Il racconto dei racconti [Matteo Garrone, 2015]

http://www.imdb.com/title/tt3278330/?ref_=nm_flmg_dr_1

Quasi una sorta di sfida viene annunciato a pochi giorni di distanza da YOUTH di Sorrentino anche la prossima fatica di Garrone. Il soggetto è piuttosto curioso per un autore come Garrone, è un film fantasy girato anche in alcuni paesi che conosco bene del tarantino. C’è molta curiosità ma anche un po’ di timore nel vedere Garrone alle prese con una simile prova registica, molto diversa dalle spietate analisi sociali dei film precedenti.

Le prime immagini andate in onda durante il TG1

//youtu.be/bfaCjcf0xGc

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Bellissimo, grande opera di Garrone, per il quale ormai provo un sentimento che si avvicina alla venerazione (cinematografica).
Attraverso una superba messa in scena, non solo fa rivivere lo spirito delle antiche fiabe barocche di Giambattista Basile, ma ci parla dei sentimenti e degli istinti di noi poveri esseri umani: la perfidia, il sadismo, l’amore, la cattiveria…ecc.ecc. In questo senso Garrone ripropone comunque tematiche a lui care anche se qui non hanno un risvolto nel sociale contemporaneo ma piuttosto sono analizzate “in vitro”.
Tre sono i racconti che prende da Basile: La cerva fatata, La pulce e la vecchia scorticata. Uno più bello dell’altro: nella pulce Toby Jones è un re che, vivendo asserragliato nel suo castello (e che castello, Calstel del Monte), nutre un amore sconfinato per la figlia e per una pulce…
Ne La regina (La cerva fatata di Basile) Salma Hayek è una regina che desidera fortemente un figlio, che avrà attraverso un incantesimo, ne Le due vecchie (La vecchia scorticata), Vincent Cassel è un re erotomane che vuole sedurre quella che per lui dovrebbe essere una giovane vergine…
Tutti episodi bellissimi, quello che mi ha colpito di più è senz’altro la pulce, dove compare un fantastico orco interpretato da Guillame Delaunay.

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condivido, molto bello, anche se mi è mancato qualcosa per condividere l’entusiasmo di Caltiki
di sicuro va stra-apprezzato il coraggio per una simile operazione e va detto che è tutto così scorrevole e ben realizzato che passano due ore e un quarto senza che te ne accorgi

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Si, beh, certamente il genere è particolare, ti piace o non ti piace. Spero tu convenga con me che sulle qualità di Garrone non si possa discutere.

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Bellissimo, ma manca qualcosa. Musiche banali, per esempio: in un film come questo la colonna sonora è fondamentale, e questa è assolutamente piatta. Storie ovviamente adattate alla dimensione cinematografica, ma nell’adattamento vengono depotenziate, invece che diventare più forti. Qualcos’alto che mi sfugge. Altrimenti sarebbe stato perfetto.

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No, scusate, solo per dire che non sono d’accordo con Steed :smiley:

Ossia che per te il David per la miglior regia se lo è meritato? Dicci dicci :smiley:


Comunque quoterei il post di bluevelvet, tranne che per il “bellissimo”, ossia… tecnicamente, scenograficamente e a livello visivo in generale è bello e sfrutta abilmente le molte location naturali spettacolari che abbiamo in Italia, niente da dire… solo che nell’adattamento, nonostante la pletora di sceneggiatori, le storie originarie vengono depotenziate: per incapacità degli attori? Non saprei dire: alcuni li ho trovati molto fuori parte o sprecati, ma altri fanno il loro… secondo me è più un problema di “manico” e di sceneggiatura… gli manca l’anima… e la colonna sonora davvero non dà quell’apporto in più che sarebbe stato auspicabile. Ma ieri ha vinto pure il David per le migliori musiche? Non ricordo, ma se lo ha vinto è un (altro) scandalo…

Mi sembra che la tua deduzione sia corretta :D. Quindi: SI. (ora non ho tempo per una risposta più articolata, accontentati di questa) :smiley:

p.s. Scandalo? Addirittura? dai, azz, fai il bravo.

Oh, ragazzi, se davvero avete letto le fiabe di Basile (in quale edizione? me ne risultano due, che sembrano di due autori diversi, e ciò è dovuto alla mano dell’autore dell’adattamento) comprendendole appieno, minchia, mi genufletto davanti a voi. A parte la battuta, in senso generale: ma siamo ancora a far confronti tra la fonte letteraria e la derivazione cinematografica?

Mi è piaciuto molto, con qualche piccola riserva ma devo dire che per me è un bel film.

Innanzitutto sono rimasto più che sorpreso dal fatto che non mi ha annoiato nemmeno per mezzo secondo, dura oltre due ore e volano via, non ci sono momenti da elefantiasi scrotale, anzi, tutto è molto piacevole e scorrevole. Magari per qualcuno è normale ma dato che per me il fantasy è spesso sinonimo di tedio ammetto di essere rimasto stupito dal fatto che il film ha ritmo e la noia non è contemplata.

Visivamente l’ho trovato davvero molto bello (non sempre però) e le tre storie mi sono piaciute molto.
Qualche scena è rovinata dal montaggio e dagli effetti visivi (tipo la fuga dall’orco passando per la corda tesa) ma alla fine sono peccati veniali.

Il blu ray contiene un bellissimo making of di quasi un’ora, interamente dedicato agli effetti speciali per i quali è stato fatto un gran bel lavoro (se poi si pensa che è un film italiano la cosa ha del miracoloso). Girato e montato molto bene, lo consiglio vivamente.

