Il club - El club (Pablo Larrain, 2015)

Forse “il film per eccellenza” sul tema omosessualità e pedofilia all’interno della Chiesa cattolica.
Diretto magistralmente dal cileno Larrain, con stile secco e asciutto, ti sbatte in faccia con una crudezza cinica e limpida
l’orrore degli abusi sessuali commessi da sacerdoti nei confronti dei bambini, attraverso la voce di “Sandokan”, un uomo che da bambino
fu violentato, abusato, da un sacerdote appena arrivato al “club”, una casa di ritiro per preti allontanati dalla Chiesa per aver commesso misfatti di varia natura.
A un certo punto arriverà un sacerdote inviato da Roma con l’intento di liquidare la casa.
Bello.

In arrivo a metà luglio in dvd e bd per Cecchi Gori
https://www.amazon.it/Il-Club-Alfredo-Castro/dp/B01FOSM22G/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1466877806&sr=8-1&keywords=il+club

1 Mi Piace

Voglio rassicurare chi mi ha badreputato: nessuno spoiler, non preoccuparti.

Secondo me va oltre, è un film parla dell’orrore e della debolezza del genere umano senza categorie. Un mondo che si dà le leggi, le infrange e poi cerca di sistemare il tutto in maniera elusiva.
E’ un film quasi fantasmatico, a me ha ricordato moltissimo “Todo Modo”, perchè cala in un contesto appartato e irreale un gruppo di uomini con i loro peccati alle spalle e le le loro regole folli.

Come scrivi, è magistralmente diretto, con un uso di filtri e obiettivi che rendono l’immagine eterea, debordante e vacua, come la possibilità di redenzione dei protagonisti.
Larrain mi sembra uno dei pochi registi contemporanei che riesca a trovare uno stile a seconda del tema che tratta: basti vedere quanto questo film è, formalmente, distante da “No. I giorni dell’arcobaleno”.

Bellissimo. Un film del genere sarebbe impensabile in Italia. Ci sono alcuni dialoghi da pelle d’oca.

1 Mi Piace

Lettura assai corretta e lucida. L’accostamento che fai con Todo modo è il paragone cinematografico più calzante, al quale onestamente non avevo pensato.

1 Mi Piace

Edizione home video italiana molto deludente: niente bluray, niente extra.

Ripensando alla bellezza di questo film, trovo davvero deprimente il fatto che al festival di Berlino gli sia stato preferito “Taxi Teheran” di Panahi. Una scelta politica per premiare un regista angariato dal regime iraniano. Ma “Taxi Tehran” rimane un esercizio di stile che, se valutato senza considerare le condizioni del suo autore e la difficoltà nel girare film, è davvero poca cosa rispetto alla potenza formale e contenutistica del film di Larrain.

Bellissimo, per me un vero capolavoro. Considero Larrain il più bravo regista della sua generazione, senza se e senza ma (meglio persino di Lanthimos e Du Welz che, assieme a lui, compongono la mia triade ideale dei registi nati negli anni '70).
Il film l’ho trovato davvero magnifico, doloroso e durissimo, con un messaggio assolutamente universale, messo in scena con una maestria commovente.

Visivamente è incredibilmente affascinante, con una dominante tra il bluastro e il violetto, ottenuta girando con vecchie lenti anamorfiche e con filtri particolari che danno al film una precisa identità visiva, peraltro molto coerente con la storia raccontata.
Credo che il dvd italiano abbia i neri davvero troppo alti (già nel trailer si vede un po’ meglio) e infatti ho già ordinato il blu ray inglese.

L’ho detto prima e lo dico anche ora: capolavoro.

1 Mi Piace