Commedia più che film comico di Totò; si percepisce la voglia di fare un film più costruito e meno farsesco del solito. A latere c’è la tipica storiella sentimentale tra i due giovanotti (lui è Gabriele Tinti).
Niente di che a mio avviso, certo non tra le vette del comico napoletano.
Non tra le vette, è vero, però grazioso. Il finale, come svolgimento, mi ha ricordato l’assassino si chiama Pompeo, anche se semmai è quest’ultimo ad aver copiato il reo confesso non era tale e si salva “prima” di sputtanarsi. Divertente la battuta di Totò alla moglie tedesca quando suona il telefono e le dice di rispondere al telefunken . Toccata e fuga per memmo Carotenuto, tinti per me quasi irriconoscibile, giovanissimo.
Le scarpe con lo scrocchio, il paltò nuovo e il falsario, tutte le storpiature del cognome Lo Turco, il cane ed il suo sosia, mammina e la novena…
…come non sorridere, sono tante le trovate da ricordare indelebilmente…
Grande commedia che anticipa il capolavoro di Monicelli i soliti ignoti.
Scritto dalla grande coppia della sceneggiatura italiana Age & Scarpelli e
diretto dall’ottimo Camillo Mastrocinque,
è il film che segna l’inizio dell’accoppiata tra i grandi Totò e Peppino De Filippo
a cui va aggiunto il grande caratterista Giacomo Furia.
Da Vedere
Nei primi minuti di buonasera con Peppino De Filippo 1979 si parla di questo film. Una rarità visto che in tv Peppino non ha mai parlato della sua collaborazione con Totò ( solo sui giornali o libri)