I ragazzi del Colombus (Paolo Galassi, 2022)

Visto stasera questo documentario sui ragazzi del Columbus, ossia la neanche tanto variegata fauna che si ritrovava a Riccione nei pressi di sto bar ristorante per poi dirigersi nelle discoteche afro dei dintorni

Carino ma non memorabile tuffo nella memoria, con qualche raro filmato d’epoca e un pò di interviste ai sopravvissuti dell’epopea della musica afro

discoteche, avventori e naturalmente DJ, che a parte Beppe Loda in forma smagliante mi sono sembrati poretti veramente sfatti dalla vita

comunque un excursus interessante su un genere e una tribù generalmente considerati di serie b se non peggio, che invece aveva evidentemente un suo perchè che personalmente mi sono visto solo di riflesso causa pochi anni di differenza e discriminazione territoriale dal momento che pompava principalmente dalla Romagna in su

non è gratis neanche se avete prime e mi sa che io l’ho visto pagando 1 euro su google video mi sa, non avevo mai noleggiato niente in vita mia

Trailer:

4 Mi Piace

M’ha lasciato assai perplesso il fatto di sapere su quella piazza stazionavano circa 4000 ragazzi; un po’ troppi per essere tutti amici no! Personalmente reputo queste cose francamente tristi oltre che inutili. Genere musicale o non genere musicale è che ovviamente gli anni passano poi, si, puoi ricordarti con tenerezza quei momenti, ma addirittura farci un documentario mi sembra francamente eccessivo. Anche per via dell’ambito strettamente locale che l’argomento riguarda. Un’altra cosa che mi ha lasciato perplesso è sentire che c’era chi ci andava addirittura in autostop considerando, almeno da quello che ho visto, un certo squallore del posto.

2 Mi Piace

Per dirla alla Marzullo : prevale la “nostalgia dei tempi andati”, o si esalta il mero fancazzismo? :stuck_out_tongue_closed_eyes::stuck_out_tongue_closed_eyes::stuck_out_tongue_closed_eyes::stuck_out_tongue_closed_eyes::stuck_out_tongue_closed_eyes::unamused::roll_eyes:

1 Mi Piace

Mah. Come quella donna che afferma che c’erano quelli che neanche avevano di che nutrirsi. Praticamente non avevano proprio niente. E allora che ci andavano a fare? Non è che potevano andare avanti a questue.

1 Mi Piace

Fancazzisti, e/o gente che viveva di sussidi. Parassiti, in buona sostanza. Notare come all’epoca non ci fosse il reddito di cittadinanza, eh… :grin::wink::black_heart:

1 Mi Piace
1 Mi Piace

È venuta in mente pure a me, quella scena!! Ecco, una tipa simile rappresenta alla perfezione quella che doveva essere la “fauna” media, di tanti locali di allora, non solo il Columbus… :thinking::grin::-1:

beh secondo me la questione è vieppiù un pò più complessa, come dicevo in apertura l’ho vissuta abbastanza di riflesso e quando ci sono entrato più dentro il grosso era ormai passato

il periodo di riferimento generale è stato quando ci si è messi alle spalle i favolosi e maledetti anni '70 e si iniziavano ad affermare i nuovi modelli per le tribù giovanili come i paninari ma pure persino i dark, con i loro dress code e i loro valori senza entrare nel merito di quali fossero

un mondo giovanile che iniziava a cambiare radicalmente e questi che invece erano un pò il colpo di coda degli hippie, capelloni, abbastanza malvestiti con i loro vesponi fuori moda e le citroen del decennio precedente, additati da tutti gli altri come sballoni che iniziavano dalle canne e chissà dove arrivavano (in parte poi è andata anche davvero così)

dal punto di vista musicale, per sentito dire, si parlava di musica inconcepibile e inascoltabile che ogni tanto si sentiva per strada uscire a palla dalle autoradio di questi pigri, che a Pescara identificano i meticci zingaro/giostrai/indigeni e/o i delinquentelli di basso cabotaggio, ma anche da parte di qualcuno già di rango più elevato nella scala sociale che frequentava l’unica discoteca della zona che proponeva questo genere di musica e che veniva bollato come “uno che va al Focus”

poi per quanto mi riguarda un giorno un mio amico, che fu il primo ad avere il radione che duplicava le cassette (a Pescara chiamato anche il bambinello), mi copiò una di queste famigerate cassette, che nelle zone dove c’era più seguito avevano il nome del DJ e un numero mentre nella mia c’era scritto solo Afro

ebbene sì una scoperta, la prima volta che l’ho sentita ricordo di avere pensato ma che cazzo è sta roba, però pure ma quasi quasi la riascolto che non capisco e poi ancora

questo documentario penso avesse l’intenzione di dare anche un pò di giustizia a questo mondo, di aprire uno squarcio non troppo dissimile da quello aperto nel cinema bis a un certo punto della nostra storia

questi ragazzi è vero, molti sono finiti sottoterra col valvolone nel braccio, ma erano comunque una tribù con le loro idee di fondo nè più nè meno come le potevano avere chi si poteva permettere le timberland e il moncler oppure che si vestiva col cappotto nero pure quando andava al mare, e musicalmente parlando si basava su DJ che non mettevano dischi a caso ma si inventavano stili e combinazioni che poi hanno esportato con profitto in tanti posti del nord europa assieme all’italo-disco più tradizionale

gli afroraduni continuano imperterriti in giro per la penisola, su youtube spuntano ogni giorno ragazzi che all’epoca evidentemente non erano ancora nati che si cimentano con le basi di 40 anni fa in certi casi veramente molto bravi

perchè come diceva una scritta con la vernice spray che avevo davanti alla finestra quando facevo le superiori AFRO’S NOT DEAD!

4 Mi Piace

Intervento motivato, e articolato. Che dimostra la tua serietà e competenza. Con tali capacità, dovresti buttarti in politica… :ok_hand::blush::cocktail:

1 Mi Piace

Carino, magari un giorno me lo guarderò
Ma senza pagare, in onore al loro spirito

Dico solo che non sapevo di questa movida particolare, ma ai tempi ero appena nato e in generale quel poco che mi è arrivato del periodo lo devo ai racconti di mio fratello, molto più grande di me.

Certo, un tema molto local, ma neanche tanto considerato che effettivamente il nostro tratto di costa per un periodo, diciamo il ventennio anni 70 e 80 grosso modo, è stato uno dei pochi ombelichi d’Italia in quanto a nuove tendenze, seppure lontano dalle grosse città dove in generale si sviluppano culture e controculture.

Non per niente già nel trealer si parla di gente che veniva da tutto il nord-centro Italia, e non certo solo di gente del posto. L’energia arrivava da fuori, e da noi veniva assimilata e lasciata emergere, con una libertà che forse da altre parti non c’era.

Bei tempi, in generale.

Peraltro quando vedo le foto degli anni 80 qua, mi rendo anche conto che già girava anche parecchia figa eh, così giusto per chiosare

Anche negli anni '70 se è per questo, fidati. :wink:

1 Mi Piace

Sul fatto che erano “bei tempi”, così tout court, ci sarebbe da discutere. Più passa il tempo, e più sono convinto che queli che dicono, abbiano 50 o 85 anni, “i miei, erano bei tempi”, semplicemente rimpiangono il tempo… della loro gioventù! E, fossero gli anni '30 o i '70, erano in realtà anni di merda. Non che quelli attuali siano Nutella, eh… :smile::smile::smile::smile::smile::smile:

1 Mi Piace