I falsi Modigliani

Chi ha qualche anno sulle spalle se lo ricorderà senz’altro.

Tre ragazzi di Livorno gettano in un canale una finta statua di Modigliani, fatta da loro con trapano e martello in poche ore. La statua viene ritrovata, solo poche ore dopo essere stata buttata in acqua, e gli esperti non hanno dubbi: si tratta di un autentico Modigliani.

Incredibilmente, la cosa regge per oltre un mese. Fior di esperti certificano l’autenticità della statua, nel frattempo ne vengono recuperate dal canale altre due (sempre false). Poi un bel giorno i tre amici vanno a farsi intervistare da Panorama e sputtanano tutta la critica d’arte italiana in un colpo solo. Vanno anche in Rai, da Costanzo e così via.



(Da La Stampa del 25 luglio 1984)

Tutta la storia in realtà è un poco più lunga e complicata, per chi avesse voglia di leggersela: http://www.doppiozero.com/dossier/anniottanta/i-falsi-modigliani

Io per ovvie ragioni la ricordo bene, vista la ridotta distanza Pisa/Livorno (città comunque dei miei genitori e di parecchi miei parenti). Un bell’esempio di burla tutta livornese che in effetti costò la faccia a molti “pezzi grossi” dell’arte, tra cui argan, autore per altro del libro di testo che avevo al liceo per disegno. Clamorosa la pubblicità non solo per la città di Livorno ed i tre ragazzi, ma anche per il mitico black & decker usato per fare le tre finte teste. Il vernacoliere (di cui conservo i numeri, già da allora) ci andò a nozze con questa storia divertente.

Eccome se me la ricordo, la questione fece all’epoca un grande clamore.
Molti critici ed esperti furono sputtanati ben bene.

Ricordo la direttrice di non so che ente culturale locale (sovrintendenza belle arti forse) che in un’intervista dopo che i ragazzi avevano raccontato tutto dichiarò sdegnata: “in quanto tempo dicono di averle fatte? tre giorni? ovvìa!!!”
Furono necessarie perizie per dimostrare che erano falsi :slight_smile:

Quella che dici tu era Vera Durbé, che all’epoca dei fatti dirigeva il museo d’arte moderna di Livorno:

Rimase convinta che fossero dei Modigliani autentici fino alla morte, pare.

Ricordo benissimo la storia, e ricordo bene la tizia, la direttora. Una stronza presuntuosa coi fiocchi, snobbona con la puzza sotto il naso. Ricordo inoltre che diceva cose tipo “Impossibile che quei ragazzi abbiano fatto le teste”. Salvo poi essere clamorosamente smentita da una trasmissione tv in cui i giovanotti, in diretta, ripeterono l’exploit su altri blocchi di pietra. Dopodichè, la tizia, conscia dell’immensa figura di merda fatta, non si vide più in giro. Qualche mese dopo, sulle più diffuse riviste italiane, comparvero pubblicità che mostravano le capocce di pietra e sotto l’indimenticabile slogan “E’ facile essere bravi con Black & Decker”! In culo ai professoroni sentenziosi…