Il western Italiano - Alberto Pezzotta

Il western italiano nasce in un momento di crisi del nostro Paese, quando lo slancio del miracolo economico si è esaurito. Per questo Per un pugno di dollari di Leone e i film di Corbucci e Tessari vengono subito letti come lo specchio di una società arrivista, cinica e consumista. Ma il western italiano ha in sé anche una vocazione ribelle e terzomondista, come mostra il filone dedicato alla rivoluzione messicana inaugurato da Quién sabe? di Damiani. E al tempo stesso ammette una declinazione ironica e comica, che esplode nel 1970 con Lo chiamavano Trinità… caratterizzando la sua fase conclusiva. Partendo dal dibattito dell’epoca (Soldati, Moravia, Spinazzola, Kezich…), questo libro ricostruisce la ricezione di un genere complesso e dalle molte sfaccettature, evitando i pregiudizi e smontando tanti luoghi comuni. Servendosi di fonti spesso dimenticate e di riletture aggiornate, intende fare luce sul contesto culturale, il rapporto con il western americano, i modi produttivi, le innovazioni stilistiche, la diffusione al di fuori dell’Italia.

Stavo sfogliando stamane il nuovo numero di Nocturno quando ho letto dell’uscita di questo volume sul nostro cinema preferito, volevo sapere se qualcuno lo ha acquistato e se si è trattato di una lettura godibile.Prezzo ho visto che si aggira sui 13\15 euro.

Non ancora… ma potrebbe essere uno dei miei prossimi acquisti:)

Comprato ieri, ad una rapida sfogliata non pare nulla di impegnativo (175 pagine), nei prossimi giorni lo leggerò e poi magari posterò le mie impressioni.

Come dicevo nel post qui sopra, il volumetto di Pezzotta non è nulla di impegnativo, difatti in relax l’ho letto in quattro giorni ma volendo lo si potrebbe leggere tranquillamente in un pomeriggio, magari sotto un ombrellone in riva al mare.
L’autore (che avevo già avuto il piacere di leggere con “Tutto il cinema di Hong Kong”) non apporta nulla di sostanzialmente nuovo che non si sia già letto in precedenti pubblicazioni però il suo libro ha il pregio di essere scritto in maniera semplice e diretta (a parte la sezione su Trinità dove a mio avviso si lascia prendere un po la mano, sfoderando a tratti un linguaggio troppo ricercato ma per il resto scorre via liscio) quasi scolastica con una suddivisione che mi ricorda molto i libri di storia che si studiavano ai miei tempi.Comunque io personalmente l’ho trovato più che godibile con un approccio a 360 gradi toccando tutti i punti fondamentali che caratterizzano il genere western all’Italiana.
Il libro si apre con un accenno alla situazione politica italiana durante la fine degli anni trenta per poi passare all’apertura \ invasione del cinema americano nel nostro paese dopo la caduta del fascismo, e l’influenza che ha apportato al nostro modo di fare cinema.Dopo di che si parte con le radici del western italico, come nasce e come si differenzia da tutte le altre produzioni western europee, la fondamentale scelta del territorio spagnolo che con le sue bellissime locations ed i bassi costi ha rappresentato una scelta vincente per le ambientazioni dei nostri S.W.
Per cui gli argomenti di Pezzotta vanno a sottolineare l’importanza del Western , il successo, la rendita economica e l’importanza delle coproduzioni con Spagna e Germania , gli attori , i film , i sequel apocrifi ed originali e l’influenza anche nel campo del fumetto italiano con la nascita di Tex e Cocco Bill ma anche all’estero come ad esempio con Lucky Luke in Francia.
Poi per continuare si affronta lo stile narrativo e visivo (questa seconda parte davvero interessante), l’importanza delle colonne sonore e soprattutto la contaminazione con gli altri generi cinematografici.
Si termina quindi con il canto del cigno del genere ed il passaggio di consegne al thriller ed al poliziesco, mantenendo gli stessi contenuti ma in luoghi e tempi diversi.
L’ultima parte invece approfondisce una serie di pellicole che rappresentano un po i diversi stili dello S.W., “Per un pugno di dollari” e la sua importanza come nuovo modello per i western italiani a venire, “Django” l’antiwestern di Corbucci, “Quien Sabe?” ed i tortilla western, “Se sei vivo spara”,“Lo chiamavano Trinità” e “La banda J&S cronaca…”.
Ottime anche le note , molto esaustive e con notizie anche interessanti, scarso invece il comparto fotografico con pochissime e piccolissime foto, tutte in bianco e nero e non molto definite.
Per cui come dicevo prima, il libro può essere un ottima lettura estiva ma anche un buon punto di partenza per chi volesse approcciare il genere, chi è già un fruitore di queste pellicole ed ha già letto qualcosa (dai bei dossier di Nocturno, ai libri su Leone che sono molti, ma anche i volumi Glittering o altri stranieri per fare qualche esempio) troverà davvero poche notizie nuove, però il prezzo più o meno contenuto (15 euro) può valere l’acquisto anche per quest’ultimi anche perchè libri italiani su questo argomento in senso così generale sono davvero pochissimi.

Ottimo libro che non dice le solite cose…