Il Giudizio Universale (Vittorio De Sica, 1961)

De Sica e Zavattini creano questo divertissment neorealista e surrealista, ispirandosi a Miracolo a Milano, in cui a Napoli viene annunciato il giudizio universale; il produttore De Laurentiis probabilmente rovina tutto, gonfiando in maniera epocale il cast e riempiendolo di star italiane e internazionali, causando probabilmente quella disomogeneità di cui soffre il film: i due autori avrebbero infatti preferito più caratteristi locali, che attori che poco o nulla avevano a che spartire con Napoli. Ma in ogni caso rimane un unicum eccezionale per ogni cinefilo, vedere nello stesso film Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Jack Palance, Alberto Sordi, Ernest Borgnine, Anouk Aimée, Vittorio De Sica, Fernandel, Silvana Mangano, Lino Ventura, Renato Rascel, Melina Mercouri, Paolo Stoppa, Domenico Modugno, Don Jaime de Mora y Aragón, Mike Buongiorno, Jimmy Durante, Franco Franchi & Ciccio Ingrassia, Georges Rivière e persino Gigi Reder. Attori che a volte hanno solo una breve parte, altre volte sono un po sprecati, ma alcune scene sono capolavori del cinema nostrano: quella di Paolo Stoppa, e il ruolo di Alberto Sordi, probabilmente il personaggio più nero da lui mai interpretato. Discreto il dvd, buono il master ma niente extra o sottotitoli.

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Bel film, anche se non ho mai digerito il finale. Sordi sugli scudi, ma forse il meglio lo danno Franco e Ciccio nella loro breve scena conclusiva. Ricordo che da bambino mi restò impressa la storica battuta Io mi chiamo Zuzzurro! pronunciata con gioia da un vecchietto quando si scopriva che il giudizio sarebbe stato in ordine alfabetico!

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La battuta è bellissima, e mi trovo concorde sul finale, pare troppo tirato via. Bravi in effetti Franco e Cicccio, ma a me piacciono anche i siparietti tra la Mangano e Palance con lui che la mena. :smiley:

Vittorio De Sica mette in scena il soggetto di Cesare Zavattini (anche sceneggiatore), spostando l’analisi dal proletariato indigente alla borghesia ipocrita, e spinge il pedale del grottesco, venando il tutto di un’aura surrealista che faccia emergere per contrasto le contraddizioni degli scomodi personaggi. Unica nota di rilievo, un cast da antologia, in cui spiccano un disturbante Alberto Sordi e una sempre convincente Silvana Mangano. Vittorio Gassman è Cimino, Renato Rascel è Coppola; particina per De Sica nel ruolo dell’avvocato. Musiche di Alessandro Cicognini. La voce di Dio appartiene al basso Nicola Rossi-Lemeni

Nella parte di Fernandel doveva recitare Totò secondo De Sica fu De Laurentiis a preferire il francese. Secondo l’attore Pietro De Vico che partecipò al film su suggerimento a De Sica proprio di Totò fu il grande attore napoletano poco convinto della parte a rifiutare il film

L’articolo che segue e’ tratto da “Totò” di Franca Faldini e Goffredo Fofi (novembre 1987)

“Io avrei voluto Totò con me anche in un altro mio film dopo L’oro di Napoli: avrei voluto affidargli la parte che poi fece Fernandel nel Giudizio universale. Questo anche per un senso di giustizia nei sui confronti, perché ho sempre pensato che avrebbe avuto bisogno di uno sfogo internazionale che non aveva mai avuto.
Quando L’oro di Napoli uscì in America il critico del " New York Times " intitolò il suo articolo sul film Perle di recitazione d’Italia e il " pazzariello " Totò fu per tutti una rivelazione. Proprio ne L’oro di Napoli il personaggio di Totò aveva un risvolto drammatico che lui rese benissimo, perché era un attore completo, il più grande a mio parere, che il teatro musicale e il cinema italiano abbia mai avuto.”

Vittorio De Sica

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Tale giudizio, espresso da uno che fu a sua volta grandissimo versatile attore (a mio modestissimo parere, superiore in tale ruolo rispetto alla sua attività come regista), credo sia il più bel complimento in assoluto fatto al Principe De Curtis. In Arte, Totò.:heart::heart::ok_hand::ok_hand::clap::clap::clap::clap::partying_face::partying_face::partying_face::star_struck::star_struck::star_struck:

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Paradossalmente non c’è, almeno tra gli attori principali, neanche un napoletano.

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Ci sono solo i caratteristi tra i napoletani:Giacomo Furia, Gigi Reder , Pietro De Vico, Ugo D’ Alessio, Carlo Taranto, Regina Bianchi,ecc

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Il film venne interamente scritto da Cesare Zavattini e si caratterizzò per la presenza di numerosi attori “di grido”, voluti dallo stesso De Laurentiis, il quale intendeva replicare il successo di La ciociara con un film che, benché radicalmente diverso, fosse opera della medesima coppia di sceneggiatore e regista[2], ma appunto le scelte di Dino De Laurentiis fecero sì che in un film su Napoli gli attori napoletani fossero praticamente assenti[3]

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Stoppa e Rascel se la cavano molto bene col napoletano gli altri moltooo meno(soprattutto la Mangano e Gassman). Sordi giustamente resta romano anche qui

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Stoppa in Carosello Napoletano è straordinario. Ci si chiede dov’erano i fratelli De Filippo, Nino Taranto e, ovviamente, Totò. E che centrassero in tutto questo Fernandel e, soprattutto, Jack Palance.

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Qui De Sica da Mario Riva annuncia l’uscita del film. Doveva esserci anche Riva nel film ma la morte avvenuta per incidente all’Arena di Verona gli impedì di parteciparvi :cry:
Al suo posto venne scelto Mike Bongiorno

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Troppi attori stranieri. E poi forse anche l’ambientazione napoletana non è stata azzeccatissima. Un film del genere doveva essere ambientato a Roma (anche per la presenza del Vaticano; immaginatevi delle scene col papa): l’unica città italiana in cui non ti chiedi mai perché ci trovi Tizio o Caio.

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Quoto Rodar sugli attori stranieri. Usati o per esigenze di coproduzione, o per vendere meglio il prodotto all’estero. E se un Jimmy Durante ci sta alla grande, l’amatissimo Palance è davvero sconcertante. Pur doppiato con accento partenopeo, ha comunque troppo l’aria da gangster yankee, o da cowboy.

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La faccia è quella.

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Pensa che Zavattini lo voleva ambientare a Bergamo poi De Laurentiis e De Sica spinsero su Napoli

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Beh, allora è stata meglio Napoli. Non perché abbia qualcosa contro Bergamo, ma non ha certo l’epicità del capoluogo campano. Ci voleva una grande città. Indubbiamente.

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