Ivano Fossati: «Ho 60 anni, mi ritiro»

Il Fossati coi Delirium è geniale, pensiamo che ai tempi aveva appena vent’anni…e facevano quei pezzi!!!

Ottima decisione. Che poi finisce una parte di carriera, mica chiude con la musica. Meglio così che diventare un pupazzo come Vasco. Per inciso col mio gruppo avevamo fatto un pezzo (inedito) campionando uno dei suoi pezzi migliori a mio avviso: “Vola” http://www.youtube.com/watch?v=R137w10u31A&feature=related

Ieri sera ho visto il concerto di Firenze. Teatro Verdi completamente pieno e spettacolo di grandissima intensità. Due ore e mezzo di concerto, 26 pezzi suonati più lo strumentale finale.
La band era composta da 6 persone (più Fossati): il figlio Claudio alla batteria e percussioni, un bassista (basso acustico ed elettrico) molto bravo ma un po’ troppo esagitato sul palco - forse qualcuno lo ricorda per essere il corpulento bassista di Elisa -. Poi c’era un chitarrista che ha suonato l’elettrica, l’acustica e la slide e una ragazza che ha suonato il violoncello, l’harmonium, la fisarmonica e le tastiere.
Poi un altro chitarrista che oltre all’acustica e all’elettrica ha suonato anche la mandola e infine il fido Pietro Cantarelli che ha fatto gli arrangiamenti e ha suonato le tastiere, si è occupato delle programmazioni e ha anche suonato la chitarra. Fossati ha suonato la chitarra elettrica, il piano e il flauto traverso.

Se non volete spoilerarvi il concerto non leggete oltre…
Scrivo un ricordo del concerto così mi rimane…

