Gravity - Alfonso Cuarón, 2013


IMDB

In uscita a ottobre, il nuovo film di Alfonso Cuarón potrebbe tranquillamente intitolarsi Open Space, visto che pare in tutto e per tutto una trasposizione spaziale di Open Water.
Due astronauti stanno lavorando attorno a uno Shuttle attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale, quando un patatrac di qualche tipo (da cui la stessa ISS non sembra uscire molto bene) lascia i due malcapitati alla deriva nello spazio e senza più alcun contatto con la Terra.

I due astronauti sono interpretati nientemeno che da George Clooney e Sandra Bullock, e sono gli unici attori accreditati nel film, fatte salve le voci del controllo missione e del comandante della ISS.
Com’è abitudine di Cuarón, il film è costituito da lunghi piani sequenza di cui il maggiore è proprio la scena d’apertura, che dura 17 minuti.
Il film è, al solito, in stereoscopia e dall teaser trailer ufficiale la cosa si capisce bene.

//youtu.be/ufsrgE0BYf0

Premesso che il film solletica inevitabilmente la mia passione fantascientifica, e che la vista di un astronauta alla deriva nello spazio mi fa scattare riflessi Kubrickiani (e loro lo sanno) il teaser mi solleva tre grossi dubbi:

Il primo riguarda i VFX digitali che, nonostante siano realizzati dalla Framestore, non mi paiono molto convincenti.

Il secondo dubbio è sullo stratosferico budget di 80 milioni di dollari, per un film che presumibilmente sarà girato per 3/4 con i due attori appesi davanti a un green screen. Un investimento di quel tipo pretende un rientro deguato, il che significa grande pubblico, con tutto il popcorn che ne consegue.

Terzo e ultimo dubbio, il cast. Personalmente ritengo Clooney un bravo e simpatico interprete, ma troppo piacione e ormai troppo Nespresso per risultarmi credibile come astronauta. Sandra Bullock invece non la reggo proprio, e comunque come credibilità anche lei non mi pare il massimo.

Il tutto mi fa venire in mente la frase di Roger Corman su Hollywood che gli frega le idee e le rifà con budget da elefante. Qui abbiamo un “Open Water meets Apollo 18” che costà 15 volte i due film messi assieme.
Ma vabbe è presto per giudicare’, è solo un teaser, prepariamoci a ottobre per il nuovo 2001! :smiley:

Nuovo trailer.

//youtu.be/H4coTNta-YA

Visto ieri al cinema Cuaron si conferma un regista con i controcazzi, e qui lui scrive, dirige e produce. Il film è indispensabile per chiunque sia patito dello spazio, difficilmente ho visto un tale livello di dettaglio e credibilità, è semplicemente stupefacente, lascia a bocca aperta. E questo senza vederlo in 3D (che mi irrita il prepuzio), ce lo si gode benissimo senza eccessive baracconate. È chiaramente un bell’omaggio a film come Apollo 13 (e infatti la voce del Mission COntrol di Huston è di Ed Harris), come un omaggio a tutti gli astronauti, passati e presenti, che ormai vengon visti quasi come turisti fino a che non succede qualche casino. Ma è anche un film sull’ostinazione dell’animale uomo a sopravvivere, ad attaccarsi ad ogni possibile barlume di speranza pur di portare a casa la pelle. È perfetto? Sicuramente no, d’altro canto non potevano girarlo nello spazio e qualche licenza se la sono presa, ma da Buzz Aldrin a Michael J. Massimino, tutti gli astronauti intervistati hanno decantato le lodi circa il realismo del film. E alla fine ci si dimentica delle poche pecche, si apprezza la prova estremamente convincente di Clooney e soprattutto di Sandra Bullock, che nomralmente detesto, e qui fa uno sforzo fisico mica male. La tensione è molto ben tenuta, in parecchi momenti mi son ritrovato a muovere le mani come per aiutare gli astronauti, una loda al regista, che ci delizia coi suoi soliti piani sequenza. Anche al box office non ha sfigurato, dietro ad un budget di 100 ml per il momento ne ha incassati 216.

