Here (Robert Zemeckis, 2024)

Il ritorno dello Zemeckis sperimentatore di tecnologie all’avanguardia…
Here è tratto da una Graphic Novel, e da quel che ho capito è ambientata interamente in una stanza con alternarsi di personaggi che ci vivono, in vari periodi di tempo.
Sarà sceneggiato da Eric Roth e protagonisti saranno Tom Hanks e Robin Wright (quindi una sorta di Forrest Gump Reunion).
Un’altra protagonista sarà la tecnologia di ringiovanimento, il trend del momento. Sarà fondamentale drammaturgicamente in questo film. Zemeckis ha optato per l’uso del software Metaphysic, che ha colpito l’opinione pubblica USA durante una performance in America’s got talent in cui le fattezze di un attore venivano modificate in real time ricreando Elvis.

Leggendo qua e là, mi pare di capire che questa tecnologia ringiovanisce on the fly (il regista quindi ha la prestazione finale sui suoi monitor) e non è necessario un intervento in post produzione.

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Il problema è che Hanks ringiovanito neanche sembra più lui (piuttosto sembra De Niro).

Il film ha una unica inquadratura fissa… che riprenderà gli eventi e le persone di una stanza nell’arco di un secolo. Ancora più estremo di Casotto.

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Praticamente tutta la curiosità del film consisterebbe nel mostrare un famosissimo attore (perché la Wright chi se la ricordava?) oggi quasi settantenne con l’aspetto di un venticinquenne, poi trentenne e così via. Oltre alla ‘trovata’ di non spostare mai l’inquadratura (ma in tanti film di Totò lunghe scene erano filmate così). Invece di invischiarsi in tecnologie che tutto sommato neanche sono richieste dal pubblico, perché Zemeckis non fa un film normale e basta?

Bene, appurato che sono state usate tutte le più avanzate tecnologie per il ringiovanimento e l’invecchiamento degli attori, ora bisogna vedere se c’è anche una storia altrettanto solida che regge l’intero film. Ad ogni modo Tom Hanks da giovane non sembra lo stesso di quando faceva film come Splash o Big. Era venuto molto meglio Will Smith in Gemini man.

La “storia” dal trailer mi sembra veramente allettante… una telecamera piazzata in un punto fisso e il tempo le scorre davanti (un tema cardine del cinema di Zemeckis, il tempo), dalla genesi della terra, passando per l’era dei dinosauri, vari periodi storici, finché non viene costruita davanti una casa, con varie persone che ci abitano, vivono, si amano, invecchiano… una sfida registica, tecnica e di sceneggiatura.

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Evidentemente per il pubblico non ha funzionato. Infatti ha avuto un pessimo esordio negli USA. Uscito il 1° novembre ha finora incassato meno di cinque milioni. Inizialmente previsto per la metà di questo mese in Italia, è stato, come in GB e in altri paesi, spostato a gennaio dell’anno prossimo. Non vorrei sbagliare ma mi sembra di ricordare che sul sito della Eagle, che distribuisce i film Sony, c’era ma adesso è stato rimosso.

E devo dir la verità hanno fatto bene. Adesso come adesso non avrebbe vita facile.

Era già in L’uomo che visse nel futuro.
Per quanto riguarda la telecamera fissa ci aveva già pensato Andy Warhol (oltre agli innumerevoli pionieri del cinema a partire da Melies).
Ora sicuramente Zemeckis è cosciente di tutto questo, ma a leggere certe recensioni purtroppo esce fuori la totale ignoranza di certi recensori che sono rimasti ammaliati da questa ‘idea geniale’.

Ovviamente non giudico il film non avendolo visto (per la verità neanche mi attira).

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Dai, Rod. Sempre a parlare di soldi. Non è carino, non è elegante, non è educato…:stuck_out_tongue_winking_eye::grin::wink:
P.S. Tanto per restare in tema, questo di Zemeckis sembra destinato a essere un flop globale. L’ennesimo, di questo strano 2024. Senza voler o dover esprimere giudizi sulla qualità artistica delle opere, sia chiaro…:sunglasses:

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Visto ieri sera (si, già si trova). Allora, il film in se non è brutto, però certamente non è riuscito. Il problema è che da tempo che Zemeckis fa film non riusciti. Tanto per cominciare, anche se il film non è lunghissimo, dopo un po’ diventa faticoso da seguire. Infatti non c’è una linea temporale ma passa da un epoca all’altra senza soluzione di continuità (a grandi linee i periodi sono quello pre-colombiano, la guerra civile, fine ottocento/primi novecento, anni trenta/primi anni quaranta e immediato dopoguerra per gli attori che non coinvolgono la coppia Hanks/Wright). Ogni cambio d’epoca è ‘annunciato’ da pannelli messi apparentemente a caso che si sovrappongono all’immagine principale del momento. I due attori principali compaiono dalla fine degli anni cinquanta e qui cominciano i guai (eccetto Bettany, Reilly e i due giovani nativi nessuno degli altri attori è ritoccato). Purtroppo (?) il ‘ringiovanimento’ digitale non è per nulla riuscito. Alcuni primi piani rivelano l’artificiosità del risultato (brutta anche la sequenza che racconta la storia del posto a partire dall’era dei dinosauri). C’è da dire anche che Hanks, sempre ottimo però anche lei è bravissima, sta invecchiando male. Cosa assolutamente naturale per carità, ma pur non essendo mai stato un sex symbol da giovane aveva un aspetto gradevole (sembrava un bambolotto), mentre oggi pare neanche più lo stesso. Il fatto di essersi basati su vecchie immagini applicate al volto reale lo rende un’altra persona. Altra pecca è quando interpreta se stesso 17 enne (e Hanks di anni ne ha 68!) si nota che i movimenti non sono quelli di un adolescente. Arrivato a 72 anni Zemeckis, il cui suo posto nella storia del cinema ce l’ha assicurato, dovrebbe passare a progetti più semplici (questo, tuttavia, rispetto ai suoi standard è stato realizzato con gli spicci - 45-50 mln $). Agghiacciante la sequenza dei giovani coniugi neri, gli ultimi inquilini ma se ne andranno anche loro, con figlio sedicenne neo patentato a cui il padre spiega come si deve comportare nel caso venga fermato dalla polizia. E’ tutto.

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Non per fare paragoni terribili, ma la telecamera fissa è l’idea su cui si basa tutto Camera Cafè, che piaccia o meno (a me poco).

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Per la verità ci pensò già Andy Warhol sessant’anni fa. Per non parlare del cinema delle origini. Però il problema non è la cinepresa fissa, il problema è vedere un film con degli attori che hanno delle facce che non sono le loro e non perché sono stati ben truccati, come succede da decenni, ma grazie all’intelligenza artificiale e questo non va bene. Non c’è stato neanche il successo preventivato dato dalla curiosità. Evidentemente la gente preferisce vedere gli attori con le facce loro. Non me la spiego diversamente. Una cosa però è riuscitissima: la scenografia (l’arredamento nel corso degli anni è curatissimo). Spero non sia stata fatta con l’intelligenza artificiale pure quella.

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