La serata si è aperta, decisamente a sorpresa, almeno per me, con due pezzi dall’album “Ventilazione” del 1984: “Viaggiatori D’Occidente” e, appunto, “Ventilazione”, preceduti da una breve lettura dello stesso Fossati sulla Via della Seta. Belle versioni, non avevo mai sentito questi pezzi live e il nuovo arrangiamento giova notevolmente a tutti e due. “Ventilazione” è bella tirata e l’atmosfera non sembra certo quella di un tour d’addio.
Il palco è sobrio e ben studiato (con batteria, violoncello e una chitarra sopraelevati rispetto agli altri) ma le luci non mi piacciono sempre. È una cosa che durerà per tutto il concerto, sono stati pochi i pezzi che mi sono piaciuti a livello di luci, peccato, è uno dei pochi rimpianti del concerto. Sullo sfondo ci sono delle videoproiezioni non sempre interessanti (a volte neanche ci ho fatto caso) e c’è anche un pannello di maxi schermi dalla dimensioni anomale che trasmettono immagini durante qualche canzone.
Dopo i primi due pezzi Fossati ha salutato il pubblico ringraziandoci per essere andati a vedere il suo concerto e non quello di Paul McCartney a Milano, che è in contemporanea. Lui e la sua band sono andati il giorno prima alla tappa bolognese e sono ancora entusiasti.
Ribadisce che questo è davvero il suo ultimo tour (e ovviamente dal pubblico partono gli inevitabili “nooooo”) ma ci invita a non pensarci perché lui non ci penserà per tutto il resto del concerto.
Attacca così un dittico tratto dal nuovo disco: “La Decadenza” e “Quello Che Manca Al Mondo”.
Il primo pezzo non mi faceva impazzire sul disco ma dal vivo è molto piacevole, divertente e a suo modo anche leggero (anche se il testo punta più in alto di quanto non si creda). Il secondo è un bel pezzo, molto solido e con un assolo finale di armonica fatto dallo stesso Fossati.
Dopo è il turno della splendida “Stella Benigna (La Ragazza Senza Nome)”, tratta dal bellissimo Macramè, del 1996. Prima di cantarla Fossati ne spiega il significato perché tanti sicuramente non lo sapevano.
È la storia di una ragazza irachena che Fossati lesse su un rotocalco francese. Era una ragazza di vent’anni che, durante la dittatura di Saddam Hussein, non poteva studiare perché il padre e i fratelli non volevano che lo facesse. La consideravano troppo occidentale. Lei aveva due fidanzati, frequentava due ragazzi e per questa ragione fu portata dal giudice che la allontanò dalla famiglia (e le andò pure bene perché se fosse stata sposata sarebbe stata condannata a morte) mandandola in un paesino sperduto sulle montagne. La ragazza però conosceva il francese e anche un po’ di inglese, li aveva studiati di nascosto, e grazie a questo riuscì a scappare arrivando in Turchia, poi in Italia e poi in Francia dove vive tutt’ora e fa l’insegnante. Lei è la “Stella Benigna” della canzone.
Il pezzo è bellissimo, con un groove davvero tosto e una bella coda strumentale con il bassista in grande spolvero e Fossati che si scatena in un notevole assolo al flauto traverso.
Dopo è il turno di “Settembre” quello che per me è il pezzo più bello dell’ultimo disco, una ballata davvero struggente sulla fine di una storia, raccontata con rara delicatezza e con una serenità che ogni volta mi lascia senza parole. E ammetto che durante la sua esecuzione mi sono mostruosamente commosso - ma non ero certo il solo -. È stata una versione quasi tutta solo per piano, col violoncello e le tastiere che si sono inseriti molto discretamente nel finale.
Fossati è quindi rimasto al piano e ha eseguito un altro dei suoi classici, sicuramente uno dei pezzi più belli di tutta la sua carriera: “Lindbergh”, del 1992. Canzone bellissima, tanto breve quanto intensa e ricca di versi memorabili ("(…) difficile non è partire contro il vento, ma casomai senza un saluto (…)" o “(…) difficile non è nuotare contro la corrente ma salire nel cielo e non trovarci niente (…)”. Versione struggente, solo al piano. Dopo tocca a un altro classico: “Mio Fratello Che Guardi Il Mondo”, in versione inedita, piano e chitarra, davvero bella.
Fossati parla poco tra una canzone e l’altra e attacca subito uno dei tre pezzi tratti da “L’Arcangelo”, del 2006, eseguiti in sequenza : “L’Amore Fa”. Un bel pezzo, con un arrangiamento più bello rispetto alla versione del cd ma non certo indispensabile in questa scaletta. Comunque resta un pezzo piacevole, con una bella chitarra slide.
Dopo arrivano le rockeggianti “Cara Democrazia” e “Ho Sognato Una Strada”, piacevoli, con un ottimo tiro anche se da parte mia rimane il rimpianto per l’esclusione di un altro pezzo contenuto in questo disco, quello che per me è una delle vette della produzione di Fossati ma anche di tutta la musica italiana: “Il Battito”, pezzo, per me, immenso che purtroppo non sentirò mai dal vivo.
Con questi due pezzi si conclude il primo set, seguito da pausa di un quarto d’ora.

