it/esteri/09_febbraio_08/arrestato_creatore_ritratto_obama_7bfea9d4-f5cd-11dd-9877-00144f02aabc.shtml

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Qui siamo alla follia… negli Usa questo artista, che peraltro ha in qualche modo contribuito al successo di Obama, rischia tre anni per imbrattamento: ma una multa non bastava?
Se invece fosse stato in Italia e avesse stuprato qualcuno probabilmente sarebbe al massimo agli arresti domiciliari con la prospettiva di non fare neppure un giorno di carcere. Il mondo è davvero malato… :frowning:

Dov’è il problema, scusa? Scommetto che se ti imbrattano casa nemmeno tu sei contento, no?

Comunque io sono favorevolissimo ai graffiti, fino al momento in cui siano realizzati in aree appositamente adibite.

Il problema è molto semplice, strano che tu non l’abbia intuito, ossia che lo Stato Italiano dà ad alcune situazioni più peso che ad altre.
Se avessi letto l’articolo ti sarebbe saltato agli occhi questo trafiletto:

“All’esame delle commissioni parlamentari di Camera e Senato ci sono infatti sette proposte di legge per modificare l’articolo 639 del codice penale, prevedendo, come nel caso del testo depositato da Siegfried Brugger, presidente del gruppo Misto a Montecitorio, insieme ai colleghi delle minoranze linguistiche Rolando Nicco e Karl Zeller, fino a due anni di carcere, una multa fino a 5mila euro e l’obbligo di ripulire a proprie spese i beni deturpati. Il Parlamento, dunque, si mobilita contro vandali e imbrattatori con iniziative legislative avanzate tanto dalla maggioranza quanto dall’opposizione: tre le proposte presentate al Senato, due dal Pdl (Giuseppe Valditara e Antonino Caruso) e una dalla senatrice Helga Thaler Ausserhofer del gruppo Udc-Svp.”

Non ti sembra un pò eccessivo dare due anni di carcere + multa a chi colora un muro?
Percarità punibile, ma così è davvero un pò troppo, soprattutto quando in Italia, come ha detto Steed, un depravato che stupra una ragazza, si fa i domiciliari e viene creata una legge che depenalizza il falso in bilancio.
Diciamo che sull’ago della bilancia io avrei accentuato altri problemi, non certo quello dei writers.

In linea di principio a me non sembra eccessivo.
Imbrattare con dei quanto vuoi bellissimi graffiti uno spazio, non essendone autorizzati equivale a danneggiamento della proprietà.
E poi, Lara, dai, siamo obiettivi, questa proposta è come tu stessa hai scritto “All’esame della commissione”…nella realtà finirà tutto con uno scappellotto sulla nuca, un non farlo più, tutt’alpiù una multa e tarallucci e vino per tutti.

PS, Yulai…
Ma il problema è che in questo paese di merda non si dovrebbe parlare nemmeno di queste cose. Più di un battito di ciglia. E si dovrebbe fare rispettare la legge.
Modificarla si, certo, in modo che sia giusta ed equa, giustissimo, ma smetterla di parlare a vita del singolo caso e tralasciare invece, cazzo, una realtà globale nazionale che va a rotoli. Vedi ciò che sta succedendo in questi giorni sul caso di Eluana Englaro. Patetico.
Forse io e te parliamo diversamente delle stesse cose. Non lo so…