Per chi volesse saperne di più circa la verosimiglianza del film:

http://www.washingtonpost.com/lifestyle/style/mark-kelly-gives-an-astronauts-view-of-gravity/2013/10/11/2b4e5e6c-3286-11e3-9c68-1cf643210300_story.html



Visto in sala, in 3d, e sono stati soldi davvero ben spesi. Sia per il film, molto bello, che per il 3d, una tantum ben utilizzato e assai funzionale. Dopo 7 anni di attesa (da “I figli degli uomini”), Cuaron torna in pista alla grande, realizzando quello che potremmo definire un “kolossal minimalista”. In pratica, un “Sandra Bullock show”, dove la 49enne (in gran forma, specie braccia e cosce) attrice regge la scena dal primo all’ultimo minuto senza cedimento alcuno. Clooney, va detto, è quasi relegato a comparsa o poco più. Va comunque sottolineato che, più di un semplice film, si tratta di una vera “esperienza CINEMATOGRAFICA”: a vederlo in tv, anche se è un televisorone grande e grosso, e il supporto è un blu-ray 3d, l’opera perde comunque il 70-80% di fascino, potenza e “senso”. Cinema-cinema, insomma. E fra qualche mese, mi auguro di vedere il reparto effetti speciali, il direttore della fotografia (Emmanuel Lubezki), e naturalmente la Bullock candidati (come minimo) agli Oscar.
P.S. Aggiornamento incassi: 285 milioni circa. Successo addirittura insperato per la Warner, che in questi giorni ha addirittura aumentato il numero delle sale, negli States.

Visto poco fa al cinema in 3D (e pure in inglese).
Per me è il film dell’anno, di una bellezza indicibile.
Il 3D è bellissimo e non è affatto un gadget, è assolutamente parte della storia e viene finalmente usato come elemento del racconto. Sicuramente il film è bellissimo anche in 2D ma questo è un 3D che ha davvero un suo perché.

Film davvero bellissimo (lo ripeto), teso, essenziale, coinvolgente, spettacolare, angosciante, visivamente superbo.
E ha il merito di durare 90 minuti, in 90 minuti riesce a dire tutto, nulla è superfluo.
La mano del regista si sente tutta, tutto è studiato in maniera perfetta, i virtuosismi tecnici (che sono in scena dal primo all’ultimo minuto) sono spesso sbalorditivi e coinvolgono come poche altre cose.
Non esagero se dico che è stata una delle esperienze cinematografiche più coinvolgenti di tutta la mia vita.
Non mi interessa la verosimiglianza, non è un documentario o una ricostruzione, è solo un grandissimo spettacolo per occhi, cuore e orecchie. Per 90 minuti mi sono sentito nello spazio, mi basta e avanza.

Cuarón è davvero un grandissimo autore a tutto tondo. Spero che continui ad esprimersi su questi livelli.

Il film poi è pieno zeppo di simbolismi più o meno riusciti che parlano di massimi sistemi ma non ho trovato la cosa irritante. Tutto mi è parso fatto molto bene.

La Bullock è bravissima, Clooney fa il suo ma senza essere particolarmente memorabile (ci avrei visto chiunque altro al suo posto), forse è un po’ troppo guascone e questo in un certo senso è un male.

Stupendo il sonoro, con tutti i suoni attutiti, sembra davvero di essere nello spazio, ci sono dei momenti in cui il coinvolgimento è a livelli pazzeschi. Bella pure la musica, magari un po’ ruffiana in certi pezzi o persino un po’ invadente ma funziona da Dio.
Il film poteva anche finire un po’ prima e per me avrebbe funzionato lo stesso (anzi, forse persino di più).

Non vedo l’ora che esca il blu ray, per questo film sarei capace di prendermi una tv 3D e guardare solo questo film.
E spero che ci siano mille ore di extra, voglio sapere TUTTO di ogni scena, ogni singolo effetto, ogni dettaglio.

Visto ormai due mesi fa in sala e in 3D, visto e dimenticato abbastanza in fretta.
Spettacolare senza dubbio, coinvolgente soprattutto nella prima parte e con un abbinamento tra suono e immagini notevolissimo e furbo, una colonna sonora piena e dissonante che nasconde l’assenza (corretta) di suoni nello spazio.
Il discorso del 3D che stavolta è funzionale al racconto è stato un po’ il mantra che ha accompagnato questo film dall’inizio. A mio parere la riuscita del 3D è più semplicemente legata allo specifico del film, tutto fatto di corpi e oggetti sospesi davanti a uno sfondo prospetticamente molto distante e ad inquadrature molto lunghe e avvolgenti. E’ un’osservazione ovvia, ma è lo stesso risultato che si ha nelle riprese stereoscopiche subacquee, per via dei pesciolini e delle particelle in sospensione, delle pareti rocciose che esaltano la prospettiva della scena.
Comunque non c’è dubbio che si tratti della miglior stereoscopia vista finora al cinema.

