Segnalo un video del canale YouTube Urbex Squad, che ogni tanto guardo con piacere per rilassarmi un po’. Questa volta, invece della solita esplorazione, si tratta di un’intervista ad un collega che realizza un podcast su spotify in cui racconta le sue esperienze di esplorazione.
Questo tipo è incappato, in una vecchia casa abbandonata, in una scatola contenente delle immagini assurde, databili tra la fine dell’ottocento le prime e la metà del novecento le ultime, in cui si vedono bambini e soprattutto bambine, bendati e in pigiama/sottoveste, di notte in mezzo ai boschi in compagnia di anziane signore o di caproni dal vello nero. Roba da far rabbrividire. L’intervista è luuunga, un po’ lenta e autocelebrativa, per cui linko a partire dal minuto in cui si inizia a raccontare l’evento nel dettaglio. Ci sono anche contenute alcune delle foto incriminate, che lasciano davvero una gran sensazione di disagio. Inoltre c’è un link a una cartella google drive che dovrebbe contenere tutto il materiale incriminato, ma al momento non è operativo.
Linko anche il podcast originale che racconta la vicenda per la prima volta (che però non ho ancora ascoltato).
Ho dato una occhiata al video (non tutto per la verità, ho saltato un po’ velocemente, ma mi riprometto di riguardarmelo tutto) e onestamente mi puzza di operazione mokumentary, sul genere “Blair Witch project”. Mi sa che tra un po’ spunterà qualche video ritrovato e andrà nei cinema o in streaming.
Naturalmente potrei sbagliarmi, però se ci riflettiamo un attimo : si vede chiaramente che e’ un sabba di streghe (ci sono donne in cerchio vestite di nero, ci sono caproni neri che, come risaputo, nei sabba vengono usati come rappresentazione del maligno) e mi chiedo quando mai a questi “eventi” venga concessa la presenza di un fotografo. E si vede che non sono scatti fatti di nascosto perché sono tutti palesemente in posa.
Visto (solo il video) storia indubbiamente affasciante, ma ci sono troppi punti oscuri per pronunciarsi.
Non conosco i soggetti, mi piacerebbe sentire l’intera vicenda analizzata con criterio dal Massimo Polidoro di turno.
Non insinuo ne da una parte ne dall’altra, se fosse tutto vero sono il più curioso di tutti.
Troppe “red flag” nelle foto, la bava nera, gli occhi bianchi, la bambina appesa, boh, poi con l’intelligenza artificiale è un attimo sfornare immagini del genere, ho provato per diletto a farne alcune, alla svelta con pochissimi prompt:
Ieri sera, dopo aver linkato il video (che avevo visto nelle prime ore della sua uscita) sono andato a vedermi i commenti ed è pieno di gente che fa notare tutte le discrepanze che rendono le foto sospette. Ed effettivamente è vero che, osservandole con un po’ di spirito critico, le perplessità che emergono sono molte.
Mi sono fatto affascinare dalla storia e, non avendo nessun motivo di dubitare della buona fede dei proprietari del canale, non mi sono neppure posto il problema che potesse essere falsa.
Devo dire che in tal caso ci resterei proprio male, perché è una sorta di leggenda urbana “rurale” potentissima che credo impatti in modo molto diretto nell’inconscio di tutti noi. Avere una testimonianza concreta del fatto che questi riti e tradizioni sono reali mi aveva davvero fatto vibrare le corde emotive.
Il tipo intervistato che ha raccontato la storia e che ora è tacciato come possibile impostore a quanto ho capito è un infermiere del 118 romagnolo. @SWAT , vai a scovarlo e vedi di fare chiarezza una volta per tutte