il cinema documentario di Vittorio De Seta

OMAGGIO A VITTORIO DE SETA

Salve a tutti,
a proposito di un progetto culturale che sto portando avanti per la scuola (la Sicilia vista al cinema attraverso i documentari di V.De Seta - iniziativa da realizzarsi nel mio paese grazie all’Assessorato alla Pubblica Istruzione del mio Comune), vi segnalo ‘Il mondo perduto’, libro edito da Feltrinelli che raccoglie 10 cortometraggi di Vittorio De Seta, con alcuni tra i più intensi brani della storia del documentario italiano.
Una ricognizione di realtà e tradizioni millenarie che ancora sopravvivevano intatte nell’Italia rurale degli anni cinquanta, prima di essere spazzate via dalla brusca accelerazione che i mezzi tecnologici hanno imposto alla vita dell’uomo.

Lu tempu de li pisci spata (1954), Isole di fuoco (1954), Surfarara (1955), Pasqua in Sicilia (1955), Contadini del mare (1955), Parabola d’oro (1955), Pescherecci (1958), sono quindi veri e propri viaggi antropologici in Sicilia, alla scoperta di un mondo che in tutto e per tutto può essere definito d’altri tempi.

Non già la rapidità delle macchine, infatti, ma il tempo del raccolto, quello del passaggio dei tonni, quello dei riti religiosi, regolava allora la vita di popoli ancora in armonia con la natura.
Eppure, con una straordinaria operazione, De Seta è riuscito a sovrapporre e sintonizzare il tempo della macchina cinema a quei tempi. Il montaggio anche incalzante dei suoi documentari, non leva nulla alla durata e alla durezza delle immagini riprese in quei luoghi remoti.
Perciò ridurre alla testimonianza antropologica questi lavori sarebbe oltremodo ingiusto: essi sono in primo luogo grandi episodi di cinema.

Chiunque assista a un documentario di De Seta non può fare a meno di ammirare la sua capacità di far partecipare la macchina da presa agli eventi senza mai nasconderla, né esibirla: come quando questa si lascia spalare in faccia il grano dai contadini in Parabola d’oro, o aiuta, con i bordi dell’inquadratura, a braccare il pesce inseguito dalla barca (e dal montaggio dei suoni e dei gesti), ne Lu tempu de li pisci spata.

Il cinema è, esattamente e semplicemente come quei gesti erano, collaborazione, lavoro, rispetto della tradizione.

Le inquadrature di De Seta, non si lasciano fermare, non sono mai fotografia, mai pittura, ma straordinari esempi di immagini in movimento.
Il cinema ritrova così la coincidenza ontologica che ha con il reale, anche nei suoi trucchi, come nell’uso del Ferraniacolor, che invecchiando e ammorbidendo la sua intensità col tempo, offre oggi a noi un colore tanto più vero perché vivo.
Nell’attitudine morale al rispetto, all’intervento calato senza inutili imposizioni in quei mondi, si ritrova anche la più genuina indole e l’impegno del neorealismo.

VITTORIO DE SETA

Nato a Palermo nel 1923, frequenta la facoltà di architettura a Roma e poi l’Accademia Navale di Livorno. Durante la guerra viene deportato dai tedeschi in Austria. Ripresi gli studi, dopo esser stato liberato nel ’45, si avvicina al cinema e comincia a collaborare come aiuto-regista.
Esordisce nel lungometraggio con Banditi a Orgosolo (1961) che vince a Venezia come Opera Prima. Gli altri suoi film: Un uomo a metà (1966); L’invitata (1970); Diario di un maestro (1975); Quando la scuola cambia , (1978), doc.; La Sicilia rivisitata (1980), doc.; Hong Kong, città di profughi, doc. (1980), doc.; Un carnevale per Venezia (1983), doc.; In Calabria, (1993), doc.; Dedicato ad Antonino Uccello (2002), doc.; Lettere dal Sahara (2006), Articolo 23 (2008), doc.

