Anno: 1977 Regia: Peter Rush (Filippo W. Ratti) Con: Corrado Gaipa, Isabelle Marchal, Ambrogio Molteni, Claudio Peticchio Musiche: Piero Piccioni
Continuando imperterrito nel mio periodo di amarcord giallistico, mi sono rivisto stasera questo film girato da Filippo W. Ratti sotto lo pseudonimo di Peter Rush. Pur se marginalmente interessante per le atmosfere miste tra giallo sexy e horror gotico, il film alla fine risulta una mezza cosa con poco capo e altrettanta poca coda: l’intreccio giallo è abbastanza elementare e prevedibile, le sottotrame appena accennate e praticamente subito abortite (i flashback dell’adulterio ed il traffico di droga) e la suspence giocata quasi solamente sul volume della colonna sonora. Un film quasi pregevole nella sua inutilità, che ha se non altro il pregio di avere un ritmo costante e di insistere su alcune scene di nudo parziale che aiutano a passare piacevolmente il tempo. Da menzionare la scena superculto con la candela, un piccolissimo dettaglio che però dona al film quell’alone di classe tipicamente 70’s che lo rende degno di una visione.
visto nel lussuosissimo blu-ray Vinegar Syndrome (Forgotten Gialli vol. 3)
che dire
posto che le mie aspettative erano abbondantemente sotto lo zero, alla fine me lo sono senz’altro goduto, anche grazie al blu-ray che è spettacolare
bella l’intervista Freak-O-Rama al produttore Giuseppe Colombo che aveva fatto una parte e non si capacita di come sia stato possibile recuperare un film del genere
Visto sul tubo un paio di volte: certo non siamo ai livelli massimi del “giallo movie” comunque è abbastanza godibile. Ho apprezzato molto l’“ispettore Gaipa”, che alza indubbiamente il livello di recitazione.
Un blu-ray davvero spettacolare quello della Vinegar Syndrome Divertente e interessante l’intervista a Colombo, anche se si sbaglia in alcuni dettagli (per esempio dice che lo sceneggiatore Ambrogio Molteni interpretava l’amante di Patrizia Gori, che secondo me invece sarebbe interpretato da Roberto Zattini).
Un film povero ma godibile; da notare anche che fu girato già nel 1973 con il titolo “Gli occhi verdi della morte”, rimanendo però nel magazzino fino al 1977…
visto ieri per la 1 volta,a me ,nel suo genere è piaciuto,e poi la governante in questione era molto arrapante…il parco attrici femminile di alto livello…parco maschile invece pietoso…forse si salva a malapena gaipa…cmq un mix strano ma godibile di giallo,sex,delinquenza,tocchi splatter
Giuseppe Colombo, che intraprese successivamente la carriera di produttore, venne soprannominato da Lucio Fulci, noto per il suo sarcasmo, Shirley Temple, a causa dei suoi improponibili boccolazzi bionfi