Il latitante
Anno: 2003
Produzione: Q.S. Holding
Regia, soggetto e sceneggiatura: Ninì Grassia
Fotografia:Giancarlo Ferrando
Musiche: Tommy Riccio
Montaggio: Vanio Amici
Scenografia:Arturo Palma
Interpreti: Karim (Nicola Di falco), Tony Sperandeo (Ispettore Sarnataro), Nicola DiPinto (don Antonio Cantalamessa), Barbara Chiappini (Francesca Di falco), Massimiliano Virgili (Commissario Criscimanno), Oscar Di Maio (Brigadiere Di Maio), Tommy Riccio (Tommy), Rosario Toscano (Giggino Dom Perignon), Claudia Cirilli (Claudia), Salvatore Termini (Don Tano), Ottaviano Dell’acqua.
Attenzione, nonostante il cast e il titolo potrebbe far pensare male, vi assicuro che questo piccolo e misconosciuto poliziesco è un CAPOLAVORO!
Regalino natalizio, non mi aspettavo granchè, anzi, ero proprio sicuro che sarebbe stata la solita sceneggiata partenopea, anche se il cast era di tutto rispetto, invece mi sono trovato piacevolmente ad assistere ad un road-movie poliziesco in piena regola, con un Tony Sperandeo (bravissimo) poliziotto psicopatico in cerca di vendetta (avete presente il Milian di Squadra volante, paragone peregrino ma non casuale?), un commissario tutto d’un pezzo, un brocco come Karim (ma chi è costui?) che però spara divinamente costretto a latitare tra Napoli, Palermo, Cosenza e Roma, Ottaviano Dell’acqua (evergreen) nel ruolo di killer cattivissimo affiancato dal re neomelodico Tommy Riccio sempre come killer di camorra, Nicola Di Pinto bravissimo nel ruolo di boss e l’ex King Kong di Mery per sempre Salvatore termini nel ruolo di un mafioso. Il film più che sulla latitanza del protagonista sembra concedere più spazio alla figura del poliziotto giustiziere di Sperandeo, che qui fa una parte difficilmente dimenticabile, ma la cosa bella è che il film è pieno di sparatorie, inseguimenti di macchine della P.S., effetti splatter che non vi dico, morti che vomitano sangue e dialoghi (spesso di Sperandeo da antologia). Molto meglio di quella cazzata (secondo me) dell’ultimo di Fragasso comunque…più…ruspante! O meglio, con ingenuità simili di sceneggiatura, ma almeno sai cosa ti aspetti e molti momenti ben riusciti te le fanno dimenticare.
Poi il film è veloce, scorre via piacevolmente, ha un finale degno de La polizia accusa…(scontro tra malviventi e Polizia con tanto di reparti speciali, morti crivellati, esplosioni e carambole di macchie). Mezzi limitati, ma signori, una gran voglia di fare cinema d’intrattenimento e buon artigianato senza pretendere di essere A-utori I-ntelletuali.
Nota: la struggente (e divertente, pur non sostenendo la canzone neomelodica) canzone Il latitante è di Gianni Celeste e Tommy Riccio.
Vedere per credere.