Il secondo set si apre con una piacevole sorpresa direttamente dall’album “La Mia Banda Suona Il Rock”, del ‘79. Il pezzo è “La Crisi”, divertente, divertito e quantomai attuale. Anche questo pezzo mi mancava in versione live e la versione è notevole, con un gran tiro e la sezione ritmica in evidenza.
Dopo tocca all’unico pezzo tratto dal penultimo disco “Musica Moderna” di 3 anni fa: “L’Amore Trasparente”, non è il miglior pezzo dell’album ma il nuovo arrangiamento lo trasforma in meglio. Una bella versione, elegante e pulita con una grandiosa coda strumentale con tanto di assolo di Fossati alla chitarra e elettrica.
E dopo arriva un pezzo che aspettavo e che speravo venisse incluso in scaletta: “L’Orologio Americano”, tratto da “Macramè”. Bello l’arrangiamento e belle anche le luci per la prima parte della canzone. Pezzo strepitoso, poco conosciuto ma assolutamente stupendo. Alla fine del pezzo sale sul palco Mercedes Martini (peraltro compagna di Fossati) per la parte recitata. Voce bellissima, davvero.
Accolta da un’ovazione non appena è stata riconosciuta è arrivata “Carte Da Decifrare”, pubblicata nel live omonimo del 1993, uno degli indiscussi capolavori di Fossati, uno dei suoi testi più belli.
Grandissima la versione con una delicatissima coda strumentale in parte rovinata dal pubblico che non ha resistito ed ha iniziato ad applaudire non appena Fossati ha smesso di cantare.
Questi applausi eccessivi a scena aperta mi hanno un po’ dato fastidio. Sembrava che tanta gente fosse lì più per farsi sentire che non per ascoltare. Comunque mi sembra che questa tendenza agli applausi continui sia tipica italiana…
Dopo è arrivata “La Musica Che Gira Intorno”, preceduta da un’intro di piano decisamente spiazzante. Bella versione, solare, con il pubblico che batte le mani a tempo (anche quando non è necessario) e con Fossati che, come sempre, fa cantare al pubblico la parola finale: “muuuuuroooooo”.
Dopo questo pezzo c’è stato il momento “cabaret” con Fossati che ha presentato la band facendo una gag mostrando le due anime della band, con batterista, bassista e un chitarrista più portati per il rock (e infatti suonano la intro di “Whole Lotta Love”) e gli altri tre che sono più portati per la musica classica e infatti si esibiscono in un pezzo di musica da camera (anche questo coperto dagli applausi inutili).
Alla fine Fossati si colloca nel mezzo ma fa intuire di avere un po’ più simpatia per i rockettari.
I musicisti vengono tutti presentati e lasciano il palco con il solo Fossati che, al piano, esegue il bellissimo pezzo “Tutto Questo Futuro”, tratto dall’ultimo disco.
Dopo tocca a un altro dei “nuovi classici”, la bellissima “C’è Tempo” (pezzo immenso) tratto da “Lampo Viaggiatore”, del 2003. Qui inizia il mio calvario perché con questo pezzo inizia il mio trittico dello struggimento, tre pezzi eseguiti uno dopo l’altro che, per motivi vari, hanno una particolare importanza per me e mi distruggono. Questo è uno, con il suo bellissimo testo recitato da Fossati, convincentissimo qualsiasi cosa canti o suoni. Dopo tocca a “E Di Nuovo Cambio Casa”, con un nuovissimo arrangiamento (molto bello) ed io che mi squaglio sulla poltrona. Dopo, direttamente dal 1979, tocca a “Di Tanto Amore”, in una versione che polverizza quella in studio (peraltro non straordinario) e che rivaleggia per intensità con quella di Mia Martini. Alla fine dice: “Era una vecchia canzone d’amore”.
Fossati prende quindi la parola e dice che negli anni ha scritto tante canzoni d’amore per venire interrotto dalla solita invasata che raglia la banalità classica: “sono poesieeee”. Non so voi ma a me queste cose danno un fastidio estremo, sarò talebano io, boh… Comunque Fossati parla del fatto che assieme a tante canzoni d’amore è particolarmente fiero di averne scritte tante sulla speranza e con queste parole introduce “I Treni A Vapore”, in una versione riarrangiata ma, a mio avviso, inferiore ad altre che ha fatto durante gli scorsi tour.
Con questo pezzo finisce ufficialmente il concerto e iniziano i bis con un’inattesa “Chi Guarda Genova”, pezzo che conoscevamo in pochi, è stato un recupero interessante ma avrei preferito che avesse suonato altri pezzi tratti da quel disco. Bella versione, comunque, molto migliore di quella in studio. Notevole anche la versione di “La Pianta Del Tè”, dal disco omonimo del 1988, dal quale è stata tratta anche la canzone precedente. Stupendo il lungo finale strumentale.
Dopo è stato il momento di “Una Notte In Italia” e il teatro stava per venir giù dagli applausi. In effetti resta una delle più belle canzoni italiane di tutti i tempi e l’arrangiamento (molto simile alle altre versioni live) era bellissimo.
Finiscono anche questi bis e Fossati e la band lasciano di nuovo il palco.
Richiamato a gran voce torna il solo Fossati, si siede al piano e suona una versione perfetta de “La Costruzione Di Un Amore”. Stranamente non l’avevo mai sentita dal vivo in concerto ed è stata un’emozione fortissima. Pezzo assolutamente immenso, una delle vette inarrivabili della canzone d’autore di ogni tempo ed ogni luogo con un testo di un’intensità inaudita. Anche qui ero seriamente provato…
A sorpresa è arrivato poi un altro dei nuovi classici: “Il Bacio Sulla Bocca”, del 2003, canzone sull’amore da giovani e da adulti, bellissima e toccante, preceduta da un commosso Fossati che ha ringraziato tutti per l’affetto dimostratogli in tutti questi anni.
Alla fine, con tutte le luci accese e tutto il teatro in piedi ad applaudire, è stato eseguito un pezzo strumentale con Fossati solista al flauto traverso in un tripudio di applausi davvero emozionante.
E poi si è chiuso il sipario.

