I grandi registi che non sopportiamo

Non ricordo thread simili, e - a meno di titoli particolarmente esotici - la ricerca pare supportarmi.

La domanda è: quali dei registi riconosciuti universalmente come grandissimi proprio non riusciamo a digerire?

Inizio sparando qualche nome “leggero”

Michelangelo Antonioni con la macchina da presa ha fatto cose meravigliose, ma no, non si affronta. Più pesante di una colata di calcestruzzo. Manco Blow-up che ha pure il substrato giallo son mai riuscito a finire.

Pier Paolo Pasolini un gradino sotto, quantomeno non sono mai entrato in catalessi durante la visione di un suo film, ma continuo a pensare che il suo mestiere fosse quello dello scrittore. Però i titoli cantati di Uccellacci e uccellini sono una gran trovata.

Steven Spielberg sì, va be’, se devo guardare un suo film lo faccio senza problemi; Lo squalo è anche notevole, ma tutta l’importanza che gli viene riconosciuta non son mai riuscito a spiegarmela.

Bernardo Bertolucci
un altro che ha la capacità di sfondarmi le gonadi a tempo zero. Piuttosto riguardo tutte le partite dell’Inter di Simoni.

A voi.

Purtroppo vedo solo ora questo tuo thread, altrimenti mi sarei “rimangiato” l’averti quotato due volte nel thread su Lav Diaz :smiley:

Battute a parte… dei nomi che hai fatto posso dirti che in passato almeno su due di questi concordavo e non li sopportavo: Pasolini e Antonioni. Riguardo il primo, quello che mi “allontanava” da lui era il fatto che pur ritenendolo un grande scrittore/poeta e pensatore in generale, non ero convinto delle sue doti di regista: mi sembrava tecnicamente impacciato e vedevo, nell’uso del doppiaggio dei personaggi dei suoi film (penso al Citti doppiato da Paolo Ferrari in Accattone), una sorta di contraddizione in termini, ossia trovavo ridicolo voler raccontare una storia di borgata, facendo doppiare il protagonista (e gli altri personaggi) da attori di estrazione teatrale. Ed essendo un “zavattiniano/desichiano” convinto peraltro, non apprezzavo neppure il lato “neorealista” dei film di Pasolini (che poi “realista” lo era solo in parte), ritenendolo una mera riproposizione di concetti già visti nei film di De Sica e Rossellini. Così per lungo tempo mi rifiutai di vedere altri suoi film dopo Accattone. Ora, dopo averli recuperati quasi tutti, posso dire di aver del tutto sbagliato all’epoca il mio giudizio e non faccio fatica ad ammetere che, pur con qualche difetto tecnico, la maggior parte dei suoi film sono invecchiati benissimo e sono diventati (quasi) tutti imprenscindibili.

Su Antonioni invece il giudizio è rimasto invariato, ma solo riguardo ad alcuni film, invecchiati malissimo e francamente indigeribili, su tutti L’eclisse e Deserto Rosso. A volte nei nostri giudizi può influire molto l’aver approcciato al regista col film sbagliato. Il mio consiglio è di recuperare alcuni film più vecchi, tipo Le Amiche o L’avventura, che per me resta il suo capolavoro in assoluto e un capolavoro in generale. Poi magari dopo averli recuperati chissà che, oltre a rivalutare il suo lavoro, non riuscirai a finire pure Blow Up :-p

Su Spielberg… il problema è che molto usano la parola “capolavoro” a sproposito: Spielberg ne ha fatti, ma non è che ogni suo film sia un capolavoro, soprattutto se analizziamo quelli degli ultimi 20 anni.

Di Bertolucci invece quali film hai visto? O meglio, tentato di vedere? :smiley:
Potrebbe trattarsi dello stesso “problema” che ho avuto io con Antonioni. Secondo me dovresti vedere [b][i]Il Conformista

[/i][/b]Comunque, tanto per fare un nome più clamoroso tra i tanti registi che digerisco poco o che ritengo sopravvalutati, dico Federico Fellini :smiley:

Bravo Steed, lo so che abbiamo tutti qualche scheletro più o meno ingombrante nell’armadio: non siate timidi!

Per quel che mi chiedi: riguardo alla possibilità di essere incappato nel film sbagliato ne sono consapevole, infatti ho inserito solo registi con cui ho fatto più di un tentativo. Nella fattispecie, di Antonioni in effetti non conosco affatto la prima parte di carriera: oltre al summenzionato Blow-up ho provato a vedere anche L’eclisse e Al di là delle nuvole.

