Temevo molto questo sesto episodio, perché già avevo letto da qualche parte dell’introduzione di una componentemistica che rende Myers lo strumento di una setta dedita a culti druidicie la cosa mi rendeva quantomeno scettico.
In realtà per la prima ora del film questa storyline viene appena accennata e si può procedere sui classici binari della saga, con qualche licenza gore più spinta del solito e un po’ di confusione nella trama troppo affollata di personaggi ripescati dai film precedenti (il giovane Tommy Doyle ormai cresciuto) e alcuni introdotti per l’occasione (i parenti degli Strode che abitano nella vecchia casa di famiglia).
Chappelle comunque dirige con solido mestiere, e se ormai la raffinatezza del prototipo è andata a farsi benedire da quel dì, la pellicola si segue senza gli sbadigli né l’irritazione generati dal capitolo precedente.
Poi arriva la mezz’ora finale e il delirio dello script prende il sopravvento, peraltro spiegando le cose in maniera assai nebulosa: mi risulta esista un montaggio alternativo denominato Producer’s cut che potrebbe forse rendere la vicenda più chiara, ma nella versione cinematografica è tutto pasticciato e appiccicaticcio.
Pleasence poco presente, probabilmente a causa delle condizioni di salute (morirà subito dopo le riprese e il film è infatti dedicato alla sua memoria).
A questo punto arriverà Halloween - H20, di cui ho già avuto modo di scrivere qualche anno fa, a cancellare totalmente questo episodio e i due predecessori, riportando le cose alla fine del secondo film. E, pare, ad ottobre 2018 verrà distribuito un ennesimo nuovo capitolo della serie che rimescolerà nuovamente le carteriportando in vita il personaggio di Jamie Lee Curtis.