Jason Becker

Per caso ho riascoltato “A Little Ain’t Enough” di David Lee Roth e mi sono ricordato di quanto fosse bravo il chitarrista Jason Becker (che nella band di DLR prese il posto di Steve Vai).
Chitarrista tanto bravo quanto sfortunato dato che si ammalò di SLA giovanissimo e da tanti anni ormai è completamente paralizzato, comunicando soltanto col movimento degli occhi grazie a un sistema messo a punto dal padre.

Cercando news in proposito ho scoperto che è stato fatto un documentario su di lui dal titolo “Not Dead Yet” pieno di filmati di repertorio di quando stava bene e suonava alla grande ma anche con molte immagini attuali, con lui immobilizzato dalla malattia. Sembra molto interessante.

Qui c’è il sito: http://www.jasonbeckermovie.com/

E questo è il trailer:

[video=vimeo;39405460]http://vimeo.com/39405460[/video]

Il documentario è uscito in dvd in UK, lo si trova anche su amazon, altrimenti lo si può vedere su iTunes americano per 13 dollari

Qualcuno l’ha visto? Io comunque l’ho appena ordinato.

Questo invece è il sito ufficiale di Becker che contiene alcuni video recenti dove lui comunica muovendo gli occhi. Video frustranti ma che danno un po’ di speranza a tutti quelli che lottano questa malattia terribile perché Jason non perde il buonumore, resta brillante, simpatico e positivo. E continua a fare musica.

Chi volesse sentire un suo vecchio disco solista può ascoltare Perpetual Burn, dove suona come un dio e fa capire che se avesse continuato a suonare sarebbe davvero diventato un numero uno (non solo tra gli shredder).

Lo trovate tutto su youtube, dategli un ascolto prima di comprarlo

io l’ho visto, e nonostante i momenti piu’ spensierati e positivi (del passato , ma anche nella sua condizione attuale) m’ha dato un’angoscia… e m’a ricordato molto Johnny got His Gun…

Musicalmente non ho mai sentito i suoi album solisti (forse perche’ gli album solisti non m’hanno mai preso piu’ di tanto), ma lo ricordo bravo nei Cacophony e quel gruppo con Marty Friedman e DLR

Sì, i Cacophony erano forti e ascoltati oggi mi piacciono ancora.

In effetti anch’io temo che il documentario mi possa deprimere tipo il film di Trumbo però sono davvero curioso anche perché parla di una realtà che conosco davvero poco e da quello che ho letto in giro il documentario viene lodato anche perché Becker affronta la malattia con molto spirito ed è una cosa che ha aiutato tanti altri malati.