House of Whipcord - ...E sul Corpo Tracce di Violenza (Pete Walker, 1974)

…E sul Corpo Tracce di Violenza (House of Whipcord) dal 10 gennaio disponibile in DVD grazie alla Sinister Film

In teoria dovrebbe uscire il 20 Dicembre ( fonte: dvdstore), ma è probabile che venga posticipato alla data da te riportata.

Non ci sarà l’audio italiano, solo quello originale.

Sì il dvd Sinister non ha l’audio italiano, come avete scritto.

Il film non è malvagio, la costruzione è abbastanza originale e i personaggi sono inquietanti, specie la guardiana cattiva dai capelli bianchi, lesbica repressa.

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Lo adoro, il mio Walker preferito assieme a La Casa del peccato mortale. Mi manca questo tipo di thriller inglese: macabro e profondamente malato, per niente consolatorio nel finale. La guardiana era Sheila Keith, impagabile nei ruoli da villain (presente anche in altri thriller walkeriani come il sopracitato La Casa del peccato mortale. Chi vive in quella casa? e soprattutto Nero criminale - le belve sono tra noi, dove ha un ruolo di primo piano).

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Poi non dite che non mi piacciono gli horror, neh.

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Anche per me davvero un buon film. Pete Walter è stato un buon regista,ritiratosi troppo presto a mio avviso (ma la scena produttiva era troppo mutata per il suo genere di gilm)

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Forse questo l’hai apprezzato perché, sotto certi aspetti, si tratta di un thriller “a forti tinte”. Credo ti annoi l’horror soprannaturale, anche se a ben vedere ricordo che pure i thrilling argentiani non ti hanno fatto impazzire.


Credo non avesse più molto da dire sul tema. Aveva girato un thriller tv che detestava e il suo ultimo gotico, La casa dalle ombre lunghe, era bruttarello. Ok grande cast ma la storia in sé, miserella pure come parodia del genere.

Temo che i pochi fortunati che lo abbiano visto in italiano furono quelli che se lo godettero in sala al tempo della sua uscita. A Milano uscì a fine agosto 1977 al cinema Rouge et Noir di via Torino, sala defunta da tempo immemore e che oggi ospita l’ennesimo mega store di vestiti scadenti

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Sono tra i pochi fortunati che lo videro in sala (non in prima visione, al cinema del mio paese, Arenzano in provincia di Genova)

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Ricordo che all’epoca il film era vietatissimo ai 18. Io ne avevo solo 14. Andai però sotto il cinema a fantasticare davanti alle locandine…ci si divertiva con poco ma forse era meglio così

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Divieto ai minori meritatissimo, che alcune scene piuttosto sadiche furono pure censurate (mi pare che la versione italiana includesse dettagli assenti da quella inglese, bisognerebbe chiedere all’esperto Andrea Napoli). Comunque bello malatino, come film. Ai livelli di certi horror iberici del periodo, vedi Una candela per il diavolo di Eugenio Martin.

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Consigliatissimo il bluray Redemption, senza audio italiano, ovviamente. I sottotitoli si trovano anche se non è difficile seguirlo in inglese.

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reprise del 78 come se rientrasse nell’hard

uhm. non parrebbe:
https://www.italiataglia.it/search/dettaglio_opera

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Chissà se un giorno venisse editato in italiano.

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io non smetto mai di ricordarlo presente nel vecchio catalogo gvr anche se so che è un abbaglio mnemonico (sicuramente sovrappongo con 7 ore di violenza per una soluzione imprevista). non mi spiacque né mi fece impazzire. walker è come sempre troppo didascalico e moralista. ma non c’è dubbio che i germi del W.I.P. e del nunsploitation stanno qua.

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Oddio… moralista? A me pare che i suoi thriller siano proprio un attacco contro i moralismi reazionari dell’Inghilterra puritana… House Of The W. in primis.

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Secondo me avete ragione tutti e due. E’ vero, come dice Tuchulcha, che i film di Walker (ma li scriveva tutti il critico David McGillivray: è lui il vero autore delle tematiche dei tre film più importanti di Walker) attaccano moralismi e istituzioni repressive. Ma a ben vedere, in filigrana, emerge quella che qualcuno, forse esagerando, ha addirittura definito una “ideologia reazionaria”. Si veda, per fare un solo esempio, la critica alla giustizia ‘permissivista’ in Nero criminale.

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Be’, erano pur sempre film di genere anni 70, abbastanza normale trovare nei thriller dell’epoca argomentazioni del genere “poi tanto il sistema giudiziario li rimette in libertà” (lo dicevano anche nei noir di Fernando Di Leo, che pure era molto di sinistra ideologicamente; e in fondo lo pensiamo anche noi oggi, coi tempi che corrono). Resta il fatto che le sceneggiature di McGillivray insistevano molto nel denunciare lo spirito reazionario e repressivo di istituzioni come Magistratura e Religione (ma vengono prese di mira anche Famiglia e moralismi bigotti contro il mondo dell’arte e dello spettacolo). Diciamo che vanno contestualizzati e apprezzati per quello che erano, con pregi e difetti.

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è che alla fine essere contro è sempre una devozione al rovescio. comunque un potere che si riconosce all’avversario, e che si finisce con l’aumentare nel dargli addosso. sono due estremi di un medesimo cordone. altrimenti detto, non c’è nulla di più moralista che fare la morale ai moralisti. o nulla di più borghese che mettersi a fare l’antiborghese. il piano è sempre dialettico. è uno dei motivi per cui non apprezzo più di tanto walker o bunuel.

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