[LEFT]Visto solo ieri sera, registrato da RAI3 qualche giorno fa.[/LEFT]
Dopo una fugace avventura con un giovane uomo gia fidanzato e prossimo al matrimonio, Purificazione, un’introversa ragazza che vive in uno sperduto paesino della Lucania, anziché archiviare il fatto, perde la testa e s’innamora pazzamente del suo amante. Arriva al punto di ordire un sortilegio per legarlo a lei. Ma il giovane convola a giuste nozze con la sua fidanzata ufficiale e Purificazione non riesce a sopportare il colpo. Intanto, in paese, iniziano a verificarsi strane situazioni…
[LEFT]Una buona idea gestita non proprio bene dal regista e dai suoi collaboratori (tra gli altri, Sergio Martino, che funge da assistente alla regìa). Innanzitutto, vorrei sottolineare la buona prova dell’attrice israeliana Dahlia Lavi - a breve distanza girò anche La frusta e il corpo diretta da Mario Bava (1963) - che conferma di essere un’attrice preparata, autosufficiente, generosa e dotata di gran presenza in scena. IMHO, assai meno positiva, invece, la prova di Frank Wolff (non certo una novità), mentre il resto del cast, composto per la maggior parte da attori non-professionisti e gente presa dalla strada in puro stile “tardo-neorealista”, se la cava egregiamente. Purtroppo, però, il film non prosegue sul tracciato dei primi venti minuti, diventando via-via sempre meno scorrevole a causa del tentativo di accorpare scene su scene, trascurando il filo della narrazione. Il problema principale è attribuibile alla sceneggiatura che sembra più orientata ad illustrare le superstizioni, i riti e gli scongiuri tipici dell’arcaica cultura popolare del mezzogiorno (al film ha collaborato anche un esperto antropologo dell’Università di Cagliari) piuttosto che il dramma interiore della protagonista. E a proposito di quest’ultima: non si possono non notare delle macroscopiche somiglianze tra il film di Brunello Rondi e Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci (1972): 1) il personaggio di Purificazione, infatti, è molto simile a quello della “maciara” interpretata da Florinda Bolkan; 2) l’ambientazione del film di Rondi ricorda in tutto e per tutto quella utilizzata per il futuro successo fulciano; 3) il personaggio di Zi’ Giuseppe (nel film di Brunello Rondi) è praticamente identico al quello di Zio Francesco interpretato dal grande George Wilson (con tanto di baracca e rituali agro-esoterici)!!! Poi, avete anche gia segnalato la scena dello spider-walk durante l’esorcismo in chiesa - davvero inquietante…[/LEFT]
[LEFT]Nonostante stacchi bruschi e assenza di segni d’interpunzione più diversi errori in fase di illuminazione (le luci cambiano, insensatamente e in maniera piuttosto drastica, da un’inquadratura all’altra pur all’interno di una stessa scena!), Brunello Rondi dimostra di avere un “buon occhio” e gusto per l’inquadratura, mai disequilibrata e quasi sempre significativa. Qualche riserva anche per quanto riguarda la fotografia: si spazia da Ejzensteijn a Rossellini, in un alternarsi indeciso in cui, spesso, assume tonalità e sfumature più adatte ad una commedia all’italiana piuttosto che un horror o un film drammatico. Peccato perché, torno a dire, l’idea di base era piuttosto interessante e pur con i pochissimi mezzi a disposizione il tanto per tirare fuori un prodotto più che dignitoso c’era tutto. [/LEFT]