Per quanto riguarda Bertolucci, invece, mi sono cimentato sicuramente con Ultimo tango a Parigi, Novecento, The dreamers e Io ballo da sola. Forse pure de Il tè nel deserto e Piccolo Buddha ho visto qualche frammento all’epoca di Tele+.
Da anni penso di guardare proprio Il conformista, ma poi finisco sempre col dirmi che non son costretto a farmelo piacere per forza :smiley:

Ma la mia è solo curiosità di capire la percezione nel microcosmo forum. Per dire, tu hai citato Fellini: ho rivisto qualche settimana fa Amarcord e continuo a trovarlo un capolavoro, ma si vede che arriva a toccare corde che magari per te non tocca o a cui dai meno peso.

Su Antonioni e Pasolini concordo (ma più il primo del secondo), Bertolucci magari no che Novecento mi garba (ma qualche mattoncino lo ha sfornato anche lui)… altro sega-gonadi per me è Greenaway.


Fellini, dipende. E’ passato da cose sublimi come La Strada ad altre che mi provocano narcolessi come 8 e mezzo, varia e quindi totalmente ostico no.

Antonioni fin troppo sopravvalutato e “sostenuto” assurdamente da troppi critici, non ci piove. Pasolini regista, complessivamente, non vale il Pasolini intellettuale ed “osservatore”, ma vari suoi film meritano ancora rispetto, talvolta ammirazione. Fellini? Ha realizzato opere meno riuscite di altre, certo, ma non è mai da trascurare o sottovalutare: stiamo parlando di uno che ha girato “I vitelloni”, “La strada”, “La dolce vita”, “8 e 1/2”, “Satyricon”, "Amarcord ", “Roma” e “Il Casanova”. Cioè roba da far schiattare d’invidia il 99 % dei registi della storia. In quanto a Greenaway: è diventato un trombone buono al più per video-installazioni in mostre d’arte. Ma negli anni '80 ha fatto cose anche formidabili, che reggono al passare del tempo.

mi pare ci fosse già qualcosa di simile comunque: i fratelli Taviani, Nolan e Von Trier.

Col cavolo che non ci piove. Se non lo reggi, è un altro conto.

Fellini sarà indubitabilmente un genio, ma io non rientra nelle mie corde, poco da fare (a parte 8 e mezzo).
Poi Robert Altman e, come Johnnyb, Lars von Trier.
Antonioni ha fatto dei capolavori, come tutti ha avuto i suoi alti e bassi. Il grido è uno dei film che ho rivisto recentemente con piacere.

Per Alex e Caltiki: anch’io salvo qualcosa di Antonioni, non era certo un incapace. Ma è l’atteggiamento della critica nei suoi confronti, per decenni, che me lo fa considerare ampiamente sopravvalutato: la cosiddetta “critica ufficiale” per anni in sostanza diceva che il regista ferrarese era una sorta di “totem” da venerare, anche se dei suoi film non ci capivi 'na mazza e/o ti facevi due palle tanto. Gli stessi critici che stroncavano gente come Bava, Fulci, Castellari, per farla breve. Che poi, umanamente, l’Antonioni dei ‘60 mi sarebbe piaciuto conoscerlo: a dispetto dei film che faceva, era una persona decisamente più “leggera” e aperta. Vedi la testimonianza di George Hilton che venne avvicinato dal regista, dichiaratosi “appassionato” di spaghetti western. Fellini, a dispetto di alcuni titoli “minori” (che comunque valgono…), continua a sembrarmi immenso, senza se e senza ma. Von Trier? Il danese è un gran paraculo, con sprazzi di genialità (ma NON è il genio che forse lui crede…), scaltro anche nelle provocazioni. Uno che “sa vendersi”, insomma. Ma fra vent’anni continuerò a ricordarlo per i due “The kingdom”, mica per “Nymphomaniac” o “Il grande capo”. Ritornando un attimo agli italiani: Bertolucci per tante cose è il classico “regista da abbattere”, l’“auteur” che la borghesia (più o meno “alta”…) amava avere nei famigerati “salotti”, con la sua erre moscia e un certo gusto pacchiano nel vestire (cappellone, sciarpone…), abile nel tenere un piede “a sinistra” e l’altro “a destra”. Però della sua filmografia amo un tris come “Il conformista”, “Novecento” e “Il tè nel deserto”. Che non è poco, ma non basta a farne un “registone assoluto”…

Fermo restando che chi non lo sopporta ne ha tutto il sacrosanto diritto, i gusti son gusti e blablabla… pianto la bandierina del dissenso sulle critiche a Spielberg. A mio parere Spielby è “il narratore” per eccellenza, soprattutto se si parla di avventure per ragazzi. Nessuno ha il suo equilibrio, il bilanciamento perfetto di profondità e leggerezza, candore e retorica, realismo e senso del fantastico; opposti misurati col bilancino in un equilibrio, appunto “perfetto”, che non eccede né troppo di qua né troppo di là, ma trova la sintesi miracolosa. Ovvio che all’interno della sua filmografia non tutti i titoli siano sempre solo e soltanto capolavori, ma un suo film per me è sempre degno di essere visto, contiene sempre elementi che lo mettono una spanna sopra gli altri. Non so se sia un genio, ma per la mia idea di cinema ci va molto vicino.

