Il bambino con il pigiama a righe

Ieri sera ho visto questo bel film di Mark Herman, un’opera sull’orrore della Shoah e del nazismo. A mio parere non sfigura al confronto di capolavori come Schindler’s List e Il pianista.
Il film ci fa capire quanto sia terribile trovarsi dalla parte sbagliata della barricata e lo fa dal punto di vista dei bambini, senza patetismi, né astuzie.
Il finale, prevedibile ma per nulla consolatorio, morde la nostra coscienza e ci obbliga, almeno per un po’, a non dimenticare i milioni di innocenti morti allora a causa dell’odio e quelli che continuano a morire oggi in tutte le sporche guerre del mondo.
Da far vedere nelle scuole ai giovani affinché non dimentichino. E ricordino quanto sono fortunati ad essere nati qui, adesso.

Visto questa sera.
Condivido il giudizio positivo del forumista Don Carrasco.
Il film è un ottima rappresentazione dell’orrore dei campi attraverso gli occhi innocenti ed il candido e quasi sempre trasparente comportamento di un bambino.
David Thewlis (Me lo ricordo per “Dragonheart” e per la parte del ridacchione gay in “Il Grande Lebowski”) perfetto nella viscida parte del padre , comandante combattuto tra “lavoro” da portare a termine ed affetti. Bella la prova anche di Vera Farmiga, dei due bambini e del tenente Kotler (Altro personaggio chiave del filmperchè svela il vero orrore alla madre e per la rivelazione sul padre “traditore”). Bello e sottile anche il rapporto madre-figlioall’inizio nella scena della festa e moglie-marito nel corso del film.
Finale agghiacciante, crudo, disperato e molto catastrofico. Con il padre (e la famiglia tutta con lui) distrutto inconsapevolmente dalla sua stessa missione.
Un buon film drammatico ottenuto con pochi mezzi. Che deve far riflettere.

Visto proprio adesso dal buon dvd UK.
Un bel film, intenso e drammatico che evita parecchie facili trappole di retorica e buonismo nelle quali avrebbe facilmente potuto incappare. Il finale è prevedibile ma mantiene una coerenza e una compattezza davvero encomiabili.
L’unica cosa che mi ha dato fastidio (ma è inevitabile, non ci si può fare nulla…) è che tutti parlano inglese e la cosa mi fa un po’ (molto) strano.
Nonostante una delle tematiche portanti sia quella del mantenimento dell’innocenza in mezzo all’orrore, il film non ha nulla a che fare, per fortuna, con il mai abbastanza sopravvalutato “La Vita È Bella”.
Recuperatelo, se vi capita, merita una visione.

Bellissimo film un po’ troppo sottovalutato, forse perchè l’ennesimo film sui campi di concentramento/sterminio nazisti? Ok…ma la situazione qui è completamente diversa, è un film visto con gli occhi dei bambini, che non vedono se uno è ebreo, se è figlio di nazisti, se vive al di là e o al di qua del campo di prigionia…Qui c’è storia di amicizia VERA, disinteressata, di semplici scambi di parole, di giochi e apparente allegria di bambini, pronti a convividere tutto, fino a scegliere, loro malgrado, il triste destino

Struggente, commovente senza forzature, senza lamenti, senza didascalie…semplicemente: fa piangere di dolore:(