It! The Curse Of The Golem (H. J. Leder, 1967)

Arthur Pimm, impiegato in un museo d’arte inglese, trova la statua del Golem sopravvissuta ad un incendio. Se ne servirà per scopi non proprio edificanti.
Nel panorama dei mostri e creature fantastiche partorite dalla fantasia umana, il Golem non mi ha mai affascinato. Difficile pensare ad un omaccione di 3 metri di argilla o di pietra indistruttibile, senza una volontà, una psicologia, quantomeno mosso dall’istinto primordiale. Trasposto poi nel cinema le sue caratteristiche lo espongono a situazioni surreali e che strappano risate involontarie. Come in questo film in cui in cui l’esercito gli spara con un cannone da dietro una trincea o gli sgancia una bomba atomica. O che in pochi minuti fa a pezzi il ponte di Londra. Parliamo di una statua di 3 metri…mica di Godzilla!!! Le scene sono abbastanza comiche a vedersi per la sproporzione della minaccia percepita.
Il film poi fa acqua anche da altri parti Arthur Pimm (si, come il personaggio di Poe) è un grigio giovane impiegato di un museo d’arte antica di Londra un po’ disturbato, vive con la madre…o meglio col suo scheletro che tiene e accudisce in casa e con la quale non solo parla, ma per la quale prende anche in prestito di nascosto dal museo antichi gioielli per farla contenta. Salvo poi riportarli il giorno dopo.
Purtroppo questo elemento alla Psycho è solo buttato lì a caso all’inizio e poi non viene minimamente sviluppato.
Forse è stato inserito a forza per ragioni pubblicitarie e portare al cinema un p’ di gente in più, o forse per accalappiare o per voere di qualche finanziatore…chissà… sta di fatto che anche Roddy McDowell a guardarlo bene assomiglia parecchio a Anthony Perkins e che il personaggio positivo, l’eroe della situazione, si chiama Jim Perkin
Al di là di questo il film si trascina stancamente tra il nulla pneumatico girato a bassissimo costo in 2 location (tra cui il museo di storia della guerra di Londra) e 1 esterno per ben 96 lunghissimi minuti. La mia attenzione se n’è andata verso la metà capito l’inghippo
Giustamente inedito in italiano. Volendo si trovano i sottotitoli, ma fatti sospetto con un programma di traduzione. Sono molto comprensibili, ma l’italiano non è proprio corretto.