Kinski, il mio nemico più caro (Werner Herzog 1999)

strano che non ci sia un topic, ma ancor peggio che io non avessi mai visto questo magnifico film documentario di Herzog su Kinski

anzitutto fa ovviamente venire voglia di rivedere i film più importanti di questa coppia di artisti e racconta alcuni aneddoti notevoli sulla vita di set e i deliri assortiti di Kinski
ma la cosa migliore è quando viene descritta la parte affettiva del loro strano rapporto… mi sono commosso in alcuni punti, che non racconto anche se non sono spoiler, ma escono così improvvisi nel ritratto di questo pazzo che bisogna gustarseli senza anticipazioni

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…Ogni mio capello bianco si chiama Kinski” (Werner Herzog).

Questo documentario è bellissimo, da pelle d’oca, infiniti gli aneddoti da scoprire su Kinski, Herzog e sul loro rapporto. Herzog racconta a cuore aperto un uomo che ha amato e odiato allo stesso tempo, senza trasformare Kinski in un santino agiografico, mettendo in evidenza anzi tutto il peggio possibile che si poteva attribuire a Kinski, ma nella più completa e totale lealtà e passione affettiva. Ampio spazio viene dato anche alle testimonianze delle persone che lo hanno conosciuto, veniamo a sapere persino cosa pensassero gli Indios di Klaus il pazzo…
A conti fatti, pare emergere la consapevolezza che Kinski nella sua imperterrita sgradevolezza, nel suo opporsi sistematicamente alla visione artistica di Herzog, è stato uno dei principali artefici della statura cinematografica di Herzog stesso, poiché lo ha costretto senza tregua a mettersi in discussione, a confrontarsi con una dialettica opposta e contraria, ne ha quindi scolpito limiti e potenzialità.

Documentario pressoché perfetto, davvero.
Personalmente ho sempre trovato di una bellezza allucinante la scena finale con Kinski e la farfalla.

Lo adoro, uno dei vertici assoluti dell’opera herzoghiana. Che per quanto mi concerne, GUARDA CASO, dopo la morte di Kinski non è più riuscito a fare film “di finzione” (quando fa documentari, invece, è ancora “titanico”…) degni della sua fama e bravura. E’ “defunto” pure lui, in un certo senso. O forse non ha più trovato un attore che lo “stimoli” adeguatamente. Nel bene e nel male: il rapporto fra loro due è stato complicatissimo, ma in certe scene si vede che Klaus “gli manca”, altrochè.
P.S. La scena finale è di bellezza indescrivibile, perfino commovente: l’irascibile psicotico violento incestuoso odioso insopportabile arrogante presuntuoso megalomane HERR Kinski… che diventa una pacifica sorridente DISNEYANA “viola mammola” ecologista! E il dvd Ripley è “d’obbligo” per ogni cinefilo che si reputi tale…

quella da brividi… perfino Herzog era incredulo

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Che poi, sperando di non venire frainteso, c’è da dire una cosa.
Ok, Herzog grandissimo documentarista, grandissimo regista, grandissimo tutto… Ma per girare quella scena, diciamolo, c’è voluta una dose di culo sovrannaturale! :smiley:

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La cosa più “sovrannaturale”, sinceramente, è lo stato di rilassatezza che dimostra Kinski: sorridente e calmo, non pare proprio la “belvaccia” rammentata da tanti addetti ai lavori del cinema, e non solo…

Ottimo documentario, con tutto che per me Kinski era un pazzo furioso e penso che non lo avrei sopportato per più di 30 secondi. Vederlo in azione sui set di Herzog mi ha ricordato le interviste ai vari registi italiani che hanno lavorato con lui che ho visto nel corso degli anni; tutti invariabilmente pronti a dire Ma nooo, Kinski era un pezzo di pane, con me non si è mai permesso di alzare la voce, quando arrivavo io sul set abbassava lo sguardo e chiedeva scusa eccetera eccetera… lasciamo perdere.

C’è anche da dire che non ho visto ancora nessuno dei sei film che regista e attore girarono insieme, quindi boh.

Ok. Maggio 2024. Spero che il buon Renato abbia nel frattempo colmato la sua lacuna, relativa ai film girati dal “dinamico duo”. Il documentario in sé, in compenso, mi appare sempre splendido e immenso. Ci riporta ai tempi, lontani anzi lontanissimi, in cui il rapporto (anche conflittuale, intenso, problematico, violento…) fra un regista e il suo attore principale, portava lo stesso a risultati artistici alti o perfino altissimi. “Aguirre” e “Fitzcarraldo”, in tal senso, restano esempi insuperati e irraggiungibili. Mi chiedo, onestamente, se ai forumisti presenti non mancano attori e soprattutto cineasti simili…:slightly_smiling_face::cocktail:

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“Non si tratta né di un film su Kinski né su di me; piuttosto, è su uno straordinario rapporto lavorativo. La mia scelta degli intervistati – parlo soprattutto di Eva Mattes e Claudia Cardinale – è stata molto oculata. Potevo trovare una moltitudine sterminata di persone che avevano solo cose terribili da dire su Kinski, dipingendolo come un essere spregevole. Ma io volevo mostrare l’altro lato di Kinski […] una persona piena di ironia, calore, amore e generosità […] Lui si lamentava sempre dei compensi che gli venivano proposti per lavorare in certi film. Ha rifiutato offerte di Kurosawa, Fellini, Pasolini; parlava sempre di loro come feccia che non lo pagava abbastanza. Eppure io avevo piccoli budget e lo retribuivo meno di quanto avrebbe guadagnato lavorando con loro […]

Werner Herzog

(brani tratti da Paul Cronin/Francesco Cattaneo, Werner Herzog. Incontri alla fine del mondo, Minimum Fax – Roma 2009; cap. IX; pag. 323)

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Oltre agli autori citati, Kinski rifiutò il ruolo di Bellocq ne “I predatori dell’arca perduta”, perché riteneva il compenso inadeguato. Il suo animo “mercenario” prevaleva quasi sempre, a prescindere dal livello artistico dei film che gli venivano proposti…:broken_heart::neutral_face:

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Kinski era veramente molto strano.
Nel commento audio di uno dei suoi film, Herzog sottolinea come l’attore tedesco sprecasse il suo immenso talento in “orribili spaghetti-western italiani”. Ma allo stesso tempo, rifiutava grandi occasioni con registi di fama internazionale. Certo, credo proprio che con Kurosawa non avrebbe potuto nemmeno accennare alla minima improvvisazione…

Per rispondere alla tua domanda in alto: certo che mancano cineasti e attori di quel tipo, che sono stati anche grandi personaggi, scomodi ma di gran talento. Penso a Volontè, Reed, Milian e altri…

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