La sceneggiatura si muove su schemi classici sempre molto funzionali per la suspense, su tutti la deadline - letterale - dei

detriti in orbita che si ripresentano a intervalli regolari

e in questo lo script funziona bene.
Quello che proprio non ci ho trovato è un reale coinvolgimento emotivo legato ai personaggi in pericolo. La dottoressa protagonista del film ci viene presentata come un’astronauta alle prime armi e non molto brillante, facilmente preda del panico, però dopo

tre o quattro collisioni che stroncherebbero un bue, dopo l’ennesimo appiglio afferrato con la punta delle dita o l’ennesimo portello che si apre a cannone senza staccare il braccio che regge la maniglia, passando per il fatto che la tipa inesperta riesce ad approdare a due stazioni orbitanti e ad attivare i moduli di rientro quasi premendo a caso i comandi e ricevendo pure aiuto da un’allucinazione - George Clooney redivivo che le spiega come far partire la Soyuz, da vero deus ex machina - fino a precipitare assieme alla base cinese in fiamme, per poi finire sott’acqua e riuscire a liberarsi in tre secondi di una tuta che richiederebbe un’ora per essere rimossa, e poi a nuotare fino a riva senza manco un graffio o una bruciatura… beh la mia incredulità, da sospesa che era, si è frantumata a terra già da po’.
Il realismo non è di casa al cinema e non è neanche richiesto, però se a un certo punto del film capisci che il protagonista ce la farà sempre e comunque, e che rimarrà incolume qualunque cosa gli accada, allora smetti di partecipare e ti limiti a seguire lo show da spettatore, in modo superficiale, come in un film di Emmerich o di Bay. Almeno, questo è l’effetto che questo tipo di racconto fa su di me.

Poi sarà che la faccia da pescetto di Sandra Bullock non mi ha mai detto e continua a non dirmi nulla.
Ho trovato pretestuoso anche l’abbozzo di storia personale della dottoressa, scontata e poco convincente. E soprattutto nella prima parte ci sono davvero troppe chiacchiere, soprattutto da parte del personaggio di George Clooney, una cosa nociva per un film che cerca di essere soprattutto un’esperienza immersiva.

Però da vedere e rivedere senz’altro, godendosi lo spettacolo grafico senza badare troppo alla sostanza del racconto.

Tieni conto che il 90% di quello che si vede nel film è CGI, comprese le tute, caschi e visiere. Gli stessi volti degli attori, quando non sono interamente digitali (in poche occasioni comunque), sono stati utilizzati più che altro come texture animate e reilluminate secondo l’esigenza della scena.

Al di là delle immagini digitali, uno degli aspetti tecnici più interessanti è un’invenzione battezzata “Light Box”, un cubicolo con le pareti interne fatte di schermi a led su cui venivano proiettati gli sfondi del film. Piazzando gli attori all’interno del cubicolo si aveva un’illuminazione coerente con lo sfondo, così com’era stato deciso in fase di previsualizzazione. In questo modo sono state realizzate per esempio le inquadrature con la Bullock che gira vorticosamente nello spazio. L’attrice era ferma mentre l’animazione dello sfondo scorreva sugli schermi a led.

Se già non lo conosci, ti consiglio un’occhiata al numero di gennaio di Cinefex. Tra l’altro la rivista da un po’ esce anche in versione iPad, con contenuti multimediali extra, vfx breakdown eccetera.
Non sono più i numeri monografici di una volta, quando i film in uscita erano molti meno, ma è sempre la rivista più autorevole nel campo degli effetti visivi, con articoli completi fino all’ultimo dettaglio, roba da veri fanatici :slight_smile:

Sotto c’è un breve dietro le quinte dove si vede appunto la Light Box all’opera. Occhio che il filmato è SUPERSPOILER man mano che procede, e in chiusura c’è proprio il finale del film, avvertiti.

