Il mio migliore incubo (Anne Fontaine, 2011)

Non è che la commedia romantica sia il mio genere preferito, tutt’altro…

Ma quando un istrione della caratura di Benoît Poelvoorde si cimenta in qualsiasi tipo di pellicola riesce a dargli un’impronta personale, genuina e un po’ grottesca che inevitabilmente rende il piatto interessante.

E così anche la classica dinamica lei-e-lui-così-diversi-che-sembra-non-abbiano-nulla-in-comune-eppure-scatta-qualcosa-ohmioddio-forse-è-amore riesce a risultarmi piacevole e non stucchevole.

Belle anche alcune trovate di sceneggiatura che riescono ad amplificare il lato bizzarro e naif del personaggio (tipo il car wash / night club / striptease).

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