Klaus Kinski [1926-1991]

La cosa più grottesca è che Kinski era un tale bastardo istrionico che se potesse dire la sua adesso probabilmente approverebbe, dato che la figlia ne ricaverà pubblicità per il libro. Rammento che anni fa si parlò di esagerazioni concordate da Herzog e Kinski per il famoso documentario, vale a dire che i due si sarebbero inventati di sana pianta certi dettagli grandguignoleschi per assicurare il successo all’operazione.

Tutta 'sta (triste) storia conferma una cosa che pensavo da parecchio, sul defunto Klaus: attore formidabile (a volte solo per uno sguardo, anche nelle produzioni più becere e bassamente commerciali), essere umano detestabile (quasi tutti quelli che lo avevano come collega sui set - a parte un paio di eccezioni “di lusso” come George Hilton e Gianni Garko- ne parlano male o malissimo). Ciò detto, mi sarebbe piaciuto conoscerlo, ai suoi dì, anche se forse avrebbe finito col litigare…

Due modi diversi di affrontare Kinski.
Da una parte il direttore della fotografia Franco Villa, un uomo di una bontà e di una dolcezza senza limiti, che non se la prende più di tanto per le sue intemperanze e dall’altra l’operatore Claudio Morabito, molto più sanguigno e decisamente meno conciliante, che nei set con Kinski metteva in scena un’autentica guerra di nervi che stava persino per sfociare in rissa.

Questo video è un piccolo estratto della mia featurette per il dvd tedesco (Koch Media) di “Prega il Morto e Ammazza il Vivo”

//youtu.be/55T-FYCTZXE

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Nel libro di Giusti sul western nostrano, viene riportato un aneddoto relativo al film “La belva” (di cui Kinski era OVVIAMENTE il protagonista…). Remo Capitani un giorno arrivò sul set, e trovò Kinski che - tanto per cambiare - urlava incazzato contro il cast, i tecnici, il mondo. Insomma, niente di nuovo. Bè, il BUON Capitani prese Kinski, e gli diede una strapazzata come Dio comanda. Da allora, naturalmente, Capitani non volle più aver a che fare con l’attore tedesco…

In realtà nella sua autobiografia Kinski si spinge anche “un filo” oltre, nella descrizione di Herzog… :smiley:

Herzog is a miserable, hateful, malevolent, avaricious, money-hungry, nasty, sadistic, treacherous, cowardly creep.

E più avanti nel testo va persino oltre, definendolo un totale incompetente, infantile, un puzzone che non si lavava mai e così via.

Il testo è in inglese, non credo che il libro “Kinski uncut” sia mai stato tradotto, purtroppo.

Mi pare se ne parlasse nel thread dedicato al documentario “Kinski-Il mio nemico più caro”: quelle “gentili parole” furono il risultato di un pomeriggio trascorso da Kinski col regista. Il quale gli chiese “Ma perché vuoi insultarmi?”; e la risposta fu “Se parlo bene di te, nessuno comprerà il libro!”. Indi si scatenarono nel buttare giù i peggiori insulti, facendosi contemporaneamente grasse risate. Insomma, Kinski andava “preso con le pinze” anche quando faceva lo psicotico cattivo…

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Kinski comunque nel libro ne ha davvero per tutti, definisce i suoi western “merda”, parla malissimo di Mario Costa, dice che Pasolini lo avrebbe voluto come protagonista per il suo “Porcile” ma lo voleva pagare pochissimo e quindi lo mandò affanculo ecc.ecc.

Il 50% del libro descrive con notevole dovizia di particolari le scopate fatte in giro per il mondo con le sue donne, le donne degli altri, le prostitute e così via.

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Credo che l’autobiografia di Kinski sia più o meno come l’autobiografia dei Motley Crue o di altre rockstar, impossibile distinguere tra cose vere, verosimili, aggiustate o totalmente false. Il che è perfettamente in linea col personaggio. Mettendo insieme il “corpus kinskiano”, che spazia dai suoi film (non ultimo l’allucinante Paganini, che è altrettanto una sorta di autobiografia delirante) a ciò che ne ha detto, scritto e diretto Herzog in tutta la sua carriera (nel bene e nel male, il compare artistico che lo ha vissuto di più e conosciuto meglio), dalla biografia di Loparco alle testimonianze di Nastassja Kinski, si ha forse un’immagine meno teatrale e pagliaccesca, e più attinente al reale dell’uomo (nei limiti eh, perché Kinski quello era).

Sì concordo, D-Fens.

Peraltro nel libro Kinski, oltre ad insultare Mario Costa, scrive pure che è morto, come del resto lui gli aveva augurato.

Leggo invece sul dizionario dei registi del buon Roberto Poppi che Costa morì solo nel 1995, anni dopo Kinski…

Appunto: uno sborone psicotico esibizionista. Eppure anche questo fa parte del fascino “malato” di Kinski. “Personaggio” in primis, e attore poi…

Morabito ce l’ho fra i contatti di facebook e mi ha confermato di aver inseguito Kinski con un treppiede, per riempirlo di mazzate. E’ sanguigno pure adesso, a giudicare dai suoi post.

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Morabito è la prova vivente che, se incontravi Kinski, non te lo dimenticavi. Nel bene e, soprattutto, nel male. Anche dopo decenni…

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bisogna dire che i film di herzog con kinski sono dei capolavori…a herzog interessava questo…non l uomo kinski…e poi quanto a follia pure herzog si batteva bene

Sempre in relazione ai suoi rapporti difficili con i registi di genere con i quali era costretto a lavorare per motivi alimentari ricordo di aver letto su Nocturno che durante la lavorazione de “I leopardi di Churchill” il regista Maurizio Pradeaux, nel proporre una sua idea a Kinski gli si rivolse sbagliando il cognome con un “…ecco signor Klinski (sic!) io avrei pensato che…” e lui subito lo interruppe con un “…ecco è meglio che tu non pensi!”… A parte la scarsa educazione, forse, non è che dato il regista, avesse proprio tutti i torti!

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Più che altro, si atteggiava così con registi deboli che non sapevano tenergli testa (vedi set di Nosferatu a Venezia, Caminito era terrorizzato da lui). Mi risulta che Demofilo Fidani gli tenesse testa senza particolari problemi, almeno così raccontava lui. Con Massaccesi erano addirittura diventati amici dopo gli scazzi iniziali, è cosa nota. Con Leone non pervenuto, ma ci ha lavorato una volta sola e in un piccolo ruolo.

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