Ho scelto l'amore (1953)

Regia: Mario Zampi
Con: Renato Rascel (Boris Popovic), Marisa Pavan i[/i], Eduardo Passarelli, Margherita Bagni i[/i], Michele Abbruzzo, Gianni Rizzo, Lia Di Leo, Kiki Urbani, Paolo Panelli, Gino Cavalieri, Carlo Mazzarella, Pietro Tordi i[/i], Ettore G. Mattia, Peppino De Martino, Manlio Busoni, Giulio Calì, Dina Perbellini, Rosanna Galli, Jean Mollier, Ignazio Leone, Pietro Sharoff, Roberto Spiombi, Nino Manfredi, Andreina Mazzotti, Graziella Villafrate, Cesco Baseggio, Frederick Valk
Musiche: Roman Vlad
Data di uscita: 23/02/1953

Discreto (per non dire mediocre) film dal regista italo/inglese Mario Zampi, con Renato Rascel poco a suo agio nei panni di un russo (!) che per andare incontro a dei soldi che gli sono caduti dal treno non riesce a mandare a compimento la missione di consegnare “il simbolo della pace”, ritrovandosi a Venezia nelle più assurde situazioni.
Molto variegato il cast dei comprimari, dal giovanissimo Paolo Panelli a una deliziosa Marisa Pavan.

Nel dvd RHV, con una pellicola di buona qualità, come extra due interviste, a mio avviso trascurabili, a Tatti Sanguineti (video) e a Turi Vasile (audio).

Un’ultima cosa, nel cast dovrebbe esserci anche Nino Manfredi ma io sinceramente non l’ho notato.

Concordo sulla mediocrità del film purtroppo, che si fa seguire esclusivamente per la bravura di Rascel e per l’ambientazione veneziana. Regìa e sceneggiatura rivedibili. Ad ogni modo curioso il tema politico, l’anticomunismo del plot è originale nel cinema italiano del periodo. C’è anche un sosia di Stalin che appare in un paio di sequenze.

Io nemmeno, in compenso c’è Mirko Baiocchi, il maestro Canello di Fantozzi!!11

Ineccepibile il dvd RHV.

Reanto Rascel nel varietà aveva in copione alcune sue parti comiche da russo. Comunque nello stesso anno interpretò il Matrimonio in cui interpreta il generale russo Renunov. Questo film indubbiamente farsesco è senz’altro migliore di Ho scelto l’amore. Purtroppo la copia che ho visto e che gira non è originale in quanto fu girato a colori in Ferraniacolor. In Filmcritica si afferma che il film era stato pensato a colori sulla base della pittura dell’ottocento mentre in Cinema nuovo il film veniva elogiato se ricordo bene proprio per l’uso del colore.