Se non avessi saputo che lo rivedrò il concerto tra due settimane a Lucca sarei stato davvero triste, mi mancherà tantissimo. E tra due settimane sarà l’ultima volta davvero…

Incollo la scaletta completa:

Introduzione
Viaggiatori D’Occidente
Ventilazione
La Decadenza
Quello Che Manca Al Mondo
Stella Benigna (La Ragazza Senza Onore)
Settembre
Lindbergh
Mio Fratello Che Guardi Il Mondo
L’Amore Fa
Ho Sognato Una Strada
Cara Democrazia

La Crisi
L’Amore Trasparente
L’Orologio Americano
Carte Da Decifrare
La Musica Che Gira Intorno

  • presentazione musicisti -
    Tutto Questo Futuro
    C’è Tempo
    E Di Nuovo Cambio Casa
    Di Tanto Amore
    I Treni A Vapore

Chi Guarda Genova
La Pianta Del The
Una Notte In Italia

La Costruzione Di Un Amore
Il Bacio Sulla Bocca
Strumentale

Foto random (e ad minchiam) scattata ieri alla fine del concerto

Anche io lo vedrò da circa quella posizione al Novelli di Rimini! Ti darei una goodrep per il report, ma non me la fa dare (te ne ho date troppe, eh eh). Comunque sono molto carico per il concerto, anche io avevo pensato ad una doppietta, ma mi devo accontentare!

Le langhe di Pavese sono il mio west
di Ivano Fossati

Il cantautore racconta una lunga passione: la scoperta dei russi, l’immersione nei «Tropici» di Miller, la musica di Saramago, gli scrittori inglesi e irlandesi

http://lettura.corriere.it/le-langhe-di-pavese-sono-il-mio-west/

Qualcuno ha già fatto notare che il riff di chitarra all’inizio di Decadance è identico a quello di Starman di David Bowie? :confused:

Come mai non viene eseguita “La mia banda suona il rock” nel concerto?

Saranno trent’anni che non la fa più live.
L’ha un po’ disconosciuta nel senso che detesta venire associato a quella canzone come pezzo rappresentativo della sua produzione.

Non lo sapevo! :wink:

Sono tornato da poco dal concerto di Lucca.
Altro bellissimo concerto anche se si trattava della fotocopia del live fiorentino di un paio di settimane fa.

Tra gli highlight del concerto segnalo la presenza in due canzoni del theremin (al concerto di Firenze non c’era o almeno io non l’ho proprio sentito) usato poco ma in maniera intelligente.

Poi ho scoperto che Fossati ha un gobbo elettronico sul palco (a Firenze non me n’ero accorto e neanche avrei potuto).

