Il Bianco Sole del Deserto - Белое солнце пустыни (Vladimir Jakovlevič Motyl, 1969)

Il soldato dell’Armata Rossa Fyodor Sukhov torna dalla guerra civile in asia centrale.
Sognando la sua bella e amata moglie Katerina, si risveglia in pieno deserto incamminandosi pazientemente verso casa, quando incontrerà Sayid, un indigeno sepolto fino al collo nel pieno deserto, questo sarà il prologo e il presagio di un’avventura inaspettata.

Lo ammetto, mi è capitato per caso tra i suggerimenti di youtube, ho iniziato a vederlo e…
Capolavoro, Fyodor eroe sovietico simbolo di tutta l’armata rossa, in contrasto con la brutalità degli abitanti dell’attuale Turkmenistan, costa sud orientale del Mar Caspio.
Le ambientazioni sono mozzafiato, anche qui in antitesi tra gli albori dell’ Unione Sovietica e le rovine dell’impero Samanide, un territorio incredibilmente surreale ed evocativo, lo guarderete e lo apprezzerete come uno spaghetti western.
Leggo in seguito che è considerato un must per il cinema rosso, premiato con 30 anni di ritardo per il suo valore storico, inoltre il film è un rito scaramantico per tutti i cosmonauti in imbarco sulla Soyuz.
Una pellicola che (ovviamente) esalta la Russia dell’epoca, la potenza e la nobiltà del partito, la donna emancipata e non oggetto di piacere, troverete diversi e divertenti simbolismi, come quando sogna la moglie e impugnano rispettivamente falce e martello.

In poche parole vi troverete di fronte a un piccolo grande capolavoro, guardatelo, dura poco più di 80 minuti.
Lo trovate sul canale della Mosfilm, generosamente sottotitolato, all’epoca è uscito anche in sala da noi e c’è pure il DVD General Video.

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mi è arrivato in italiano pochi mesi fa…devo ancora vederlo, ma mi ispira ovviamente parecchio :slight_smile:

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Facci sapere @manzo, ti piacerà!

Per chi lo avesse già visto, la canzone che sto fischiettando ininterrotamente da un paio di giorni:

Con tanto di testo e traduzione:

La frase:

I have no luck in dying
I’ll be lucky in love

è di una potenza concettuale unica.

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E’ un film che fa sognare ad occhi aperti. Non tanto per la storia in sé e per se (bella ma, insomma, quasi un western russo dove al posto di soldati americani e crudeli pellirosse ci son coraggiosi, ancorché umanissimi nella loro sfera privata, soldati russi e spietati Khan delle sconfinate e selvagge lande turchestane).
Ma e’ bellissimo il contesto storico e culturale in cui si svolge la storia: un turchestane ancora selvaggio e non ancora del tutto sottomesso o inglobato nella nascente Urss, terre secolarmente senza legge dove i Khan locali (siamo già nel XX secolo, non dimentichiamocelo) o i briganti uccidono stranieri, russi o semplici mercanti o villaggi confinanti per predoneria o per semplice crudelta’… Terre che e’ solo dalla seconda metà del XIX secolo la Russia prima e l’Urss poi cercano di sottomettere e renderle meno selvagge, nel vero senso della parola

L’epopea del soldato semplice Fyodor, spogliata di qualsiasi retorica ideologica o propagandistica e’ la storia di un conflitto tra due mondi totalmente diversi ed opposti: la civilta’ (perlomeno per come era rappresentata nella Unione Sovietica degli anni 60-70 quando e: stata girata la storia) e il mondo tribale, indomito, senza legge che per secoli ha rappresentato il terrore e gli incubi dei pochissimi che osavano avventurarsi in quelle terre dimenticate da dio e temute da tutti

Per chi vuole (anche) leggere di più su quelle terre e la difficilissima conquista (o i tentativi di assoggettarle da parte di questa o quella pota), consiglio il bellissimo libro “Il grande gioco - I servizi segreti in Asia centrale” di Peter Hopkirk dovecon uno stile avvincente e spettacolare narra di cento anni tentativi di controllare quelle zone così importanti nella storia mondialea anche così selvagge e sconosciute

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Scusate sgrammaticature o possibili omissioni di discorsi ma ho un grave problema agli occhi e non riesco a vedere bene :slight_smile:

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Al riguardo di quel mondo tribale indomito leggevo online che le riprese non sono state affatto semplici, al di là della morte di uno stuntman.
Durante la notte avvenivano diversi furti per mano di bande locali, Vladimir Motyl ha un colpo di genio, assume il boss malavitoso della zona, l’Abdullah di turno e lo fa recitare come scagnozzo nel film, da quel momento cessarono tutti i problemi :smiley:

Altra curiosità, sul finale, quando Pavel Luspekayev viene ferito in fronte dal vetro, la ferita è reale, ma se l’era procurata la sera prima a Makhachkala, trovatosi in mezzo a una rissa si prende una coltellata in fronte, non potendo mascherare con trucco la ferita, decidono di aggiungere la scena del vetro rotto.

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@bastardnasum avendo esordito con “E’ un film che fa sognare a occhi aperti” e descrivendo alla perfezione con così poche semplici parole, credo ti si possa perdonare qualsiasi errore.

Tornando a noi, sul tubo si trovano dozzine di video, parodie e omaggi al film, notevole questo calendario del 2016:

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Ho la registrazione delle versione doppiata in italiano trasmessa da RaiMovie. Lo ricordo un po’ raffazzonato però simpatico in certi frangenti.

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Qualche anno fa non l’avrei capita :smiley:

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Sulla ferita c’ho preso durante la visione, si vede che è profonda, il sangue è vivo e reale, probabilmente è stata sanguinante anche durante le riprese. Avendolo notato, mi sono accorto che in alcune scene, che andrò a ripescare, credo qualcuna di quelle con la moglie, ha il trucco sul taglio, forse perché girate dopo la rissa.

Film bellissimo, grande esempio di eastern. Personaggi sì molto umani, seppur propagandistici.
Non ho capito se con i “banditi” c’erano anche membri delle armate bianche, a me è sembrato di sì.

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Mi aveva dato più l’idea che i briganti fossero entrati in possesso delle uniformi, piuttosto che esserne parte.

Comunque bellissimo il concetto di Eastern, mi era sfuggito.

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