Rivisto ieri nel discreto dvd GCTHV, cofanetto Fellini uscito in Francia. Splendido questo spaccato della vita di paese anni 50, per certi versi sempre attuale, primo film veramente di Fellini. Bravissimi gli interpreti, su tutti Fabrizi carogna come non mai, e Sordi ad uno dei suoi apici. A mio avviso uno dei primi esempi di “Commedia all’Italiana”, dove si ride ma a denti stretti, per soffocare il magone e la tristezza della situazione. Non eccelso il master, audio molto basso, e telecinema spesso fuori fuoco. Come extra un film di 57 minuti in franzoso in cui il critico Jean Collet ci parla con amore di Fellini, molto interessante.
La scena in cui Sordi fa la pernacchia con gesto ai “Lavoratori” e’ davvero mitica.

Domenica 3 Agosto alle 2:30 Canale 5
Non e’ il mio genere, anche se riconosco che si tratti di un film di pregio:non ho mai apprezzato il sarcasmo misto alla narrativita’.
Rivisto Martedì scorso nell’ambito della rassegna Commedia all’Italiana allo Shelter:
http://www.shelter.ae/blog/shelter_blog_details.aspx?id=62
http://www.shelter.ae/
Rimane un capolavoro inarrivabile, con un Sordi straordinario, ma nessun attore e` da meno. Un film inevitabilmente legato ad un’epoca, ma con moltissimi riferimenti attuali, specie se si pensa alla combriccola forumistica del Riminese… :-p
all’epoca dell’uscita del film Sordi era visto come la peste: infatti ne il suo nome ne la sua immagine compaiono nel materiale promozionale del film, e si dice, nemmeno nei titoli di testa delle prime copie.
Vero. Addirittura i distributori minacciarono di non finanziare il film se ci fosse stato Sordi, e visto che nomi importanti non ce n’erano, con Trieste bruciato dal precedente Sceicco Bianco, Fellini contattò De Sica per la parte dell’attore finocchio.
L’argomento è trattato anche nel libro “La Tuscia nel cinema”, Franco Grattarola, Meltingpot Edizioni, pp 33,34,35.
In particolare viene ripresa una dichiarazione di Alberto Sordi contenuta nel libro di Maurizio Porro "Alberto Sordi, Il Formichiere.
"…fu per merito di fellini che feci I vitelloni…Io vorrei Sordi. No, guarda scegli un altro, Sordi è proprio contropruducente. Lui insistette molto e riusci a convincerli, ma a patto che il mio nome non figurasse nè sui titoli di coda nè sui manifesti…
Il progetto del possibile sequel, Moraldo va in città, venne invece abbandonato a favore del film Il bidone
Rivisto nel dvd Criterion, è uno straordinario spaccato dell’Italia che fu e pellicola che ci “presenta” Fellini e le sue origini. Grande cast, con il gruppo di “fancazzisti” davvero ben amalgamato. Non mi ricordava che Fabrizi era doppiato da Manfredi… Strano effetto. Belle le musiche di Nino Rota. Alcune parti di Viterbo, una delle locations, sono tuttora riconoscibilissime. Bellissima e modernissima la sequenza finale quando Moraldo è in treno, e parla brevemente con la voce di Fellini, scorrono letteralmente le immagini degli amici.
Il dvd Criterion è ottimo, bianco e nero sublime. In attesa di un BD, dubito si riesca a fare di meglio a livello audio/video. Interessante documentario Vitellonismo con Interlenghi, Trieste, Mollica, Kezich e altri.
Bellissimo film, costruito con un talento davvero raro. Commedia dal retrogusto amarissimo, con un bel cast diretto splendidamente, soprattutto Sordi: quando non faceva le sue orrende macchiette ma era diretto da un regista valido si dimostrava il grande attore che era.
Per me però quello che ruba la scena a tutti è il mitico Franco Fabrizi, qui doppiato - purtroppo - da Manfredi… il suo personaggio viscido è quasi fastidioso, per quanto è ben reso.
Meraviglioso il finale, come ha già sottolineato Jack Carter. Comparsata per Enzo Andronico (è uno dei ballerini di rivista).
Visto anch’io ieri sera nella sua interezza, l’avevo sempre addocchiato a pezzi e bocconi, sbagliando.E’ un film davvero bello con momenti drammatici alternati a sequenze che strappano il sorriso.Addirittura a volte le due cose si mischiano creando un effetto a corrente alternata, ad esempio quando il padre picchia Fausto e il suo datore di lavoro fuori rassicura la moglie.
Fabrizi davvero superbo ma credo che Sordi sia poi alla fine il vero pezzo da novanta del film. A visione ultimata leggendo un po in rete della stesura della sceneggiatura si scopre che il film doveva essere ambientato a Pescara, ma poi si scelse la località di nascita del regista (anche se nel film io a dir la verità non l’avevo mica capito), anche se poi gli esterni sono girati in Toscana e Lazio.
Il termine vitelloni non è poi andato completamente in disuso, una decina di anni fa qui da me si utilizzava, forse era partito da un appassionato del film, “uhe vitello come va?”.Comunque son d’accordo con chi ha scritto che il film è ancora attuale e moderno.
Bella la sequenza finale dove con l’effetto del treno si rivede tutta la compagnia mentre dorme.
C’è anche un dvd Criterion, ormai vecchiotto (è del 2004): www.dvdbeaver.com/film/DVDReviews4/vitelloni.htm A questo punto, sarebbe gradito un bel br…
Terzo film di Federico Fellini dopo i due insuccessi di Luci del varietà e dello Sceicco bianco.
Per me è il migliore che ha fatto. Cinque sono i protagonisti da Alberto Sordi(protagonista a dispetto dei produttori che non lo volevano neanche sui cartelloni dopo gli insuccessi di Mamma mia che impressione! e dello Sceicco bianco, ma fortunatamente Fellini ebbe la meglio), Leopoldo Trieste,Franco Interlenghi,Franco Fabrizi(doppiato da Manfredi) e Riccardo Fellini fratello del regista.
Scritto da Fellini,Flaiano e Pinelli.
Musiche bellissime di Nino Rota.
Leone d’Argento al Festival di Venezia
Incredibile come, non avendolo mai visto sino a pochi giorni fa, ho sempre erroneamente pensato che fosse una commedia mentre invece è un film più drammatico di quanto pensassi.
Credo sia risaputo che la sequenza iniziale di questo film fu ripresa -anche qui in apertura- da Verdone per il film “C’era un cinese in coma”
Nel film I VITELLONI del 1953 con Franco Fabrizi, Alberto Sordi, Franco Interlenghi, Leopoldo Trieste e Riccardo Fellini (fratello del regista) compare, in una sequenza, Totò.
Siamo attorno al minuto 40 della pellicola quando, i ragazzi protagonisti, sono intenti a partecipare al veglione di Carnevale 1953.
Nella tradizionale sfilata dei carri allegorici in città, compare un pupazzo di Totò molto ben riconoscibile che si presta ad alcune sue movenze caratteristiche.
Questo si tratta di un piccolo e grazioso omaggio del regista Fellini al “Principe della risata”
Quando vidi per la prima volta questa sequenza all’interno del programma Storia di un italiano non so perché quel mascherone di Totó durante la sfilata, con le sue caratteristiche geometrie con le braccia e successivamente a conclusione della festa di Carnevale, trascinato stancamente con una corda da una persona, racchiude qualcosa di malinconico.
Una piccola curiosità : su quel calesse dove c’era Totó c’era un altro attore “pupazzato”, Renato Rascel