//youtu.be/QxHc8Ns5g1c

Sono D’accordo con quello che scrivi però questo film mi è davvero rimasto dentro e, a distanza di un mese e mezzo dalla visione devo dire che continuo a conservarne un ricordo straordinario.
Sarà che tornavo al cinema dopo un bel po’ per vedere un film contemporaneo (non riesco più a vedere film doppiati e non è facile trovare proiezioni in lingua originale), sarà che per la prima volta vedevo un 3D che davvero mi ha scombussolato, sarà che quella sera ero in buona, boh…
Resta il fatto che, nonostante tutti i problemi di sceneggiatura che hai giustamente citato, questo film continua a piacermi da matti, visivamente mi ha appagato come poche altre volte mi è capitato, specialmente negli ultimi anni.

E infatti è lì che il film ha funzionato, almeno con me. Perché sono stato al gioco, mi ha coinvolto al 100%, per 90 minuti sono stato nello spazio e non ho fatto caso a tutte le piccole/grandi esagerazioni della sceneggiatura (che sicuramente in altri contesti - da cagacazzi quale sono - avrei certamente notato impietosamente).
Per fare un paragone scrauso è lo stesso discorso che avevo fatto tempo fa per un mockumentary chiamato Atrocious. Un film che fondamentalmente è una stronzatona ridicola ma che è riuscito a prendermi e a terrorizzarmi come non capitava da tempo.
Certo, il paragone tra i due film non ha molto senso, ma è per dire che alla fine di Gravity ero davvero stordito (in senso positivo) come se fossi stato anch’io nello spazio con quei due.

Quindi per me va bene così, visivamente mi ha così fatto impazzire che il resto è passato un po’ in secondo piano anche se comunque, a parte le cose che segnali, devo dire che a me non è dispiaciuta nemmeno la storia.

L’unica cosa che non mi ha soddisfatto in pieno è il finale perché avrei preferito qualcosa di diverso, anche di tragico, ma il suo ritorno sulla Terra non mi ha convinto anche perché la magia che si era creata nello spazio è un po’ svanita non appena lo si è abbandonato.

Non ho voluto vedere il filmato che hai linkato perché sono uno psicopatico e voglio vedere tutti gli extra in HD sul plasma :smiley:
Comunque sì, mi immagino un tripudio di effetti digitali anche per cose che non immagino nemmeno lontanamente e infatti sono davvero impaziente di vedere tutto in blu ray.

Devo ancora capire quale sarà il blu ray migliore e infatti, per il momento, non ho ancora fatto nessun pre-order.

Tra l’altro è stato girato anche uno spinoff di sette minuti della scena “bau bauuu” tanto per capirci.
Il corto è diretto dal figlio di Cuarón, sette minuti per centomila dollari di budget e una crew di dieci persone.
Non metto il link che tanto si trova anche su youtube con il titolo “Gravity Spinoff Aningaaq” (sì, lo so Giorgio che tu lo aspetterai in HD sul blu ray :D).

Visto solo ieri sera, a casa e purtroppo in 2d. Nonostante questo, e nonostante mi mangi le dita per non essere andato al cinema a vederlo in 3d, devo dire che concordo in pieno: stupendo! mi è veramente piaciuto molto.

Mah, secondo me il finale va bene così: in fondo tutto il film è ambientato nello spazio, per cui è giusto che l’arrivo sulla Terra sia descritto in quei pochi minuti

In effetti non vedrei altre soluzioni tecniche per poter girare così

Sì, ma quello che volevo dire io è che per me il film poteva anche finire nello spazio

Ah, si, in effetti…

Anche se forse la vista di un po’ di terreno dà un certo sollievo, dopo la tensione continua che comunque
è sempre presente per tutto il film.

Immenso, non posso agggiungere altro a quanto già scritto da Federico e Cosmodrome, perché la sinergia dei loro due punti di vista esprime al meglio ciò che penso del film.

E’ vero, Gravity vive del paradosso di un estremo realismo sotto il quale soggiacciono accadimenti anche piuttosto improbabili, come quelli menzionati sotto spoiler da Cosmodrome. Tuttavia, ritengo che l’esperienza “esistenziale”, catartica, di una intensità e profondità pazzesche, che Cuarón e la Bullock fanno vivere allo spettatore, sia qualcosa di impagabile, a tratti commovente, e dunque mi ritengo soddisfatto così. Di più non avrei potuto chiedere.
Gli extra del bluray sono interessanti quasi quanto il film, aiutano tantissimo a capire le aspirazioni e le ambizioni di Cuarón, gli sforzi suoi e del cast, la ricerca ossessiva e maniacale, soprattutto a livello di suoni, rumori e musiche, i molti simbolismi che si celano dietro le immagini.