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Anche a me è piaciuto molto, l’avevo visto in sala e presto prenderò il bluray.

Lo stregonesco miscuglio di Giambattista Basile si trasforma, nelle mani di Garrone, in qualcosa di rigoroso, controllato, ma sorprendentemente unico. Il merito principale è quello di attingere alla nostra tradizione più universale (l’opera di Basile è italiana, ma capace di influenzare la letteratura mondiale) sapendone cogliere l’essenza meravigliosa e reinterpretandola secondo il proprio stile. Mi spiace che in Italia il successo sia stato limitato, perché è un film che sa trasmettere il senso del magico e dell’alto come, ad esempio, il pachidermico Leopardi di Martone non è riuscito a fare.

[SPOILER] Già dalla prima scena, con l’immersione nelle strade del castello e nella realtà degli artisti circensi, si percepisce l’assoluta padronanza con la quale Garrone inscena un mondo.
Il regista rischia, sa creare il mistero anche privando lo spettatore di scene potenzialmente coinvolgenti - l’ormai celebre uccisione del drago, splendidamente velata e solo intuita -, suggerisce invece di mostrare, riuscendo così a protrarre la forza del film anche dopo il termine della sua proiezione.
Le tre storie, magistralmente scandite dalle continue e insistite vedute dei tre castelli, tre luoghi evocativi costruiti valorizzando location italiane che non scadono mai nel cartolinesco, si incastrano in maniera fluida, si fondono l’una con l’altra senza il peso della struttura episodica. Fino ad arrivare ad un finale tra i più belli e intensi del cinema italiano degl ultimi anni. Una chiusura che nasce dal sangue versato, ma impregnata di un’inattesa speranza, dove il passato ormai preda delle sue ossessioni cede il passo ai figli che hanno conquistato con la sofferenza e con la volontà il proprio posto.

La storia della principessa Violet è quella capace di sovrastare gli altri segmenti: parte in sordina, ma poi diventa il fulcro del film, facendo un po’ dimenticare i gemelli Elias e Jonah (forse l’episodio più scontato) e lasciando in secondo piano quello della vecchia Dora, che mi sembra il segmento meno ispirato, più facilmente leggibile e un po’ derivativo - al punto da sembrare una rilettura fantastica delle ossessioni di fama e ricchezza del protagonista di “Reality”.
Forse a Garrone si può rimprovare di aver saputo trovare uno stile visivo, ma non uno dialogico. L’arrembante lingua napoletana popolare e esplosiva di Basile, qui affonda in dialoghi sempre giusti, corretti, ma completamente anonimi. Non atemporali, ma diligentemente contemporanei.
Sarebbe stato un suicidio commerciale essere fedeli alla lingua di Basile, ma sarebbe stato comunque interessante tentare una riscrittura meno banale.
[/SPOILER]
Al netto di questa debolezza e di alcune parti narrativamente poco ispirate (limite, forse, di sceneggiatori italiani non abituati a cimentarsi col fantastico?), Garrone stupisce e si dimostra, potenzialmente, il più internazionale dei nostri registi.

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Film bellissimo. E ora dovremo aspettare altri 30 anni perchè qualche regista coraggioso si cimenti di nuovo col folklore popolare? Che sono gli anni che separano questo film da le strelle nel fosso di avati.

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Visto un paio di notti fa.
Una bellissima fiaba a episodi, bravo Garrone, non era facile costruire e mettere in scena un film così complesso e ricco di simbolismi. Piaccia o non piaccia al grande pubblico.
Locations che mi hanno emozionato, super cast nel quale ai divi di Hollywood e di Londra vengono affiancati onesti e tutt’altro che sfiguranti mestieranti italiani (Ovazione per Franco Pistoni - Negromante , e per Renato Scarpa - Barbiere oltre ad una saltimbanca Alba Rohrwacher. Irriconoscibie Shirley Henderson (Fidanzata di Spud in Trainspotting).
Da buon depravato non ho potuto che trovare molto divertente il personaggio di Cassel, davvero un porco dalla prima all’ultima scena. :cool:

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Grazie al nuovo post di Bmw a due anni di distanza riesco a risponderti :smiley:

Comunque sì, ho studiato il libro di Basile per un corso universitario di letteratura italiana (sull’edizione garzanti): non facevo un confronto tra fonte letteraria, sapendo bene che spesso al cinema si realizzano pallide trasposizione da libri celebri e magari ottime trasposizioni da libri meno blasonati e che comunque il più delle volte non è mai facile il confronto, anche se molto spesso lo vince il testo originario. E bada che secondo me peraltro si può anche “piegare” il testo alle esigenze cinematografiche (mi viene in mente il film tratto da Watchmen di Alan Moore, un fumetto è ormai universalmente equiparato ad un romanzo), ma non si può mai “diluire” troppo un messaggio oppure snaturare troppo il significato originario di un testo. A mia avviso quindi, pur trattandosi di un film ottimo con punte di eccellenza se collocato nel panorama italiano contemporaneo (costumi, location ecc ecc), a livello di riuscita complessiva questa opera del regista romano risulta probabilmente la sua prova meno convincente a livello di incisività (o chiamatela come ve pare) tra quelle realizzate a partire da Estate Romana in poi. Insomma più forma che sostanza, al contrario di Gomorra o dell’ancor più grande (benchè sottovalutatissimo) Reality.

Meglio tardi che mai :smiley:

Nel panorama di Garrone mi pare in effetti più un divertissement che altro, va via liscio e leggero come un bicchiere d’acqua fresca a 35° gradi.