Bellissimo concerto e tanta malinconia adesso che è finito perché penso che questa era davvero l’ultimissima volta che l’ho visto dal vivo. Grazie di tutto, comunque.


Elio, poi com’è stato il concerto?

Beh si, la tua desrcizione è stata minuziosa e precisa, la scaletta è stata quella!
Che dire, inizio bomba, sfocia nel momento più emozionante del concerto: il flauto su Stella Benigna, devo dire da pelle d’oca. Poi anche i pezzi nuovi dal vivo rendono di più secondo me. Le 2 ore e mezza di concerto sono volate via in un soffio. Ho incontrato anche un mio amico con cui avevo visto Fossati per la prima volta nel 2000 a Longiano, tour di La Disciplina della Terra, tanti ricordi tanti concerti da quella volta, tante emozioni…
Ma un tour estivo?

Niente da fare…
Il concerto di Milano (25 febbraio, se non erro) dovrebbe essere l’ultimo.

Mi hanno appena segnalato che domani alle 21 su Raitre ci sarà un concerto (in diretta) di Fossati.
Temo che però sia in qualche modo coinvolto l’insopportabile Fabio Fazio.
Se qualcuno dovesse registrarlo mi prenoto per una copia.

Porca troia sono arrivato a casa solo ora e oggi non sono riuscito a passare a casa a puntare il recorder. Qualcuno l’ha registrato?

Alla fine è stato un bello special, rovinato soltanto dalla piaggeria di Fazio, a tratti davvero insopportabile.
Fossati ha suonato un po’ di pezzi live solo con la sua band (Viaggiatori D’Occidente, Quello Che Manca Al Mondo, Mio Fratello Che Guardi Il Mondo, La Musica Che Gira Intorno, Ho Sognato Una Strada, C’è Tempo, Una Notte In Italia, Il Bacio Sulla Bocca) e uno solo al piano (La Costruzione Di Un Amore).
Poi ha duettato con Zucchero in “L’Amore Fa” e con Fiorella Mannoia ne “I Treni A Vapore”.
I due poi si sono uniti a Fossati per “La Musica Che Gira Intorno”.
Con Zucchero ha anche fatto un blues (non troppo riuscito a dire il vero) al quale il cantante emiliano ha appiccicato sopra parte del testo di “Before You Accuse Me” (anche se parlava una specie di grammelot). Dopo che ho letto che nella sua autobiografia di recente pubblicazione Zucchero ha raccontato che quand’era ragazzino andava con i suoi amici a farselo succhiare dai vitellini, devo dire che non riesco a guardarlo con gli stessi occhi di prima.
C’è stato anche un collegamento con Laura Pausini in Brasile che ha cantato “La Mia Banda Suona Il Rock” in versione samba (e Fossati, che ha ribadito il suo odio per la canzone, ne ha apprezzato l’esecuzione).
La vera chicca della serata è stata vedere Fossati solo al piano che cantava metà “Pensiero Stupendo” (che è scritta da lui, per chi non lo sapesse). Era praticamente la prima volta che questo accadeva.

Comunque, ripeto, a me il programma è piaciuto, con un conduttore meno leccaculo e odioso sarebbe stato davvero qualcosa di notevole. Divertenti e intense anche le parti in cui Fossati veniva intervistato (male) da Fazio. Ogni cosa che diceva era interessante.

Alla fine il rammarico per questo suo ritiro dalle scene cresce sempre più. Ha ribadito più volte che continuerà a scrivere per altri (che comunque è rassicurante) ma non sarà la stessa cosa.

Sono state aggiunte altre 4 date:

Prato
Roma
Cesena
Varese

http://www.fepgroup.it/artista/ivano-fossati?page=3

Scusa eh, ok Fossati e tutto quanto, ma questa andrebbe approfondita un attimo…??


ventilazione è anche il mio album preferito. io sono un po 'di memoria con questo album. Non voglio condividerla perché è privato e confidenziale. ora sto lavorando per il prodotto pannelli solari. Penso che questo sia un bene per la mia carriera.

Eh???