Io sono un gran fautore della Bullock sin dai tempi di Speed, quindi la sua prova non mi ha meravigliato in questa occasione, tuttavia è impressionante leggere la lista di candidate alle quali la WB aveva pensato prima della Bullock. Non mi vengono in mente molte altre attrici che avrebbero potuto dare quello che lei ha dato a Gravity. A esagerare ne conto 2, forse 3. LA WB invece si era rivolta dapprima alla Jolie, poi aveva pensato anche a: Marion Cotillard, Scarlet Johansson, Blake Lively, Rachel Weisz, Natalie Portman, Naomi Watts, Abbie Cornish, Carey Mulligan, Sienna Miller, Rebecca Hall, Olivia Wilde. Almeno metà di queste, a mio parere, avrebbero ucciso il film.

Anche per il ruolo di Clooney è stato messo su un bel circo; il primo candidato fu Robert Downey Jr, che però era impegnato con Iron Man 3 e The Avengers. Successivamente, sono stati presi in considerazione: Daniel Craig, Tom Cruise, Tom Hanks, Harrison Ford, John Travolta, Bruce Willis, Russell Crowe, Kevin Costner e Denzel Washington.

Tutto vero quel che ha scritto D-Fens sull’elenco delle attrici che avrebbero voluto (o erano comunque state prese in considerazione per) il ruolo. Con una certa cattiveria, faccio notare che alla fine l’ha conquistato la…più vecchia della lista (la Bullock è del '64)! Personalmente, scartando la troppo giovane Johansson (classe 1984), avrei visto bene la Cotillard o la Weisz: entrambe non yankee, e con facce che reggono magnificamente i primi piani. Al posto di Clooney…mah?! Si tratta di un ruolo comunque “limitato” (chi ha visto il film, sa a cosa mi riferisco…): diciamo che il pur valido “zio George” è servito innanzitutto a “vendere” il prodotto, alla casa di produzione innanzitutto, e poi al pubblico stesso. E però, proprio il marito della suddetta Weisz, Daniel Craig, avrebbe fatto la sua figura. Lo abbiamo visto nudo (più volte…), lo abbiamo visto in smoking, a Craig mancano giusto i panni dell’astronauta…
P.S. Una considerazione finale sugli Oscar: ben lieto che abbia fatto SACROSANTEMENTE man bassa nelle categorie tecniche. Un pò superfluo invece il premio per le musiche (il film funziona meglio nelle scene in cui ne è privo!), mentre Cuaron poteva aggiudicarsi la statuetta già per “I figli degli uomini”. Ma il messicano è uno che sa aspettare…

Noooo, Craig no, per carità, che rimanga a spaccare tutto in 007 (io non faccio testo, non lo sopporto manco come James Bond). A me pare di una inespressività allucinante, finché si tratta di testosterone e pettorali ok, ma qui… vabbè, inutile dirlo, parere stra-personale comunque.

Rispetto alla Bullock, quello di Clooney è effettivamente un ruolo che avrebbe consentito anche più varianti, come attori possibili. Di quella lista lì, tolti forse Travolta e Cruise, sarebbero potuti andar bene un po’ tutti (Washington, Hanks e Downey Jr credo che avrebbero reso molto bene). Tuttavia Matt Kowalsky è praticamente Clooney stesso, guascone, ironico, rassicurante, pare proprio cucito addosso a lui, e a Geroge va riconosciuta una certa sottigliezza che a quel troll di Craig sarebbe mancata.

“Troll” mr Craig?! Vabbè, come hai detto tu parere “stra-personale”, non voglio cominciare discussioni o litigi in merito, ci mancherebbe. Diciamo comunque che, pur apprezzando la prova di Clooney nel film, forse qua e là è troppo “paraculo”, insomma nello spazio e in quella situazione ci voleva un pò meno di “TIPICO” Clooney, e un pizzico in più di drammaticità. Cosa che Craig, e perchè no pure un Washington, avrebbero garantito. Ad ogni buon conto, resta un gran film, che però dubito lo guarderò mai su uno schermo tv…

Questo mi ha fatto molto ridere.

//youtu.be/Gw79smKZB9E