Anno 1960
Altri titoli Le ninfette
Les adolescentes
Durata 95
Origine ITALIA
Colore B/N
Genere DRAMMATICO
Tratto da un’idea di Alberto Lattuada
Produzione SILVIO CLEMENTELLI PER LA TITANUS (ROMA), LAETITIA FILM, S.TE GENERALE DE C.IE, LES FILMS MARCEAU COCINOR
Distribuzione TITANUS - MONDADORI VIDEO (IL GRANDE CINEMA)
I dolci inganni
Anno 1960
Altri titoli Le ninfette
Les adolescentes
Durata 95
Origine ITALIA
Colore B/N
Genere DRAMMATICO
Tratto da un’idea di Alberto Lattuada
Produzione SILVIO CLEMENTELLI PER LA TITANUS (ROMA), LAETITIA FILM, S.TE GENERALE DE C.IE, LES FILMS MARCEAU COCINOR
Distribuzione TITANUS - MONDADORI VIDEO (IL GRANDE CINEMA)
Regia
Alberto Lattuada
Attori
Catherine Spaak Francesca
Jean Sorel Renato
Christian Marquand Enrico
Juanita Faust Maria Grazia
Marilù Tolo Margherita
Milly La contessa, sua madre
Antonella Erspamer La Principessa
Giovanna Pignatelli Principessa Lavinia
Oliviero Prunas Eddy
Giacomo Furia Il salumiere
Gisella Arden
Patrizia Bini
Angela Caffelli
Eva Bruni
Oliviero Dani
Donatella Raffai
Visto su Raisat Cinema. Un gran bel drammatico con una Spaak già eccezionale all’esordio. Ci credo che il film fu ritirato all’epoca, insomma si vede che era abbastanza “spinto” per l’epoca (aprire con i capezzoli in trasparenza della Spaak quindicenne a letto dev’essere stata dura da digerire in censura, ma non per lo spettatore, oh no cazzo, mai!).
Per me un film ben riuscito.
Visto su Raisat Cinema. Un gran bel drammatico con una Spaak già eccezionale all’esordio. Ci credo che il film fu ritirato all’epoca, insomma si vede che era abbastanza “spinto” per l’epoca (aprire con i capezzoli in trasparenza della Spaak quindicenne a letto dev’essere stata dura da digerire in censura, ma non per lo spettatore, oh no cazzo, mai!).
Per me un film ben riuscito.
Sequestrato alla prima proiezione, poi massacrato dalla censura (taglierà subito 305 m. di girato), il film torna integrale solo nel 1963, una volta prosciolto Lattuada da ogni accusa di oscenità.
L’ho preso io. Non male il master, anche se non son convintissimo sul formato…Ti farò sapere.
Il film, al di là delle curiosità storiche legate ai tagli censori (in effetti il capezzolo della Spaak è qualcosa che lascia il segno, è forse la scena migliore di tutto il film), il film non è propriamente riuscito.
Uno dei film meno riusciti di Lattuada.
Secondo me invece è uno dei suoi film più belli. Sicuramente uno dei più ambiziosi, visto che i titoli di testa sono ricalcati su quelli de La dolce vita e il finale cita Monica e il desiderio di Bergman: è evidente, insomma, che Lattuada volesse confrontarsi con un cinema d’autore ai massimi livelli, e secondo me c’è spesso riuscito, anche soltanto per la grazia, il coraggio e l’eleganza con cui mette in immagini una storia tanto intima come la prima volta di una ragazza. C’è anche un uso straordinario del suono, sia per quanto riguarda il fuoricampo (il padre di lei, che non si vede mai, come se appunto fosse un’assenza più che una presenza) che per il rumore (il modo in cui Francesca si trascina da un luogo all’altro immergendosi in contesti sonori diversi). Per tre quarti del film succede poco o niente, d’accordo, ma in questo divagare c’è tutta l’incerta vitalità di questa giovane ragazza, un personaggio che non si dimentica.
http://www.italiataglia.it/casicelebri/i_dolci_inganni
Sequestrato alla prima proiezione, poi massacrato dalla censura (taglierà subito 305 m. di girato), il film torna integrale solo nel 1963, una volta prosciolto Lattuada da ogni accusa di oscenità.
Per chi volesse approfondire anche le traversie con la censura prima dell’uscita in sala, segnalo il mio contributo nel volume L’inganno più dolce, che contiene anche il finale originale del soggetto, totalmente ripensato in fase di sceneggiatura e riprese.
Critica “Lattuada s’era evidentemente proposto di creare una particolare atmosfera, di guidare gli attori secondo uno stile rigido e preciso, di affrontare l’analisi psicologica di alcuni personaggi-tipo dei nostri giorni. Malgrado l’impegno del regista il lavoro non è completamente riuscito e denuncia alcune deficienze, soprattutto per la mancanza di unità nello stile. Degna di rilievo la fotografia, suggestivo in vari punti il commento musicale.” (‘Segnalazioni cinematografiche’, vol. 48, 1960)
“Il maggior punto d’interesse (…) è di carattere negativo. Vogliamo alludere all’influenza (…) controproducente che su questo film ha avuto il successo (…) di ‘La dolce vita’. Sulla scia di esso, infatti, Lattuada si è lasciato fuorviare dal tema principale (…) per cercare di ripetere (…) il grande affresco felliniano (…). Del film, di conseguenza, finisce per salvarsi ben poco. Il personaggio della rgazza: soprattutto grazie alla spontanea recitazione della Spaak. (…) Per questo motivo rimane soltanto una splendida occasione mancata: e una bellissima occasione perché il tema originale e le innate qualità dell’attrice, potevano consentire (…) risultati (…) di maggiore consistenza sul piano artistico”. (Anonimo, ‘Nuovo Spettatore Cinematografico’, 17, novembre 1960)
Io non lo trovo tra i migliori film di Lattuada, anzi. Mi sembra decisamente invecchiato, sebbene sia impeccabile a livello formale. Mi rendo conto che il fatto di aver dovuto annacquare - per non dire stravolgere - una parte dei dialoghi non abbia certo giovato alla pellicola, ma trovo comunque non così interessante questo viaggio di 24 ore nella vita di una ragazzetta in attesa di perdere la sua verginità.
Alcune scelte sono senz’altro interessanti (i genitori lasciati fuori campo, il finale bergmaniano) ma nel complesso mi resta impressa solo la sfolgorante bellezza della Spaak a 15 anni.
Che comunque non è poco, se vogliamo.
visto per la prima volta grazie al buon blu-ray francese (Tamasa, sottotitoli removibili), molto bello
più che Fellini mi ha ricordato il cinema della nouvelle vague, comunque magnifico dal punto di vista formale, in particolare per le ricercate ambientazioni
la dolcezza della Spaak è impressionante