Johnny Oro

JOHNNY ORO
Anno: 1966
Cast: Mark Damon, Ettore Manni, Valeria Fabrizi.
Durata: 94 min.
Regia: Sergio Corbucci


Recensione Spaghetti Western Database

Venerdì 13
alle 21.05
Su Italia7 gold
:slight_smile:

È un buon western con protagonista Mark Damon, il cui unico limite è forse quello di essere uscito nello stesso periodo di “Django” ed essere dunque passato in secondo piano. Quello di Oro è un personaggio che ricorda vagamente Ringo Faccia d’Angelo di Tessari, spietato, infallibile e provocatoriamente ironico. A differenza del contemporaneo Django, Oro è solare e positivo, vive e opera con violenza, ma in maniera quasi divertita, non traspare alcun dramma esistenziale in lui, è un puro mercenario del dollaro e della colt. Sicuramente da vedere e godere!

bellissimo film, con un grande protagonista, peccato che la copia passata su 7gold fosse palesemente cut :frowning:
nota di merito anche per i testi, a dir poco geniali, della colonna sonora di carlo savina

Dvd in prenotazione per il 20 marzo:

http://www.videociak.net/customer/product.php?productid=16444&cat=&page=

Che lieta notizia! Aspettavo da tempo questo ennesimo capolavoro di Corbucci in dvd :smt040 …La pistola d’oro poi è una chicca da non perdere…Speriamo non sia cut…Sapete per caso quali scene mancano rispetto al master di 7gold?:confused:

fischia che lieta novella,era un pò di tempo che stavo pensando di acquistare la versione giappo ma dopo questa news aspetterò con piacere grazie Mark.:smiley:

Ho visto su vari siti che è uscito il dvd(che da tempo stavo aspettando),leggendo le specifiche su gullivertown riporta come durata 86 min contro i 94 riportati dalla Belva ad inizio thread,non ho mai visto questo film ma 8 minuti sono tanti :frowning:

Oggi finalmente mi sono guardato questo film di Sergio Corbucci,diciamo subito che è gradevole ma niente di più,non raggiunge il livello di opere quali Django,il Grande Silenzio e tutte quelle uscite postume,però ciò nonostante con tutti i suoi difettucci rimane piacevole da vedere.(anche perchè ormai per me Sergio Corbucci è diventato il mio regista di s.western preferito).
Gli indiani e i messicani,purtroppo si vede lontano un miglio che hanno poco da spartire con quelli veri…sono tutti italianissimi, ed anche un pò fricchettoni :smiley: ,altro difetto i messaggi per lo sceriffo sono scritti in Italiano!!! :slight_smile:
Bravo Damon,solare,gioioso,guascone e soprattutto avido di…oro :slight_smile:
Ormai la figura dello sceriffo ho capito che rimane molto cara al regista,in tutti i suoi film (che ho visto) ricopre un ruolo di primo piano.
La colonna sonora diverte,a primo impatto lascia perplessi per lo scialbo gioco di parole (ripetute)poi però viene voglia di riascoltarla e fischiettarla.

Alcune note sul DVD Minerva molto buono:

Durata (min) 86
Area DVD PAL AREA 2
Lingue doppiaggio ITALIANO DOLBY DIGITAL 2.0
Formato DVD 16:9
Colore-B/N Colore
Vietato ai minori No
Contenuti Extra TRAILER ORIGINALE
Tipo supporto DVD 9 - SINGOLO LATO, DOPPIO STRATO
Luogo di produzione ITALIA
Anno 1966

Qualche sporadica puntinatura ma nel complesso buonissimo master.

Ciao, chi può aiutarmi a trovare la location esatta della chiesa che vediamo all’inizio del film?:wink:

non e’ quella all’interno di quel piccolo borgo di case che tu chiami castello di rota???:rolleyes:

Si, avevo esposto la domanda quando ancora non avevo identificato il luogo.