Se invece devo citare “registoni” che proprio mal digerisco direi Nolan e Burton su tutti.

Alcuni appunti su nomi già fatti: di Bertolucci “Il conformista” è da vedere senza titubanze, ed è vero che se anche non piace l’Antonioni più ricordato, diciamo da “L’avventura” in poi, non vuol dire che non si possa apprezzare quel che ha fatto prima negli anni ‘50.
Ho difficoltà a dire un grande nome che non sopporto. Ho dei problemi o problemini con alcuni registi in relazione alla loro considerazione, da parte della critica o del pubblico.
Per quanto riguarda il secondo anch’io direi Nolan, di cui ho apprezzato alcuni titoli ma che mi scoccia un po’ sentire citato, con una prospettiva storica zero, come un genio sfornacapolavori, mentre secondo me piace perché è un affabulatore che prende per la mano, talora con ritmo senza posa e persino eccessivo (es. il suo primo “Batman”, ma è anche vero che nel mainstream la tendenza è quella), il pubblico accompagnandolo e spiegandogli -anche proprio a parole, vedi “Interstellar”- tutto, di modo che lo spettatore alla fine si sente intelligente e al cospetto di una grande opera. Questa, semplificando, la mia impressione psicologica.
Per quanto invece riguarda la critica butto la bomba e dico John Ford. Calma: regista pilastro della storia del cinema, che ha diretto alcuni titoli fondamentali, che ve lo dico a fare. Però anche tra i capolavori conclamati non tutti sono riuscito ad apprezzarli allo stesso modo (Sentieri selvaggi, Furore: sì. Un uomo tranquillo, La più grande avventura: uhm), e mi capita di trovare i suoi film troppo profondamente americani, e vecchi e classici pur interessandomi ai classici, per amarli (mi è successo ad esempio con un minore come “Il giudice”). Inoltre detesto, perché trovo irragionevole, la fissa propria almeno di alcuni critici non giovani che, mettendolo al n.1 tra i registi di sempre, per lodarlo in modo sperticato ripetono che ha girato solo capolavori, che tutti i suoi film sono grandi. Diamine, è falso, non so per quale regista anche grande si possa dire, oltre che essere un’affermazione non necessaria: vorrei sentirlo ripetere con la sua filmografia sotto gli occhi!

D’accordissimo su Ford: ha girato fin troppi film, e non tutti grandi. “Sentieri selvaggi” non è assolutamente il capolavoro intoccabile che tanti soloni vorrebbero farci credere. Però “L’uomo che uccise Liberty Valance” rimane un’opera immensa, da rivedere senza problemi. Come cineasta, personalmente, ritengo il coevo Howard Hawks superiore a Ford: se varie opere di quest’ultimo “sanno” ormai di polvere, Hawks registicamente è più sciolto e “moderno”. Il che si riflette sui suoi film: una tripletta come “Un dollaro d’onore”, “El dorado” e “Rio lobo” è certo formidabile.

Io non riesco a farmi piacere Wim Wenders.

Ciao!
C.

Wenders è stato un bell’“equivoco critico”. Ma un pugno di film suoi da salvare ci sono, eccome…
P.S. E ha gusti musicali eccellenti. Il che basta per rendermelo comunque un “tot” simpatico a prescindere da certe sue “pataccate” su celluloide.

W. Allen

Io ci ho provato, giuro! :slight_smile:

Ecco mi stai facendo ricordare quello girato in portogallo, con i madredeus mi pare… :slight_smile:

Ciao!
C.

Tranquillo, non è reato. :smiley:

Oui, Lisbon story. Indubbiamente anche Wenders non è esattamente una piuma, però è più vicino al mio sentire. Ma probabilmente anch’io sono influenzato da questioni musicali:

//youtu.be/ZPf6SWcENWo

Non so se siano ritenuti grandi registi nè se lo siano comunque (hanno vinto ambedue un Oscar, per quel che vale), io cito Benigni e sorrentino. Naturalmente opinione strettamente personale…

No e’ che un po’ mi dispiace, non c’e’ bisogno che sia io a dire che e’ uno che sa girare (anche il filmato lo dimostra), pero’ e’ che non mi appassiona.

Ciao!
C.