Hemingway: "Ho ucciso con gioia"

dal tgcom

Eliminò 122 soldati tedeschi disarmati

Lo scrittore americano Ernest Hemingway avrebbe ucciso 122 prigionieri di guerra tedeschi, disarmati. Pubblicate due lettere dove l’autore di “Addio alle armi” confessa di aver goduto nello spargere il sangue del nemico. Non ci sono testimoni per confermare le sue affermazioni e i critici sospettano che questa potrebbe essere una della tanta vanterie che hanno caratterizzato la vita avventurosa di Hemingway.

E’ stato Rainer Schmitz, giornalista tedesco, che nel suo “Cosa è successo al teschio di Schiller? Tutto quello che non sapete sulla letteratura”, raccolta di aneddoti sconosciuti di autori celebri, ha portato alla luce le due lettere incriminate, in Germania ancora inedite.

Guerra ai “crauti”
Subito dopo lo sbarco di Normandia, nel giugno 1944, Ernest Hemingway si unì al 22esimo reggimento della IV Divisione di fanteria americana col grado di ufficiale. Non era solo un cronista: lavorava, infatti, già per i servizi segreti americani. Grazie alla sua conoscenza del francese, lo scrittore fu inviato a Rambouillet, vicino Parigi, dove interrogò centinaia di prigionieri tedeschi da lui chiamati con disprezzo “crauti”.

Il 27 agosto 1949 Hemingway scrisse una lettera al suo editore Charles Scribner: “Una volta ho ucciso un crauto-SS particolarmente sfrontato. Al mio avvertimento, che l’avrei abbattuto se non rinunciava ai suoi propositi di fuga, il tipo aveva risposto: ‘Tu non mi ucciderai. Perché hai paura di farlo e appartieni a una razza di bastardi degenerati. Inoltre sarebbe in violazione della Convenzione di Ginevra’. Ti sbagli, fratello, gli dissi. E sparai tre volte, mirando allo stomaco. Quando quello cadde piegando le ginocchia, gli sparai alla testa. Il cervello schizzò fuori dalla bocca o dal naso, credo”.

Tiro a segno
Il 2 giugno 1950, il futuro premio Nobel scrisse ad Arthur Mizener, docente di letteratura alla Cornell University: "Ho fatto i calcoli con molta cura e posso dire con precisione di averne uccisi 122». Uno di questi tedeschi, racconta, “era un giovane soldato che stava tentando di fuggire in bicicletta e che aveva all’incirca l’età di mio figlio Patrick”. Hemingway gli sparò alle spalle.

Verità o finzione?
In molti pensano che possano essere, queste due lettere, una delle tante spacconerie dello scrittore americano. Il giornalista Schmitz ammette che Hemingway, narcisista fino alla morte, possa aver esagerato.

Ma non è escluso che, conoscendo il suo amore per le “passioni forti”, durante la Seconda guerra mondiale egli abbia effettivamente violato la Convenzione di Ginevra.

L’amore per la caccia
Del resto sono particolarmente significative le parole pubblicate in un articolo nel 1936: “Certamente nessuna caccia è paragonabile alla caccia all’uomo e chi abbia cacciato uomini armati abbastanza a lungo e con piacere, dopo non si è mai interessato di null’altro”.

Ernesto era per voi normale?
Il suo uccidere con gioia mi turba.
In guerra si uccide per vendetta, odio e ragioni moracattoliche,
Ma un presunto “malato” potrebbe anche approfittare della situazione e soddisfare le proprie pulsioni?
Un eroe di guerra è un Perlasca, uno Schindler…
Hemingway era un mostro

In uniforme si diventa tutti mostri, ahimè… dovessimo dedicare la sezione true crime ai crimini di guerra, servirebbe un forum più grande.

