Il cinema di Terence Young

Mario Gerosa, giornalista, ottimo scrittore, nonchè amico, ha appena dato alle stampe uno splendido volume/saggio su Terence Young e il Suo cinema. Il libro, edito dalle Edizioni “Il foglio” sarà disponibile in tutte le librerie da fine Settembre e su i più importanti portali di vendita libri on-line.

Il libro, del quale sono molto felice di aver scritto l’introduzione, esplora tutto l’universo cinematografico del cineasta che portò sullo schermo, il più famoso degli agenti segreti. Doppio “0” con licenza di uccidere.

Non fatevelo scappare.

Terence Young (1915-1994) è il regista che ha diretto Agente 007, Licenza di uccidere e che per primo ha definito il canone del favoloso James Bond cinematografico.
Per Young il successo di 007 fu una fortuna e una condanna allo stesso tempo. Il regista, che girò altri due episodi della saga dell’agente segreto più famoso del mondo (Dalla Russia con amore e Thunderball – Operazione Tuono), venne spesso identificato come l’autore dei primi film di Bond (comunemente definiti “i più belli” ), e in tal modo non si rese mai giustizia a un autore che per tutta la vita spaziò tra gli stili e i generi, girando una quarantina di film che vanno dal thriller alla ricostruzione storica al dramma di introspezione psicologica.
Young era un uomo molto colto e raffinato. Nato a Shanghai da genitori inglesi, laureato a Cambridge, esordì a 33 anni con Il mistero degli specchi, la storia di un uomo malato di Rinascimento, che costringe una sconosciuta a seguirlo nella sua folle brama di ricostruire un’epoca. Quella storia di arte e di follia girata in un poetico bianco e nero è il primo indizio per scoprire la versatilità di Terence Young, che nella sua carriera alternò film di genere destinati a diventare cult movies e film di grande impegno sociale che fecero scalpore all’epoca ma che vennero poi dimenticati.
Dotato di una straordinaria cultura cinematografica, raffinato come von Sternberg e innamorato dei film di Feyder, Young si divertì per tutta la vita a giocare con i meccanismi del cinema, passando dal trash mitologico (Le guerriere dal seno nudo, Gli Orazi e i Curiazi) al cult western con l’improbabile terzetto Bronson-Delon-Mifune (Sole rosso), al camp spy thriller (Triplo gioco). Ma l’uomo che portò al cinema l’epopea saffica delle Amazzoni, che ebbe per primo l’idea di calare un samurai nelle atmosfere del selvaggio West e che raccontò una spy story dal lato umano, raccontando vizi e debolezze degli agenti segreti, fu anche un attento osservatore e cronista del suo tempo. Già negli anni ’50 girò una serie di film di denuncia, criticando aspramente la società contemporanea: in Londra a mezzanotte si parla dello stupro di una ballerina minorenne, Tall Headlines scandaglia il microcosmo delle tragedie covate in famiglia, e Serious Charge è incentrato sulla storia di un prete accusato di molestie da un giovane.
Molto apprezzato come regista di film di guerra, Young fu anche un grande architetto di suspense, ed emozionò mezzo mondo con Audrey Hepburn cieca ne Gli occhi della notte, un film molto amato da Alfred Hitchcock.
Queste sono soltanto alcune delle tante sfaccettature dell’opera e della personalità artistica di Terence Young, che Mario Gerosa, l’autore della monografia, ha analizzato, basandosi anche sulle testimonianze di attori e professionisti che conobbero e lavorarono col regista.
Il volume comprende interviste esclusive a Ken Adam, il leggendario scenografo dei film di 007, Ursula Andress, Alessandra Celi, Ennio Morricone, Luciana Paluzzi, Aldo Zezza.

Prefazione di Edward Coffrini Dell’Orto, presidente dello 007 Admiral Club.
Introduzione di Dario PM Geraci.

interessante, da prendere. Young è regista spesso sottovalutato a mio parere.