Con Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Aldo Giuffré, Tina Pica, Agostino Salvietti, Armando Trovajoli, Gianni Ridolfi, Tecla Scarano, Carlo Croccolo
Oscar per De Sica nel 1965, il terzo per il regista di Sora. Che con questo film riuscì a battere Les parapluies de Cherbourg di Demy… no comment.
Tre episodi. Il primo, ambientato a Napoli, è gustoso anche se permeato da una oleografia eccessiva. Molto divertente il diario di lavorazione che emerge dalle lettere che il regista scrisse alla figlia Emi mentre era a Napoli, raccolte in un libro di recente pubblicazione.
L’episodio milanese è il più breve e dimenticabile. Tratto da una sciocchezzuola di Moravia (Argh!). Robetta. Oltretutto la nebbia va e viene a seconda dell’inquadratura, quando la macchina si ferma dopo l’incidente. Boh.
L’ultimo episodio, romano, è già meglio e Mastroianni è molto divertente con quell’accento bolognese. E poi c’è Tina Pica, sempre un piacere.