Esatto. La guerra tende a tirare furoi di noi, la NATURALE propensione ad uccidere. Non che giustifico Hemingway ed altri ma in determinati contesti vanno prese in considerazione troppi elementi che in condizioni normali vengono nascoste

Inoltre, come al solito, la stampa cannibalizza eventi e personaggi e butta il tutto sul sensazionalistico e sul provocatorio, cosicchè la massa si divide in due grandi schieramenti: quelli che si sdegnano e quelli che lo osannano

H. era un ubriacone e un megalomane, e non faceva nulla per nasconderlo. Qualsiasi cosa aggiungano nel bene o nel male alla sua biografia non fa che accrescerne il mito.

teoricamente in guerra si uccide per non essere uccisi, ma c’è anche chi fa numerilli come quelli descritti da ste lettere di ernesto sparalesto (e l soprannome casca a pisello). mettiamo che sia tutto vero, non poteva tenersi i cazzi propri per se invece di descrivere come e quante persone aveva sforacchiato?

Premetto che non ho mai letto Hemingway, ma mi ha colpito questa frase che lui (o chi per lui) esalta con tanta gioia e nonchalance…

e…

significative le parole pubblicate in un articolo nel 1936: “Certamente nessuna caccia è paragonabile alla caccia all’uomo e chi abbia cacciato uomini armati abbastanza a lungo e con piacere, dopo non si è mai interessato di null’altro”.

Quindi aveva ucciso già prima della guerra?:confused:

Forse dopo la guerra continuò ad uccidere.
…chissà.
Uno che descrive con così dovizia di particolari un assassinio e con tale entusiasmo normale non è.
Artista si ma schifo d’uomo.

The Most Dangerous Game

Avevo pensato anch’io ad un novello Zaroff.

Chi sa chi erano i poveri Rainsford del caso.

Perchè “schifo d’uomo?”
non intendo fomentare l’arte dell’uccisione dell’uomo armato ma in guerra (e qui si parla di questo frangente"),anche chi nella vita normale non toccherebbe una mosca potrebbe arrivare ad uccidere e i tedeschi nella seconda guerra erano in molti casi “almost-uman”…

E’ il “goderne” che lo rende inumano.

ma non si sta parlando di un uomo qualsiasi…Stava nel suo personaggio tutto ciò.

Era un uomo probabilmente più acculturato della media ma non per questo meritevole di stima dopo le sue asserzioni.
Anche tenuto conto che Hemingway fosse stato un grande cazzaro alcoolizato se ne avesse ammazzato la metà e nel modo barbaro descritto resta una bestia con grandi capacità di scrittura.
Questa è la mia visione.
Per la tua scegli tu.

Assolutamente da non stimare e da non ammirare,x ciò che ha fatto, tantomeno per come ne parla, potesse essere anche un Dio in terra.
Da condannare. Si è messo sullo stesso piano dei criminali di guerra in questo modo.Vergogna.

Non mi aveva mai ispirato più di tanto comunque…posso dire che non mi è caduto nessun mito, e non ne è nato nessuno.

Non è che si sia messo sullo stesso piano: era di fatto un criminale di guerra. Come tanti altri bravi soldatini che sono sfuggiti alla corte marziale, in quanto certi debiti li pagano solo i vinti e quasi mai i vincitori. Semmai di Ernest fa impressione che se ne vantasse, ma come giustamente rilevato da Scerba faceva parte del personaggio. Nessun tentativo di assolverlo, ci mancherebbe; ma sapendo che tipo era Papà queste rivelazioni non mi sorprendono affatto, ribadisco che era nel suo stile. E il suo mito non crollerà certo per questo, come non è crollato quello di Elvis dopo certe rivelazioni scabrose sulla sua vita.

Appunto. E tutte ste cose non toccano la grandezza dello scrittore. Amen, era la guerra, ed erano crucchi…

PS: conoscendo la biografia di Papà, non mi stupirei fosse tutta una bufala.

Wehrmacht o SS? chi lo sa…

Tutto fa brodo…

si, che poi a ben guardare ho scritto una cazzata, visto che si parla di Prima guerra mondiale (quindi erano crucchi e basta…).
Ci tengo comunque a sottolineare la differenza tra l’esercito regolare e le SS…anche se con Hemingway non c’entra una pippa.