7 DOCUMENTARI SULLA SICILIA

  1. Lu tempu di li pisci spata

anno 1954 - durata 10’

Nei mesi tra aprile ed agosto il pesce spada va a deporre le uova nelle tiepide acque dello stretto di Messina. In questo periodo si organizzavano le barche dei pescatori, con la fatica e lo sforzo dei loro remi, per inseguirlo e ucciderlo.

http://rapidshare.com/files/229086391/sicilia_1.avi

  1. Isole di fuoco

anno 1954 - durata 10’

Vincitore del primo premio per il documentario al Festival di Cannes del 1955, il cortometraggio riprende la vita dura dei popoli al largo delle isole Eolie, su cui incombe il fuoco del vulcano.

http://rapidshare.com/files/229249047/sicilia_2.avi

  1. Surfarara

anno 1955 - durata 10’

Targa d’argento al premio David di Donatello 1956-57, il documentario si cala nella realtà delle miniere di zolfo in Sicilia, per testimoniare l’oscura lotta di alcuni uomini nelle viscere della terra.

http://rapidshare.com/files/229246244/sicilia_3.avi

  1. Pasqua in Sicilia

anno 1955 - durata 10’

Il documentario riprende la processione a San Fratello, la sacra rappresentazione della passione di Delia, la Resurrezione celebrata ad Aidone, in occasione della Pasqua del 1955.

http://rapidshare.com/files/229061037/sicilia_4.avi

  1. Contadini del mare

anno 1955 - durata 10’

Ancora in Sicilia, questa volta per documentare la Tonnara di Granitola, una dimensione in cui il lavoro umano incontra il rito.

http://rapidshare.com/files/228973660/sicilia_5.avi

  1. Parabola d’oro

anno 1955 - durata 10’

I contadini falciano il grano nello sconfinato feudo siciliano, mentre anche le donne sono intente alle loro fatiche quotidiane.

http://rapidshare.com/files/228967783/sicilia_6.avi

  1. Pescherecci

anno 1958 - durata 10’

Ultimo film sulla pesca in Sicilia a bordo di un peschereccio dove alcuni uomini vivono e lavorano tra le reti e le maglie della necessità vitale.

http://rapidshare.com/files/229244010/sicilia_7.avi

presentazione libro e breve intervista all’autore
http://www.youtube.com/watch?v=T_wuoHhHICI

Adesso che Vittorio De Seta non c’è più (è scomparso ieri sera) vi invito a ricordarlo guardando i bellissimi documentari linkati in questo thread e/o recuperando altri lavori della sua ricca filmografia.

Ho avuto a che fare con De Seta per un progetto che non ha mai visto la luce per colpa della cialtronaggine di alcuni enti sardi (tra i quali la provincia e la stessa regione) che l’avrebbero dovuto produrre.
Ho un bellissimo ricordo di De Seta e delle volte in cui abbiamo parlato al telefono.
Oltre acolpirmi per essere davvero uno dei grandi padri del documentario (al quale tutti noi che facciamo questo lavoro dobbiamo tantissimo) mi colpiva per la lucidità che dimostrava anche in età avanzata e per il suo essere molto più sardo di tante persone che in Sardegna ci sono nate e cresciute.
Speriamo che adesso che non c’è più venga ricordato come merita.

intanto io apprendo della sua scomparsa leggendo questo thread… ovviamente -ma ormai non è una novità- tg e approfondimenti vari hanno ben altro di cui parlare.

ho molto materiale suo registrato in vhs da fuoriOrario… devo riversarlo su dvd prima o poi…

Se ricordo bene, però, molti dei cortometraggi pubblicati insieme al libro Feltrinelli sono nel formato sbagliato (1.78 anziché 1.37 e 2.35). Peccato davvero, a quanto ne so lo stesso De Seta c’era rimasto molto male.

A Fuoriorario Serata dedicata a De Seta

http://www.fuoriorario.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-5e9e8d98-3461-4372-98a9-2c0b46eb8595.html

Tornando sull’argomento: Isole di fuoco, Contadini del mare e Parabola d’oro erano originariamente girati in formato scope, ma da quel che ho visto l’edizione in DVD li ha tutti uniformati a 1.78:1. :confused: