Ingloriosa fine di Franco Lo Cascio (Luca Damiano)

No, affatto. Ripeto, per me registicamente non era peggio di un Bergonzelli o un Ausino, poi ancora una volta de gustibus.

Ci manca solo di rivalutare un cane (chiedo scusa ai cani) come Lo Cascio.

Han rivalutato pure Polselli, capirai…

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Polselli, nonostante i porno “alimentari”, era un signor regista rispetto all’imbrattapellicola Lo Cascio.
Chiediti piuttosto perché Vittorio De Sica, malgrado le raccomandazioni di Luisa Alessandri (suo storico “aiuto” nonché madre dello sciagurato Lo Cascio), ha cacciato in malo modo il neogaleotto dai suoi set (una storia che a Roma sanno pure i sanpietrini).

Io in quanto non sanpietrino non la conosco. Racconta pure, se vuoi: fornirà la giusta dose di pepe a un thread già godurioso di suo. :gratold

Appena vide all’opera il futuro reuccio del porno, il grande De Sica, rivolto ai suoi collaboratori (in primis alla madre dello sciagurato), esclamò: “Ma questo lo pagate voi?”.

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Rivisto ieri nell’extra de Il poliziotto è marcio… certo che Di Leo, tenendolo come secondo, ha fatto davvero una grande opera di carità… Luisa Alessandri lo avrà ringraziato spasmodicamente.

Al di là della notizia di cronaca che lo vedeva coinvolto, faccio una mia riflessione su Franco Lo Cascio/Luca Damiano.
Il regista in questione ha attraversato più di tre decenni di cinema italiano - porno e non solo, come sappiamo - con risultati alterni, partendo dai tempi dei pionieri interpretati con slancio ed ‘arte di arrangiarsi’ per poi rimanere uno dei protagonisti, con nomi vari e in ruoli non sempre ben identificati/identificabili, per tutti gli anni 80. Superati i quali si avvia ad un’aurea mediocritas fatta di parodie a luci rosse, molte in costume, interpretate da quello che passava, allora (anni '90), il nostro hard (che non era poco). Accanto a D’Amato ha adottato l’uso del nastro magnetico, passando ufficialmente dalla ‘poesia’ del porno che fu alla ‘fredda prosa’ del documentario sessuale. Poi sono arrivati i Duemila, e Damiano è rimasto in un settore fattosi sempre più qualitativamente ‘precario’, scadente, volgare e ‘trafficone’ (riferendosi a quello italiano). In questo contesto, ecco, trovo che il regista in oggetto abbia rappresentato una volta di più un ‘uomo del suo tempo’, nello specifico un ‘pornografo del suo tempo’, incarnando la suddetta volgarità e precarietà morale. Questo giudizio è chiaramente soggettivo, secondo la mia personale interpretazione del porno e di chi l’ha fatto.

Nei primi anni 2000, uscì una vhs allegata ad una rivista di settore in cui si voleva mostrare, a mo’ di inchiesta, che non è poi così facile fare il pornoattore. Si era provveduto ad organizzare un casting con diversi ragazzi ‘aspiranti pornostar’ che avrebbero dovuto sostenere scene di sesso con Lollipop (Federica Gori, RIP), l’allora compagna di Damiano, ed alcune ‘sue amiche’. Il tutto diretto dallo stesso Damiano.
Ebbene, le direttive impartite da Damiano alle ragazze erano di una volgarità eccessiva, gratuita, per questo fastidiosa. Epiteti offensivi, inutili ai fini del buon esito delle performance. E che forse la dice lunga sul modo di condurre possibili attività parallele di questo signore, anche al di fuori del set.

Mi è capitato di assistere a degli show di Lollipop, brava ragazza a mio avviso, mai troppo compianta per la triste morte che l’ha portata via giovane. In questi spettacoli Luca Damiano arringava il pubblico come si fa al mercato delle carni, con un fare da venditore completamente fuori luogo a mio modo di vedere, specialmente in uno spettacolo erotico (ho sempre rifiutato il termine ‘fiera’, tanto à la page nel settore).

Dunque, questo è Damiano. Non un diavolo, non un santo. Un uomo che a me non piace. Ma uomo - anzi, pornografo - del ‘nostro’ tempo.

Secondo me Lo Cascio è stato un regista modestissimo, sia nei porno che nei pochi film normali precedenti (il meno peggio rimane probabilmente PIEDINO IL QUESTURINO). Anche dal punto di vista umano non è che fosse un granché, diciamocelo pure: volgare nel linguaggio e molto fastidioso nelle continue allusioni sessuali e sessiste. In qualche occasione quasi disgustoso (ricordo una sua apparizione in una tv locale dove si metteva una maschera da maiale e introduceva alcuni sketch volgarissimi - non giudico in termini morali ma estetici e di buon gusto: c’erano donne mature che facevano gestacci sessuali e dicevano parolacce…). Chi l’ha detto che pornografia e volgarità debbano essere sinonimi?

:mad:

D’accordissimo. Il punto è che, però, osservando quelle che sono diventate le vetrine di vendita dell’hard odierno, prevalentemente di parte di quello europeo - dunque siti web, manifestazioni eccetera - si ha un’impostazione ‘professionale’ talmente pecoreccia e volgare da favorire la presenza attiva di addetti ai lavori dello ‘spessore’ di un Luca Damiano.
Ecco perchè dico ‘pornografo del nostro tempo’, con più di una punta di tristezza. Pensiamo a certi brand italiani che vanno per la maggiore, ad esempio quella CentoxCento leader nel settore amatoriale e non: punta sempre e sistematicamente su una confezione volgare e ‘pesante’ delle proprie proposte.

In riferimento invece a quella ‘aurea mediocritas’ di cui ho scritto, ho questa opinione: c’è stato un periodo, a cavallo tra gli anni 90 e i 2000, in cui l’hard italiano non era nè carne nè pesce. Aveva cioè soppiantato la pellicola . per cui non poteva più dirsi cinema vero e prorpio - pur tuttavia continuava ad adottare strategie narrative cinematografiche, stentando ad una piena adesione al nuovo linguaggio delle produzioni porno su video, con tutti i suoi pregi e difetti.
Ecco, in questo periodo d’interregno, in cui i film porno italiani (ed anche francesi, in parte) potevano dirsi - passatemi l’espressione - ‘teatro sessuale filmato’, Damiano era forse il regista ideale, dovendo limitarsi a riprese laconiche e un montaggio ‘di mestiere’ per le scene hard, conoscenza di cui era comunque in possesso. Il bello e il cattivo tempo, in quelle produzioni, lo facevano più di prima i performers, direi che mai come in quei film il ruolo di regista era di importanza limitatissima.