Kizlar kampi - Girl's camp (Kadir Akgün, 1987)

FILM COMPLETO

Immaginate uno dei tanti sottoprodotti statunitensi anni ‘80 girati straight to video e totalmente low budget, uno slasher vacanziero con poche idee e ancor meno mezzi, che ha come unico suo punto di forza un gruppo di belle ragazze che se ne va in giro in bikini sulla spiaggia ed un misterioso assassino che le fa fuori una ad una… Ora immaginate che il paese d’origine di questa boiata non siano gli USA ma la Turchia, ed avrete raggiunto il punto zero del trash, il punto di non ritorno del cinefilo masochista che tenta di trovare sempre nuovi orizzonti oltre i quali spingersi, spostando sempre un po’ più in su l’asticella dei confini del visibile (e un po’ più in giù quella dei limiti della decenza).

In questo filmino pseudoamatoriale vediamo un gruppo di belle ragazze prendere un furgoncino e dirigersi verso una zona selvaggia della costa turca, con il proposito di fare qualche giorno di campeggio libero in totale relax. Un losco individuo però le segue sulla sua mercedes bianca…
La prima metà del film è tutta composta di riprese in cui le ragazze scherzano e cazzeggiano sul pulmino, giocano a palla sulla spiaggia, fanno il bagno… Non sembra che ci sia una messa in scena, l’operatore riprende le ragazze che cazzeggiano, tutto lì. Al punto che spesso le ragazze guardano in camera con nonchalanche, come se niente fosse.
Ah, dimenticavo, dopo una sosta in una bettola per mettere qualcosa sotto i denti le ragazze ripartono ed il furgoncino è cambiato, sia il modello che il colore; come se niente fosse saltano su e proseguono il loro viaggio.
Una volta arrivate al mare, dopo una notte di festa e di balli (in cui le ragazze danzano ammiccando con gli occhi e lo sguardo all’operatore, rompendo qualsiasi residua immersione diegetica) il misterioso assassino inizia a mietere le sue vittime.
Dopo la scomparsa della prima ragazza le altre iniziano a cercarla per almeno 10 minuti buoni (non sto scherzando, scena estenuante), poi nel giro di poco altre 3 ragazze vengono fatte fuori. Anche il furgone viene sabotato e messo fuori uso. Per fortuna c’è in zona un contadino un po’ rachitico e deforme, piccoletto, con la coppola, un incrocio tra un pastore sardo ed il gobbo di notre dame, che le aiuta e indica loro la strada da percorrere a piedi per arrivare nel primo villaggio per chiedere aiuto. Bisogna attraversare le montagne. Le ragazze, nonostante abbiano con sé i vestiti di ricambio, partono misteriosamente in costume da bagno e con questa mise affrontano una impervia camminata di due giorni nella aspra e selvaggia natura turca. L’uomo misterioso le segue e sembra intenzionato a fare altre vittime. Per fortuna anche il contadino rachitico le segue da lontano e vigila su di loro.
Le ragazze arrivano finalmente al villaggio ma non tutto va per il verso giusto… Colpo di scena finale.

Dimenticavo: di tutte le uccisioni che avvengono solo una viene mostrata avvalendosi di rudimentali effetti speciali, tutte le altre sono strangolamenti simulati o ci si limita ad inquadrare il cadavere dopo lo scempio, imbrattato con un po’ di salsa di pomodoro o similia.

Ripeto, il grado zero del cinema. Ma un po’ di ghigne ci scappano, e cmq è un’esperienza.

Ragazze sempre in costume ma non si vede un seno neanche per sbaglio: infatti in Turchia dopo il 1980 in tal senso ci fu un deciso giro di vite ed anzi, alcuni registi, attori ed attrici che in passato avevano esibito troppo la carne si fecero pure un po’ di gabbio per oscenità.

Il regista Kadir Akgün è un esperto di queste trashate straight to video e sembra aver fatto anche di peggio: Seytan Kizlar, con delle diavolesse che vogliono eliminare il genere maschile dalla faccia della terra per dominare il pianeta… da vedere!

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