In onda stasera su Canale 5 la prima delle sei puntate della serie Il capo dei capi
Lo sceneggiato racconta la vita di Totò Riina (Claudio Gioè) partendo dall’infanzia complicata fino al comando di “Cosa Nostra”, ripercorrendo tutte le tappe che ne hanno segnato la scalata al potere.Il costo di produzione è stratosferico, ben 15 milioni di Euro.
Dal libro di Bolzoni e D’Avanzo
Tra gli sceneggiatori anche Claudio Fava.
E’ decisamente da acquistare perchè superlativo come recitazione e ricostruzione degli eventi.
L’altra serie cui si può paragonare è questa
che rappresente anche l’ideale sua continuazione.
Se il Capo dei Capi riguarda Riina, L’ultimo Padrino riguarda Provenzano, il suo braccio destro nonchè successore nella Cupola. Anche questa serie tv (entrambe sono fiction Taodue) è da acquistarsi perchè Placido in questi ruoli rimane fenomenale
Nonostante il budget qualche piccolo errore (una Bmw degli '90 utilizzata nel decennio precedente).
Alcuni fatti sono poi travisati e nella storia mancano passaggi importanti
Interessante il giudizio di Michele Placido:
“Sembra un film di Rosi fatto da falsari napoletani”
Si rivedono Pelligra e Alfredo Pea (è Ciancimino)
Tra le comparse qualche superstite di Mery per sempre.
C’è anche la mano di Stefano Rulli (La piovra 3,4,5,6)
Buona serie. La prima metà, a mio parere, migliore del resto. Ho avuto l’impressione che da un certo punto in poi abbiano dovuto realizzare tutto in meno tempo. Ma, come detto, il risultato finale è comunque positivo. Bravi gli interpreti e bello rivedere Pea. E Gioè sta dimostrando di essere sempre più bravo.
Specie per quanto riguarda gli anni '90.
Poi riciclaggio, Sindona e i legami con l’eversione sono nulli. Idem per i servizi segreti e il caso Contrada e sul versante dei contatti politici la fiction si mantiene superficiale (il caso Andreotti, Dell’Utri e gli anni del dopo DC…)
Traballa tra finzione e atti processuali. E il personaggio di Schirò, frutto della fantasia degli autori, era decisamente evitabile.