Western diretto da Sergio Corbucci immediatamente prima di Django, ma uscito dopo.
Davvero poco riuscito, nonostante alcuni buoni momenti (l’inizio in Messico, in particolare, e poi l’apocalittico finale a base di esplosioni).
Corbucci sembra voler tentare una sua strada personale al western, realizzando un curioso ibrido tra il genere all’americana (l’assedio all’ufficio dello sceriffo, con tanto di vecchietto sparacazzate annesso, è preso direttamente da Un dollaro d’onore) dei suoi primi due western e quello demitizzato e anti-epico di quelli successivi, tanto che la parte dello sceriffo e quella del pistolero sembrano quasi far parte di due film diversi.
Quella che sarà la cifra stilistica di Corbucci la si può già un po’ percepire nell’iperviolenza (con tanto di donne e bambini ammazzati e tomahawk piantati in primo piano in mezzo alla fronte), nella resa dei conti finale con il “buono” in condizione di svantaggio (che diventerà un suo classico), nell’ironia (ma più spesso si tratta di sarcasmo) con cui vengono stemperati anche i momenti più feroci.
Anche il look del protagonista, sempre vestito di nero, sembra anticipare quello di Django, anche se Mark Damon, pur essendo un attore tutto sommato dignitoso, non possiede certo il carisma di Franco Nero.
Ci sono anche gli indiani –Corbucci sarà uno dei pochissimi ad utilizzarli all’interno del nostro genere- con il loro capo (Giovanni Cianfriglia) che sembra sputato il Burt Reynolds di Navajo Joe.
Peccato però che nonostante il buon cast tecnico messo in campo -lo sceneggiatore è lo stesso di Django (Franco Rossetti), come pure l’aiuto-regista (Ruggero Deodato) e i costumi e le scenografie sono del leoniano Carlo Simi- il risultato sia noiosissimo e veramente male amalgamato, con frequenti cadute di tono: la canzoncina dei titoli (“Non gli importava dell’amore a Johnny Oro / il suo unico amore era l’oro”), ad esempio, è assolutamente delirante e il bounty killer con pistola, speroni e pure bocchino d’oro (almeno Henry Fonda in Ultima notte a Warlock si limitava alle sole pistole) è quasi comico.
Bisogna dire, comunque, che Corbucci abbandonò il film a lavorazione non ancora ultimata (ne diresse più o meno l’80%), per andare a dirigere Django, e che poi se ne disinteressò del tutto.
Verrebbe addirittura da pensare, conoscendo il regista, che ci sia un intento beffardo e demistificatorio dietro le descrizioni di un pistolero tanto ridicolo e infantile e di uno sceriffo così legato al suo dovere da sconfinare nell’ottusità e una volontà di sfottere sia le aspettative degli spettatori che lo stesso genere western (sia quello americano classico che quello “leoniano”).
Visto in quest’ottica sarebbe geniale.

Doppiaggio:
Mark Damon: Adalberto Maria Merli
Ettore Manni: Sergio Rossi
Valeria Fabrizi: Mirella Pace
Giulia Rubini: Luisella Visconti
Andrea Aureli: Alessandro Sperlì
Pippo Starnazza: Roberto Bertea
Giovanni Cianfriglia: Mario Bardella
Nando Poggi: Giancarlo Maestri
Nel trailer la voce narrante è di Riccardo Cucciolla

piccola curiosità. L’attore secondario Pippo Starnazza era un grande trombettista che
lavorò per parecchi anni con il Maestro Pippo Barzizza!

Ci sono varie cose che ho apprezzato in questo spartiacque tra Navajo Joe (che non mi aveva affatto entusiasmato) e Django (che è ben’altra cosa): nonostante Oro non possieda ne il carisma ne il fascino di Django, ha qualche “tamarro” asso nella manica da giocare (il pugnale sulla data del calendario, la ovvia passione per l’oro, la mitica frase “Qui la vita non è cara… è breve”); tutti i personaggi sono concreti nella loro semplicità (anche quelli minori, come la scena iniziale del matrimonio). Le musiche, che alcuni vedo non hanno apprezzato, a me sono rimaste bene impresse in testa e questo è un altro punto a favore. Per il resto, la storia è estremamente semplice e anche banalotta, magari realizzata di fretta… Ma gli elementi di contorno per passarci sopra ci sono.

buonissimo mi sembra una parola grossa :smiley:
a me è sembrato sotto la sufficienza e poi l’audio è spesso disturbato
comunque questo non mi ha impedito di godermi la re-visione di questo divertentissimo film

semplicemente fantastica

//youtu.be/lDBpjJw4_rs

Non un brutto film, e Damon era un buon attore, che ha funzionato bene nei nostri generi più vari. Però, ed è un grosso però, se si pensa che subito dopo Corbucci farà “Django”, nel confronto JO ne esce davvero a pezzi. Quest’ultimo appare come un banalotto film su commissione, quello con Nero un’opera in cui il regista si è potuto scatenare, senza ritegno nè restrizioni, insomma un qualcosa di “libero & selvaggio”. E poi arriverà pure “Il grande silenzio”… Insomma, JO è sicuramente un western corbucciano minore, abbastanza apprezzabile ma niente affatto memorabile.