Il cappotto ( Alberto Lattuada 1952)

Bel film.Rascel grande in versione grottesca

Tratto dall’omonimo racconto dello scrittore russo Nikolaj Gogol’ e sceneggiato, tra gli altri, da Cesare Zavattini, Il cappotto è uno dei primi titoli italiani che prova a svincolarsi definitivamente dal neorealismo

Uno dei titoli più riusciti e significativi della carriera di Lattuada, autore mai valorizzato abbastanza. Presentato al Festival di Cannes, ottenne un buon successo sia di critica che di pubblico.

Rascel sfiorò addirittura la palma d’oro come miglior attore(la vinse per pochi voti Marlon Brando per Viva Zapata)

Vinse comunque il suo unico nastro d’argento

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Anche perché non fece più film di questo livello preferendo sempre le farse.

O forse, erano i produttori o addirittura i registi, che volutamente lo “relegavano” ai soli ruoli leggeri…

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Sarà vero anche questo, pensiamo a Totò ma anche a Franco & Ciccio e a Renzo Montagnani, però il fatto di avere interpretato il veramente brutto HO SCELTO L’AMORE, film immediatamente successivo a IL CAPPOTTO, dà anche l’idea di uno che non sapeva scegliersi i copioni. Poi fece la stronzata di non richiamare Lattuada per LA PASSEGGIATA. Si, c’è anche POLICARPO: UFFICIALE DI SCRITTURA in effetti, ma è comunque una commedia. Mettiamoci anche IL TRAPIANTO, ma sono veramente pochi i suoi film decenti. Ed è un peccato.

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Sappiamo fin troppo bene, ormai, che il cinema italiano non ha saputo utilizzare al meglio un sacco di gente talentuosa. Per i più vari motivi. Si potrebbe aprire un thread apposito… :thinking:

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In una vecchia intervista ne parlava anche Aroldo Tieri di questa situazione

Aroldo Tieri e Totò

tratto da Il principe Totò di Orio Caldiron e I film di Totò di Alberto Anile
L’incontro con Totò e’ avvenuto quando la mia posizione cinematografica era già avanzata.Qualche volta ho fatto delle partecipazioni anche minime perché mi voleva molto bene e aveva piacere che partecipassi comunque ai suoi film. Qualche film con Totò me lo ricordo con piacere, qualche altro me lo ricordo quasi con vergogna. Allora si facevano perché si era nell’immediato dopoguerra e avevamo bisogno di soldi. Si può dire che ci si sarebbe potuti rifiutare di fare certi film, ma era difficile.

Non è che con questo voglio giustificare le mie malefatte cinematografiche. Adesso sono moltissimi anni che non faccio cinema, posso rifiutare anche perché le mie vecchie amicizie sono un po’ scomparse; ma alcuni registi che adesso vanno per la maggiore allora facevano film con Totò, oggi parlano, sono inseriti politicamente e non fanno più film di serie B. Oggi farei del cinema diverso, più decoroso. Forse in un altro paese la mia faccia ispirerebbe delle storie diverse, ma in Italia sanno utilizzare solo i grossi nomi che fanno cassetta.

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