Ma se è letterboxato per cui, e per forza, devi scalare con il telecomando tv per riportarlo al corretto formato…
…i retro-busta sono, sovente ahimè, errati…:rolleyes:
Ma guarda che ho postato uno screenshot, catturato or ora col pc, senza toccare nulla, eh.
Anzi, ti dirò di più: sul retro è segnalato come 1,85:1. In realtà fu girato in Cinemascope, come si evince dall’immagine catturata, appunto.
Ho visionato proprio l’altra sera questo raro film di Roberto Mauri del 1959 inopinatamente recuperato in DVD dalla Hobby & Work.
Innnanzitutto mi sembra che il formato cinematografico in Cinemascope sia rispettato e che la qualità video sia più che buona: la bella fotografia in bianco e nero è resa degnamente da un master nitido, ben contrastato e relativamente pulito. Il sonoro non è spettacolare ma comunque accettabile. Questo significa che la H&W - quando ne ha la possibilità - non esita ad utilizzare fonti qualitativamente buone.
Veniamo al film.
Girato alla fine degli anni Cinquanta in una Sicilia di frontiera - praticamente il Messico dei film di Sollima - il film si inerpica lungo mulattiere e sentieri scoscesi, attraversa paesini di pietra riarsi dal sole, coglie panorami aspri e selvaggi, eppure mai desolati. I personaggi principali si muovono a cavallo, i comprimari su muli o carretti. Ad eccezione delle sequenze ambientate a Palermo (presentata come una sorta di Parigi fin de siecle) e a Roma, le auto quasi non esistono.
I mafiosi di Roberto Mauri sono uomini duri tutti d’un pezzo legati ad un inflessibile codice d’onore. Don Calogero (guarda un po’ che fantasia…), il boss in carica, è sempre pronto ad aiutare i più deboli, possiede l’eloquenza di Perry Mason e la saggezza di Gandhi. Lui e i suoi compagni si riuniscono non per definire nuove strategie criminali, bensí per infliggere la giusta punizione ad un potente del luogo che ha ucciso a tradimento un giovane e un fattore per questioni di terra.
Con queste premesse è ovvio che il film è molto più vicino al western che al mafia-movie. Roberto Mauri sovrappone la mitologia della mafia rurale a quella dei Beati Paoli e condisce il tutto con un tocco di romanticismo (l’immancabile lovestory tra il maschio latino e la giovane e disinibita straniera). L’ambientazione, i personaggi e molte situazioni sono ricalcate sul modello alto costituito dal pregevole In nome della legge, girato dal grandissimo Pietro Germi dieci anni prima. Purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista), Mauri è solo un onesto saltellatore dei generi e confeziona un fumettone senza pretese sociologiche, ma anche di scarsa spettacolarità.
Si spara pochissimo e si ammazza col contagocce, le recitazione lascia a desiderare (segnalo la presenza di Walter Brandi in un ruolo secondario), il ritmo latita, i siparietti melodrammatici annoiano.
Da Mauri non mi aspettavo l’impegno, l’indagine introspettiva, la denuncia civile. Avrei voluto un po’ di sano intrattenimento, ma sono rimasto deluso. Ad ogni modo le immagini di questo film documentano una Sicilia che non esiste più, almeno dal punto di vista paesaggistico, e solo per questo mi sento di consigliare l’acquisto del DVD.
Baciamo le mani
ho trovato il dvd oggi: il formato è errato: dopo l’inizio nel corretto 2,35:1 diventa poi un 1,85:1 come riportato nel retro copertina. Lo stesso avviene per I familiari delle vittime non saranno avvertiti
Nel topic cumulativo della collana avevo segnalato il formato 1,85:1 come ben conferma Johnnyb…per una volta il retro copertina è (purtoppo) rispettato…
Stai dicendo che quest’abominio accadeva anche con le copie in pellicola???
Stai scherzando, vero?
Al cinema se un film iniziava in 2.35:1 non cambiava assolutamente il suo formato dopo i titoli di testa. E questo vale per tutti i formati.
…Tantissimi action iniziavano. secondo una moda dilagante, titoli ti testa in un formato o in un altro (con giochini ad ampliare o ridurre la porzione nera di schemo o dilatare, anche grandangolarmente, un’immagine) per poi tornare ad un formato standard per il resto del fim (meno, talvolta ma molto più raramente, nei titoli di coda…
…e dei suddetti, al Cine in quegli anni, ne vidi tanti mio giovane amico (chiedi a Belva quando, e se, v’incontrerete in Sardegna e salutamelo please…) e sii più easy…
Sono proiezionista e ho lavorato per anni in un cineclub (trattando quindi sempre e solo pellicole vecchie) quindi posso dire con certezza che il formato del film NON CAMBIAVA dopo i titoli di testa.
Se un film era in cinemascope restava così per tutta la sua durata, la barbara pratica del cambio di formato dopo i titoli è un’esclusiva delle vhs e dei passaggi televisivi.
scusate l’OT dato che si parlava di un film e la discussione è slittata sui formati cinematografici… forse sarebbe il caso di estrapolare questo doscorso in un nuovo topic.
Se il formato al cinema non era corretto era colpa della totale incompetenza o il pressappochismo dei proiezionisti… anni fa andai a vedere “Traffic” al cinema e fu proiettato per intero con una mascherina diversa da quella adatta al suo formato… infatti la parte proiettata era parecchio distante dai quattro bordi dello schermo, peraltro di dimensioni tutt’altro che generose… :mad::mad::mad: se non sbaglio si trattava del cinema Lux qui a Roma.
Cmq Giorgio Brass ha ragione: la pratica di “aumentare” o “diminuire” il formato di un film è cominciata col dilagare delle vhs… di solito lo si faceva per contenere interamente i titoli di testa di un film… e appena finiti questi si passava all’orrido formato full screen o al pan e scan :mad::mad::mad:
Avete ragione, azzo: sul formato ho clamorosamente toppato, fidandomi della mia vista (urge visita oculistica a questo punto).
Ho misurato il frame con autocad che avevo peraltro postato: in effetti non è neppure un 1,85:1, ma mi risulta 1,94:1.