Sorta di droga movie kazako, opera difficilmente classificabile, che si nutre di un humus profondamente sociale ma che si muove su binari da cinema di genere, rivelando al contempo un’anima decisamente sperimentale. Realismo cinematografico che si spoglia, svelando bagliori metafisici baluginanti al di sotto del sottile strato di trasparente pelle che ricopre il corpo nudo di questo film affascinante.
Seguiamo le vicende di un protagonista un po’ istrionico, che incrocia il suo cammino con una banda di teppistelli di periferia ed un’infermiera resa morfinomane dal chirurgo della clinica in cui lavora, che sfrutta la dipendenza della ragazza per avere una base logistica per lo spaccio della morfina. Paesaggi urbani dismessi profondamente sovietici che si alternano ai paesaggi desertici desolati e quasi metafisici delle rive del mar Caspio, coi relitti di navi lasciati ad arrugginire in mezzo al nulla. Sia negli ambienti che nei personaggi l’elemento comune è la desolazione, l’abbandono, l’incuria. Grande cura per l’aspetto visivo che in certe inquadrature trasuda un fascino quasi magnetico.
Un uso particolarissimo della componente sonora, con una selezione musicale davvero eterogenea, in cui predominano brani disco-elettronici sovietici anni 80 ma in cui c’è spazio anche per indie rock, post rock, musica sperimentale e pure per “Non succederà più” di Claudia Mori. Dissonanze, distorsioni ed eco alterano gli effetti sonori della pista audio creando sensazioni di spaesamento ed allucinazione. L’attore principale, Viktor Tsoy, dev’essere fondamentalmente un musicista, ed infatti cura le musiche ed il suono del film.
Un film davvero particolare che mi ha colpito; ci sono incappato sfogliando la filmografia dell’attore Alekandr Bashirov, che ho conosciuto nelle vesti di interprete e regista ne Il tallone di ferro dell’oligarchia (sua unica esperienza dietro la mdp), altro film spiazzante che fa un uso singolare di una colonna sonora quasi post rock.
Ho come idea che ci sia una sorta di new wave del cinema sovietico del periodo a cavallo della caduta dell’URSS di cui non so niente ma nel quale sono casualmente incappato e che a dirla tutta mi sembra molto molto intrigante.
Nugmanov nel 1993 è arrivato anche alla Mostra del cinema di Venezia con un film che si chiama Selvaggio Est e parla di un gruppo di nani che fugge dal circo… La voglia di recuperarlo è alta!
Segnalo infine che lo stesso regista ha girato nel 2010 Igla remix, che dev’essere una sorta di remake o seguito, realizzato con gli stessi attori ed utilizzando archive footage di Tsoy, che nel frattempo era deceduto nel 1990.
FILM COMPLETO youtube sottotitolato in inglese
https://www.youtube.com/watch?v=z91WYOewHG4
Sul tubo è visibile anche il succitato Igla remix, purtroppo però senza sottotitoli.