134’, colore
Una famiglia di coreani benestanti, naturalizzati statunitensi, si rivolge ad una sciamana perché convinti che ogni primogenito della famiglia, compreso l’ultimo, un bimbo appena nato, sia vittima di una maledizione che lo fa soffrire di malesseri inspiegabili.
La sciamana comprende che il problema potrebbe essere legato al nonno, seppellito in Corea, della persona che l’ha ingaggiata e si propone per assoldare un geomante per la riesumazione e cremazione dei resti del familiare.
Purtroppo un imprevisto fa saltare i piani e la maledizione di propaga, invece di sopirsi…
Film horror senza troppe derive granguignolesche, diviso nettamente in due parti, con la prima che offre uno spettacolo di grande tensione (in un’occasione mi è scappata un’esclamazione di sorpresa, durante una scena) e la seconda che approfondisce un rivolo della trama che si ingrossa fino a diventare un fiume che travolge molte questioni relative non solo alla famiglia obbiettivo della maledizione, ma un intero popolo.
Purtroppo non riesco a togliermi dalla mente l’idea che la sceneggiatura (opera dello stesso regista) sia l’unione di due che, in origine, erano separate, tanto viene risolta troppo sbrigativamente la prima per addentrarsi nella seconda, portando il film quasi sui binari di un film di mostri.
Veramente di grande pregio le scene dedicate ai riti sciamanici che, da sole valgono una porzione significativa del fascino di questo film che, seppur con qualche inciampo nella sceneggiatura, rimane un opera dall’impianto e messa in scena solidi.
Ciao!
C.