Il ruolo del produttore nel cinema

E nel mondo del Cinema?

Il ruolo del/dei produttore/i nel cinema arriva spesso ad interagire col lavoro del regista in maniera imbarazzante.

Sapete meglio di me che sono riusciti ad imporre alcuni leggendari produttori a spese dei registi che “pilotavano”.

Mentre il regista deve - giustamente - occuparsi di trasferire la propria creatività nella direzione delle pedine sul set, è il produttore che deve rispondere del vile “ritorno” di cassa.
Ecco perchè molti produttori sono in primis dei capacissimi “annusatori” di possibilità.

Spesso i media dipingono le figure dei produttori come se fossero esclusivamente dei trafficanti di “soldo” e quelle dei registi con la gloria dell’arte.
Ma sovente il produttore ha amato il cinema più di alcuni sedicenti registi, ne ha visionato quantitativamente di più e comprende molto di più che cosa ama il pubblico.

E quando quel diffidente dello Steed aprirà sta caxxo di stanza dei telefilm, allora potremo pure questionare di quanto siano stati i produttori a muovere il mondo del cinema per la televisione.

Infatti in “Dune” è stato De Lauretiis ad imporre la Mangano a Lynch! :smiley:

Ma De Laurentiis è mitico… come lo era Aaron Spelling del resto!

cito “via col vento” che è più di Selznick che di Fleming…
nello stesso periodo stava producendo anche Rebecca la prima moglie, ma era troppo impegnato su via col vento per cui Hitchcock ebbe praticamente carta bianca. e anche l’oscar come miglior film.

Se pensiamo alla prima versione cinematografica di Blade Runner il ragionamento di Marcello non fa una piega e l’apporto del produttore più rivelarsi interessante… ma con un film come Il disprezzo di J.L.Godard e la versione di quel film che impose Carlo Ponti come la mettiamo? :confused:

Quando parlo di produttori e produzione non ne fo una questione di BENE o una questione di MALE.
Soltanto una questione di “stato dell’arte”.
La produzione è un passaggio quasi obbligato sia in campo cinematografico, sia in campo musicale.

Certo cinema d’essai come certe esperienze di musica auto-prodotta, confraternite hippy autogestite alla Ozric Tentacles etc. nulla tolgono alla realtà “media” delle cose.

Mica si deve sempre tirare in mezzo il bene o il male quando si descrive un aspetto della vita.
Io penso che più che altro sia l’arte del compromesso - quello che in genere si chiama “politica” - a far andare avanti quasi tutto. Mica il bene o il male, i buoni o i cattivi.

Non ho una visione così dualistica della realtà.

Ecco che di conseguenza presumo che ci siano produttori “avvoltoi” ma anche altri che semplicemente fanno il loro lavoro con un poco di passione e capacità.

Amen (pregate tutti insieme a me, per Clemente, per Sandra ma anche per il compagno Steed che è molto bisognoso)

In effetti credo che a parte casi particolari di produttori-demiurghi(con gli esempi già ottimamente fatti)tendiamo a sottovalutare in genere la figura del produttore o a darle rilevanza solo in senso negativo in relazione all’importanza,a volte eccessiva,che tradizionalmente siamo soliti attribuire al regista,anche in conseguenza dell’influenza di teorie critiche come quella della politica degli autori.